Richiamo Stellantis, rischio incendio per motore PureTech 1.2 Gen 3
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_3648130.jpg)
C’è aria di tempesta nei corridoi di Stellantis: la casa automobilistica si trova al centro di una vera e propria bufera a causa di un difetto tecnico che coinvolge la nuova generazione del motore PureTech 1.2. Non si tratta di un semplice grattacapo, ma di una questione che tocca da vicino la sicurezza di centinaia di migliaia di automobilisti in tutta Europa. Il motivo? Un richiamo auto di proporzioni massicce, che mette in discussione la solidità delle strategie di sviluppo dei propulsori di ultima generazione.
Il problema
Tutto ruota attorno a un elemento tanto piccolo quanto cruciale: il serraggio dadi nei tubi alta pressione del carburante. In parole povere, un fissaggio non ottimale dei dadi che tengono insieme i tubi può trasformarsi in un problema serio, capace di causare perdite di benzina e, nella peggiore delle ipotesi, di innescare un rischio incendio che nessun automobilista vorrebbe mai dover affrontare. La faccenda, dunque, non è affatto da sottovalutare: la sicurezza stradale viene prima di tutto e, in casi come questo, ogni dettaglio fa la differenza.
Il difetto coinvolge veicoli di numerosi marchi del gruppo: da Alfa Romeo a Citroën, passando per DS, Fiat, Jeep, Lancia, Opel e Peugeot. Un ventaglio di brand che copre praticamente ogni segmento del mercato, a dimostrazione di quanto sia ampio il raggio d’azione del problema. I modelli sotto la lente montano il motore PureTech 1.2 sia nella sua declinazione tradizionale sia nella variante mild hybrid, con potenze che spaziano tra i 100 e i 145 cavalli, e sono stati prodotti tra il 2023 e il 2025. In altre parole, chi ha acquistato un’auto nuova negli ultimi mesi farebbe bene a prestare attenzione: la prudenza, in questi casi, non è mai troppa.
Nuovi problemi di affidabilità
Quello che lascia davvero l’amaro in bocca è l’ironia della situazione. La terza generazione del propulsore era stata presentata come la soluzione definitiva ai problemi cronici delle versioni precedenti, in particolare alle ben note criticità della cinghia di distribuzione in bagno d’olio. E invece, proprio quando sembrava che la strada fosse finalmente in discesa, ecco arrivare la doccia fredda. Il nuovo motore EB Gen3, riprogettato con catena di distribuzione e oltre il 70% dei componenti completamente rinnovati, avrebbe dovuto rappresentare un balzo in avanti sotto il profilo dell’affidabilità. Ma la realtà, come spesso accade, ha deciso di mettere i bastoni tra le ruote.
Nonostante le rassicurazioni di Stellantis, che tende a minimizzare la probabilità di incidenti gravi, la portata del richiamo auto solleva più di un interrogativo. È lecito chiedersi se la corsa all’innovazione e la crescente complessità tecnologica delle vetture moderne non stiano giocando un brutto scherzo alla qualità costruttiva. Un tempo si diceva che “le auto di una volta erano indistruttibili”, oggi invece sembra che ogni nuovo passo avanti comporti anche nuovi rischi e imprevisti.
Un’azione gratuita
L’azienda, per parte sua, ha già messo in campo un piano d’azione: intervento gratuito presso le officine autorizzate per risolvere il problema con un corretto serraggio dadi. Nel frattempo, ai proprietari dei veicoli coinvolti viene raccomandato di tenere gli occhi aperti su eventuali segnali di allarme: odore di benzina nell’abitacolo, consumi anomali o spie che si accendono improvvisamente sul cruscotto sono tutti campanelli d’allarme da non sottovalutare. In caso di anomalie, il consiglio è uno solo: rivolgersi immediatamente all’assistenza, senza aspettare che la situazione peggiori.
Ecco quindi che questa vicenda si trasforma in una sorta di banco di prova per la reputazione di Stellantis e dei suoi numerosi marchi. Gestire con trasparenza la comunicazione e agire tempestivamente saranno le chiavi per non incrinare ulteriormente la fiducia dei consumatori. Perché, in un mercato dove la concorrenza è spietata e la reputazione si costruisce (e si perde) in un attimo, ogni errore può diventare un boomerang difficile da gestire.
In conclusione, la lezione che si può trarre da questa vicenda è chiara: l’affidabilità resta il vero ago della bilancia nel rapporto tra automobilista e costruttore. E se è vero che l’innovazione non si ferma mai, è altrettanto vero che ogni progresso deve andare di pari passo con la sicurezza e la qualità. Perché, alla fine dei conti, nessuno vuole trovarsi al volante di un’auto che rischia di trasformarsi in una polveriera per un banale problema di serraggio dadi nei tubi alta pressione.
Se vuoi aggiornamenti su News inserisci la tua email nel box qui sotto:
Ti potrebbe interessare
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_3648086.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_3648092-scaled.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_3648094.jpg)
:format(webp)/www.motori.it/app/uploads/2025/07/wp_drafter_3648096-scaled.jpg)