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Arrivano in Europa i robotaxi: 2.000 auto senza volante pronti ai test

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 27 nov 2025
Arrivano in Europa i robotaxi: 2.000 auto senza volante pronti ai test
GreenMobility firma una LOI con Tensor per fino a 2.000 robotaxi autonomi in Danimarca: promesse di sicurezza e accessibilità.

La mobilità urbana sta attraversando un momento di trasformazione radicale, e la Danimarca si posiziona ancora una volta come laboratorio europeo di innovazione. Un accordo tra GreenMobility, società danese specializzata in soluzioni di mobilità sostenibile, e Tensor, startup americana all’avanguardia nella tecnologia autonoma, promette di portare sulle strade danesi fino a 2.000 robotaxi completamente autonomi. Alcuni di questi veicoli, particolarità affascinante, non disporranno nemmeno del volante tradizionale. Una visione che sembra uscita dalla fantascienza, eppure rappresenta un progetto concreto e ambizioso nel panorama della mobilità contemporanea.

Per comprendere la portata di questa iniziativa, occorre considerare il contesto globale: nel mondo intero, i veicoli autonomi operativi sono appena 5.000. La flotta prevista in Danimarca comporterebbe quindi un incremento significativo, una vera e propria rivoluzione nel segmento dei servizi di trasporto condiviso. GreenMobility ha pianificato un approccio graduale, iniziando con una fase sperimentale in cui raccogliere dati cruciali e dimostrare ai regolatori la solidità della tecnologia Tensor. Quest’ultima vanta claim impressionanti: una riduzione potenziale degli incidenti fino al 90% rispetto ai conducenti umani, cifra che lascia intendere quale sia l’ambizione tecnologica sottesa al progetto.

Il modello di car sharing con guida autonoma promette vantaggi tangibili e concreti. Pensiamo innanzitutto a chi rimane escluso dalla mobilità tradizionale: studenti, anziani, persone prive di patente, abitanti di zone rurali dove i servizi di trasporto sono ridotti al minimo. Per loro, la disponibilità di veicoli autonomi rappresenterebbe un accesso effettivo alla mobilità, riducendo il senso di isolamento e ampliando le opportunità di movimento. Dal lato operativo, i benefici economici sono evidenti: i costi di esercizio diminuirebbero significativamente, i servizi potrebbero operare in orari e contesti dove un conducente umano troverebbe limitazioni, le berline elettriche previste sarebbero equipaggiate con sistemi di intrattenimento e gestione integrata.

Tuttavia, non si può ignorare che le certezze normative rimangono ancora nebbiose. La promessa del 90% di riduzione degli incidenti necessita di verifiche indipendenti e di dati concreti derivanti da contesti reali, non da simulazioni controllate. Rimangono questioni spinose e non risolte: chi è responsabile civile in caso di incidente? Come proteggere i dati raccolti dai sensori? Quale sarà l’impatto occupazionale sui conducenti professionali, categoria già esposta a trasformazioni significative? L’accettazione sociale degli utenti costituirà un elemento determinante per il successo della transizione verso servizi di trasporto autonomo su larga scala.

La Danimarca ha dimostrato, nel corso degli anni, una propensione particolare verso la sperimentazione tecnologica e l’innovazione sostenibile. Il Ministro dei Trasporti e il Vejdirektoratet hanno espresso interesse favorevole verso il progetto, segnale incoraggiante. Tuttavia, il calendario rimane incerto e i tempi di implementazione tutt’altro che definiti. Per trasformare la promessa della tecnologia autonoma in un servizio reale e sostenibile, sarà necessario un investimento sostanziale in infrastrutture digitali, in sistemi di gestione avanzati delle flotte e nella loro integrazione organica con il trasporto pubblico esistente.

Il prossimo capitolo di questa storia dipenderà dai test pilota in corso e dalle evidenze oggettive che emergeranno in merito a sicurezza ed efficacia. Gli osservatori mantengono uno sguardo attento, consapevoli che il risultato di questo esperimento danese potrebbe influenzare significativamente le politiche di regolamentazione dei veicoli autonomi in tutta Europa. La strada verso una mobilità completamente autonoma è ancora lunga, ma i segnali provenienti dal nord europeo suggeriscono che il viaggio è inequivocabilmente iniziato.

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