Shock in Jaguar Land Rover: licenziato il chief designer, arriva un CEO da Tata
Quando le grandi aziende decidono di muovere i pezzi sulla scacchiera, raramente lo fanno in silenzio. E così accade anche nel caso di Jaguar Land Rover, dove gli ultimi sviluppi ai vertici raccontano una storia di trasformazione che va ben oltre i semplici cambi organizzativi. Due mosse strategiche, quasi simultanee, hanno infatti scosso la struttura dirigenziale del gruppo britannico, alimentando speculazioni su quello che potrebbe essere un ridisegno radicale della visione aziendale.
La notizia che ha catturato maggiormente l’attenzione del settore riguarda il licenziamento di Gerry McGovern, il chief designer che ha guidato l’evoluzione estetica di Jaguar Land Rover per oltre due decenni. La modalità con cui questa separazione è avvenuta, secondo quanto riportato dalle fonti del settore, non è stata priva di ambiguità: McGovern sarebbe stato, per così dire, “accompagnato fuori dall’ufficio”, un’espressione che evoca tutto ciò che non viene detto, tutte quelle tensioni sotterranee che rimangono confinate dietro le porte chiuse degli uffici corporate.
Parallelamente a questo sviluppo, la società ha proceduto alla sostituzione del CEO Adrian Mardell con PB Balaji, figura che arriva direttamente da Tata Motors dove ricopriva il ruolo di Direttore Finanziario. Non è un dettaglio marginale: la provenienza di Balaji dalla casa madre suggerisce una volontà di centralizzare il controllo e di allineare le strategie del gruppo britannico alle direttive della capogruppo indiana. Nessuna dichiarazione ufficiale è stata resa pubblica dalle società coinvolte, il che alimenta ulteriormente le ipotesi su cosa stia veramente accadendo dietro le quinte.
McGovern, durante il suo straordinario percorso in azienda, ha plasmato l’identità visiva che riconosciamo oggi nei marchi britannici. Ha coordinato progetti di grande rilevanza: dalle nuove Range Rover alle trasformazioni del Defender, passando per il rilancio della Discovery. Più recentemente, ha guidato il processo di rinascita stilistico di Jaguar, inclusa quella controversa presentazione del concept Type 00 in rosa che ha polarizzato gli animi degli appassionati e degli osservatori del settore. La sua uscita di scena, proprio nel momento in cui Jaguar si prepara a una trasformazione epocale verso il segmento del lusso elettrico esclusivo, rappresenta un momento critico per la coerenza progettuale del marchio.
Osservando questi cambiamenti dall’esterno, è difficile non notare come essi possono essere letti come un segnale di intenzioni strategiche più ampie. Chi vede di buon occhio questa evoluzione sostiene che essa rappresenti una spinta verso una maggiore efficienza operativa, una razionalizzazione dei processi decisionali. Ma c’è un’altra prospettiva, quella dei puristi del design automobilistico, che temono una possibile erosione di quella creatività distintiva che ha sempre caratterizzato il marchio britannico.
Le vere motivazioni che stanno dietro queste decisioni rimangono, al momento, avvolte nell’incertezza. Potrebbe trattarsi di divergenze strategiche profonde, di questioni legate alla governance aziendale, oppure di pressioni derivanti dai piani industriali che Tata Motors sta elaborando per il futuro del gruppo. Forse è una combinazione di tutti questi fattori.
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