Rc auto, premi in crescita: a Napoli polizze record, Enna la più economica
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Nel panorama delle assicurazioni italiane, il 2025 si sta confermando come un anno da segnare in rosso per chi deve mettere mano al portafoglio per la propria Rc auto. Un rincaro che sembra non conoscere sosta, tanto da far parlare apertamente di una vera e propria “stangata” per milioni di automobilisti. Il nuovo bollettino dell’Ivass, l’istituto di vigilanza sul settore, non lascia spazio a dubbi: il premio medio delle tariffe assicurative per le auto ha toccato quota 415 euro nel secondo trimestre dell’anno, segnando un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma ciò che fa davvero riflettere è il balzo del 17,5% rispetto a tre anni fa, quando il costo si fermava a 353 euro. Un trend che sembra inarrestabile e che, come sottolineano le associazioni dei consumatori, pesa sempre di più sui bilanci delle famiglie.
Non si tratta di semplici numeri: questi aumenti si traducono in una maggiore spesa complessiva che, secondo i calcoli del Codacons, ha già superato i 2 miliardi di euro nell’ultimo triennio, considerando le circa 33,5 milioni di auto assicurate nel nostro Paese. Una cifra che rende bene l’idea della portata di questo fenomeno e che alimenta il malcontento tra gli automobilisti, costretti a fare i conti con costi in costante crescita anche in presenza di un’inflazione ormai sotto controllo e di una diminuzione degli incidenti stradali.
Ma il dato che più colpisce, come spesso accade quando si parla di assicurazioni, è la profonda disomogeneità che caratterizza il territorio nazionale. Guardando alla classifica province, emerge con forza la solita spaccatura tra Nord e Sud, ma anche tra grandi città e aree più periferiche. Napoli si conferma ancora una volta la maglia nera d’Italia, con un premio medio che raggiunge la cifra record di 597,6 euro. A ruota seguono Prato (586,7 euro) e Caserta (532,4 euro), in un podio che ormai da anni vede protagoniste le stesse realtà, segno di un problema strutturale che nessuna riforma è ancora riuscita a scardinare.
All’estremo opposto, invece, troviamo Enna, la provincia più virtuosa in assoluto, dove il costo della Rc auto si ferma a 298,9 euro. Una differenza di quasi 300 euro rispetto al capoluogo campano, che rende bene l’idea di quanto il fattore geografico continui a pesare in modo determinante sulle tariffe assicurative. E non si tratta di un caso isolato: anche Potenza (304,6 euro) e Oristano (311 euro) si confermano tra le realtà più economiche, dimostrando che, almeno in alcune zone d’Italia, assicurare l’auto può ancora essere un’operazione accessibile.
La forbice tra le province si allarga ulteriormente se si analizzano i tassi di crescita dei premi negli ultimi dodici mesi. Se a Roma e Aosta si registra un balzo del 5,6%, in Calabria la situazione è ben diversa, con Vibo Valentia che limita l’aumento all’1,4%. Dati che testimoniano come il fenomeno degli aumenti polizze non sia uniforme e che, anzi, risenta fortemente delle dinamiche locali, legate sia al numero di sinistri sia alle politiche commerciali delle compagnie.
Ma non sono solo le province del Sud a dover fare i conti con costi sopra la media. Molte realtà del Centro-Nord, infatti, registrano valori ben superiori alla media nazionale: Firenze, Lucca, Pisa e Genova si attestano tutte tra i 480 e i 490 euro, mentre Milano si mantiene leggermente sotto la soglia con 399,7 euro. Un dato che sorprende, soprattutto se si considera la presenza di un mercato competitivo e di una maggiore offerta di servizi. Eppure, la pressione sulle tariffe assicurative resta elevata anche nelle aree più sviluppate, segno che il problema riguarda ormai l’intero Paese.
A lanciare l’allarme sono anche le associazioni dei consumatori. Assoutenti, in particolare, denuncia come questo trend al rialzo non trovi giustificazione né nei dati sull’inflazione né in quelli relativi agli incidenti stradali, ormai in calo. L’associazione chiede a gran voce interventi strutturali per riformare il settore, a partire dall’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sull’indennizzo diretto, che potrebbe rappresentare una svolta nella gestione dei sinistri e nella determinazione dei premi.
Insomma, per gli automobilisti italiani il quadro non è dei più rosei. Tra aumenti polizze che non accennano a fermarsi, differenze territoriali sempre più marcate e la sensazione di una tutela ancora troppo debole, la Rc auto si conferma una delle voci di spesa più pesanti nel bilancio familiare. E se non arriveranno presto risposte concrete, il rischio è che la forbice tra chi può permettersi una copertura adeguata e chi invece è costretto a fare i conti con tariffe insostenibili sia destinata ad allargarsi ulteriormente.
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