Addio BMW Z4? La roadster bavarese resiste ancora
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C’è un profumo d’altri tempi nell’aria quando si parla della BMW Z4. Una fragranza che sa di libertà, di viaggi senza meta e di curve affrontate col vento tra i capelli. Oggi, mentre il mondo automobilistico si avvita su se stesso tra SUV ipertrofici e l’imperativo dell’elettrificazione, la roadster bavarese resta lì, caparbia, a ricordarci cosa significa davvero guidare per il puro piacere di farlo. Ma, come spesso accade alle icone, anche il suo destino si tinge di malinconia: il tramonto della Z4 sembra ormai prossimo, avvolto in quell’alone di incertezza che solo le grandi protagoniste sanno portare con eleganza.
Eppure, proprio quando tutto sembrava scritto, ecco che il mercato americano – sempre pronto a sorprendere – ha regalato una seconda giovinezza al modello. L’introduzione del cambio manuale ha fatto letteralmente impazzire gli appassionati d’oltreoceano, regalando alla Z4 una “boccata d’ossigeno” che ne ha posticipato l’uscita di scena almeno di un anno. Un segnale forte: la passione per la guida autentica, quella che passa attraverso la frizione e il sapore metallico delle marce, non è ancora morta. Anzi, si difende con le unghie e con i denti, in un panorama dove l’analogico rischia di essere fagocitato dalla digitalizzazione imperante.
Nel frattempo, il mondo del design si interroga su come potrebbe essere la cabrio perfetta per le nuove generazioni. E qui entra in scena il genio visionario di Luca Serafini, capace di riaccendere i riflettori sulla Z4 grazie a un rendering che la proietta direttamente nell’universo Neue Klasse. Un esercizio di stile che prende spunto dalla nuova filosofia estetica BMW, portando sulla Z4 linee tese, superfici pulite e un frontale ispirato alla rivoluzionaria BMW iX3. Le celebri griglie a rene, reinterpretate in chiave minimalista, si fondono con un elemento orizzontale che collega i gruppi ottici, donando alla vettura un aspetto contemporaneo senza tradire quell’eleganza che da sempre contraddistingue la stirpe delle roadster di Monaco.
Ma la realtà, si sa, spesso non fa sconti ai sognatori. Da Monaco arriva una doccia fredda: nessun piano concreto per applicare il linguaggio stilistico della Neue Klasse alla Z4. Il percorso tracciato dalla Casa tedesca è un altro: dopo la BMW iX3, toccherà alla nuova generazione della 3 Series nel 2026 e, a ruota, alla sportivissima M3 nel 2027. Un programma che conferma la volontà di BMW di spingere sull’acceleratore dell’innovazione, lasciando però la Z4, almeno per ora, ai margini di questa rivoluzione.
E così, la BMW Z4 si ritrova ad essere una delle ultime vere sportive analogiche rimaste sul mercato. Un baluardo di piacere di guida puro, in un’epoca in cui le emozioni sembrano dover essere filtrate da software e batterie al litio. Il suo futuro resta appeso a un filo, tra la nostalgia di chi l’ha amata e la consapevolezza che, forse, il tempo delle cabriolet tradizionali sta davvero finendo. Eppure, ogni volta che la si vede sfrecciare con la capote abbassata, si ha la netta sensazione che certi miti non tramonteranno mai del tutto.
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