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Renault: stime al ribasso e nuove strategie per il 2025

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 17 lug 2025
Renault: stime al ribasso e nuove strategie per il 2025
Renault nomina Duncan Minto CEO ad interim dopo l’addio di de Meo. Ricavi in crescita ma previsioni 2025 riviste al ribasso. Focus su stabilità e taglio costi.

In un clima di profonda incertezza e sotto la lente di una transizione manageriale senza precedenti, Renault si trova oggi al centro di un vero e proprio bivio strategico. L’annuncio della nomina di Duncan Minto come CEO ad interim del gruppo francese ha segnato un punto di svolta per il costruttore della Losanga, chiamato a navigare tra risultati finanziari in chiaroscuro e una complessa ricerca di stabilità al vertice. Mentre il Consiglio di Amministrazione accelera i tempi per individuare il successore di Luca de Meo – con una decisione definitiva attesa entro la fine di luglio – la guida temporanea di Minto, figura di comprovata esperienza interna, assume un ruolo cruciale per garantire quella continuità gestionale che il mercato auto europeo, oggi più che mai, pretende con urgenza.

Duncan Minto, classe 1975, è un nome che non ha bisogno di presentazioni all’interno della galassia Renault. Scozzese di nascita e manager di lungo corso, ha mosso i primi passi nel gruppo nel 2001, scalando progressivamente i ranghi della divisione finanziaria. Da CFO di Dacia e Alpine fino alla recente promozione alla direzione finanziaria del gruppo lo scorso marzo, Minto ha costruito la sua credibilità sulla solidità dei numeri e su una visione pragmatica che ora viene messa alla prova nella veste di traghettatore in una delle fasi più delicate per la casa francese.

La scelta di affidare a Minto la reggenza ad interim non è certo casuale: il Consiglio ha puntato su una figura esterna alla rosa dei candidati finali per il ruolo di CEO, garantendo così un processo di selezione improntato all’imparzialità e alla trasparenza. Una mossa che risponde alla necessità di evitare qualsiasi conflitto di interessi e che permette al gruppo di lavorare a testa bassa sui dossier più urgenti, senza che la partita delle nomine interferisca con la gestione quotidiana.

Nel frattempo, Jean Dominique Senard, presidente del gruppo, continua a esercitare un ruolo di coordinamento delle attività operative, pur senza poter assumere incarichi esecutivi per via dei limiti statutari legati all’età. Una presenza discreta ma costante, quella di Senard, che si traduce in un equilibrio delicato tra leadership e rispetto delle regole societarie.

Ma se la partita della governance è ancora tutta da giocare, sul fronte dei numeri la realtà appare meno rosea del previsto. I dati preliminari del primo semestre 2025 restituiscono l’immagine di una Renault che, pur registrando ricavi in crescita del 2,5% fino a quota 27,6 miliardi di euro, deve fare i conti con un margine operativo che si attesta al 6% e, soprattutto, con un free cash flow ridotto all’osso: appena 47 milioni di euro, a fronte di un capitale circolante netto negativo per circa 900 milioni. Un segnale che non lascia spazio a interpretazioni e che riflette la pressione crescente a cui è sottoposto il comparto automotive europeo.

A preoccupare in modo particolare è stato il mese di giugno, durante il quale le vendite sono risultate nettamente inferiori alle aspettative. Il mercato auto continentale ha mostrato segnali di rallentamento, con una domanda in calo e una pressione commerciale sempre più marcata, in particolare nel segmento dei veicoli commerciali. Le difficoltà non si sono limitate alla sola dinamica della domanda: anche le tempistiche di fatturazione hanno contribuito a complicare il quadro, rallentando ulteriormente la generazione di cassa e mettendo sotto stress l’intera filiera produttiva.

In questo contesto, Renault si è vista costretta a rivedere le proprie previsioni 2025 al ribasso. Il nuovo target di margine operativo è stato fissato attorno al 6,5%, in calo rispetto all’obiettivo iniziale del 7% o superiore. Anche il free cash flow atteso per l’anno in corso è stato drasticamente ridimensionato, collocandosi ora in una forbice compresa tra 1 e 1,5 miliardi di euro, ben lontano dai 2 miliardi preventivati in precedenza. Una revisione che, pur inevitabile, conferma la necessità di un cambio di passo deciso nella gestione delle risorse e nella strategia commerciale.

Proprio sul fronte della strategia, il gruppo francese mantiene il focus su un approccio orientato al valore piuttosto che ai volumi. Una scelta che punta a proteggere i lanci di prodotto e a rafforzare un piano di riduzione costi che coinvolge tutte le aree nevralgiche dell’azienda: dalle spese generali all’efficienza produttiva, fino all’ottimizzazione della ricerca e sviluppo. Un percorso di razionalizzazione che vede protagonista anche Denis Le Vot, responsabile delle attività commerciali, chiamato a guidare la riorganizzazione della rete e a individuare nuove opportunità nei mercati emergenti.

Tutti i dettagli sulle performance semestrali saranno illustrati il prossimo 31 luglio, data in cui Renault svelerà ufficialmente i risultati e le linee guida per il futuro. Nel frattempo, il gruppo si prepara a vivere settimane di grande fermento, tra attese per la nuova leadership e la necessità di rassicurare investitori e stakeholder su una traiettoria di crescita che, nonostante le difficoltà, resta saldamente ancorata alla volontà di consolidare la propria posizione nel panorama internazionale dell’auto.

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