Scandalo Xiaomi SU7 Ultra: il cofano "miracoloso" che non raffredda nulla e costa una fortuna
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Un nuovo scandalo sta scuotendo il settore automobilistico, con Xiaomi Motors al centro della polemica. La Xiaomi SU7 Ultra, una delle vetture di punta dell’azienda, è finita sotto i riflettori a causa di un controverso optional: il cofano in fibra di carbonio, proposto al costo di 42.000 yuan (circa 5.800 dollari). Promosso come una soluzione tecnica per migliorare il raffreddamento durante l’uso in pista, il componente si è rivelato essere principalmente un elemento estetico, suscitando la rabbia dei clienti.
Xiaomi SU7 Ultra, la polemica nata sui social
L’episodio è esploso a maggio 2025, quando alcuni influencer del settore automotive hanno condotto test che hanno messo in discussione l’efficacia delle doppie prese d’aria integrate nel cofano. In uno degli esperimenti più emblematici, un foglio di carta posizionato vicino alle aperture non mostrava alcun movimento, nemmeno con l’ausilio di un ventilatore. Analisi tecniche successive hanno confermato che il componente non apporta miglioramenti significativi né al raffreddamento dei freni né all’aerodinamica del veicolo. Questo ha alimentato una crescente polemica Xiaomi, mettendo in discussione la trasparenza dell’azienda nella comunicazione dei vantaggi del prodotto.
Di fronte alla crescente pressione, Xiaomi Motors ha rilasciato un comunicato ufficiale il 7 maggio 2025, ammettendo che il cofano era stato progettato principalmente come elemento di design ispirato al prototipo originale. Sebbene l’azienda abbia riconosciuto la comunicazione poco chiara, ha anche sottolineato che il cofano fornisce solo un modesto supporto al raffreddamento. Tuttavia, questa spiegazione non è bastata a placare l’insoddisfazione dei clienti.
Xiaomi corre al riparo
Come misura di compensazione clienti Xiaomi, l’azienda ha offerto ai clienti con ordini non ancora finalizzati la possibilità di optare per il cofano standard in alluminio. Per coloro che avevano già ricevuto il veicolo, Xiaomi ha proposto 20.000 punti fedeltà, equivalenti a circa 275 dollari. Questa proposta, però, è stata giudicata insufficiente da molti consumatori. Almeno 300 proprietari si sono organizzati per richiedere rimborsi integrali, intensificando ulteriormente la pressione sull’azienda.
Questo caso evidenzia i rischi legati alla mancanza di trasparenza nel marketing automobilistico, soprattutto per aziende come Xiaomi che stanno cercando di affermarsi in un settore competitivo e diverso dal loro core business tradizionale. La vicenda non solo ha danneggiato la reputazione del marchio, ma ha anche sollevato interrogativi sulla gestione delle crisi da parte dell’azienda. Un gruppo di acquirenti ha già rilasciato una dichiarazione congiunta, criticando apertamente l’approccio di Xiaomi e chiedendo un risarcimento più adeguato.
La lezione che emerge da questa controversia è chiara: la fiducia dei consumatori è un elemento cruciale per il successo, e la trasparenza deve essere al centro di ogni strategia di comunicazione. In un mercato in cui la competizione è sempre più agguerrita, episodi come questo possono rappresentare un duro colpo per le aziende che non riescono a mantenere le promesse fatte ai propri clienti.
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