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Porsche Panamera beccata a 204 km/h: multa annullata per un motivo insolito

Di Fabrizio Gimena
Pubblicato il 14 lug 2025
Porsche Panamera beccata a 204 km/h: multa annullata per un motivo insolito
Automobilista su Porsche Panamera a 204 km/h evita la multa per mancanza del carnet metrologico. Il caso solleva dubbi sui controlli stradali in Francia

Un caso che ha fatto discutere la Francia e che rischia di diventare un precedente nella giurisprudenza europea: una Porsche Panamera pizzicata a correre a ben 204 km/h sull’autostrada A40, dove il limite è fissato a 110 km/h, è riuscita a sfuggire a ogni conseguenza grazie a un cavillo burocratico. L’episodio, avvenuto nel giugno 2025, ha messo in luce tutte le crepe di un sistema di controlli stradali che, se da un lato mira a garantire la sicurezza, dall’altro si ritrova ostaggio delle proprie stesse regole formali.

Il problema nel radar

Tutto ruota attorno al famigerato carnet metrologico, il documento che attesta la corretta calibrazione dei dispositivi di rilevamento della velocità. In questo caso, la mancanza di tale certificazione ha rappresentato un vizio di forma che ha reso nulla l’intera procedura di accertamento dell’eccesso di velocità. Un dettaglio, certo, ma sufficiente a far saltare la sanzione, la decurtazione dei punti e persino i sei mesi di reclusione con sospensione richiesti dalla procura.

Non si tratta del classico automobilista sprovveduto: l’uomo al volante della Porsche Panamera era già noto alle forze dell’ordine per episodi simili, eppure, questa volta, è riuscito a spuntarla grazie all’abilità del suo legale. L’avvocato ha infatti puntato tutto sull’assenza del carnet metrologico, smontando l’accusa pezzo dopo pezzo e costringendo il giudice ad applicare la legge alla lettera. La normativa francese, in casi come questo, non lascia spazio a interpretazioni: senza la certificazione della taratura, il rilevamento perde ogni valore probatorio.

Opinione pubblica divisa

Il risultato? Un proscioglimento che ha spaccato in due l’opinione pubblica e acceso il dibattito sulla reale efficacia dei controlli stradali in Francia. Da una parte c’è chi difende a spada tratta le garanzie procedurali, sottolineando come il rispetto delle regole sia la base di ogni sistema giuridico moderno. Dall’altra, però, cresce la preoccupazione per una burocrazia che rischia di diventare un boomerang, vanificando gli sforzi per contrastare comportamenti pericolosi come l’eccesso di velocità.

L’episodio dell’autostrada A40 non è un caso isolato, ma piuttosto la punta dell’iceberg di una vulnerabilità sistemica che potrebbe avere ripercussioni ben più ampie. Se basta una dimenticanza nella documentazione per annullare una sanzione, il rischio è che la certezza della pena venga meno, soprattutto nei confronti di chi ha le risorse e la competenza per sfruttare le pieghe della legge. Non a caso, la sentenza del 24 giugno 2025 è stata letta da molti come un vero e proprio campanello d’allarme per le autorità francesi, chiamate ora a rivedere in profondità i protocolli di verifica e gestione documentale.

Le conseguenze di questo caso

Non è difficile immaginare le possibili conseguenze: se la “scappatoia” del vizio di forma dovesse diventare una prassi consolidata, a rimetterci sarebbe la sicurezza collettiva. Il messaggio che rischia di passare è chiaro: chi conosce bene le regole (o può permettersi un buon avvocato) può aggirare il sistema, mentre il cittadino comune resta esposto alle stesse sanzioni senza alcuna tutela aggiuntiva. In questo senso, la vicenda della Porsche Panamera si fa emblematica di una tensione sempre più evidente tra la forma e la sostanza della giustizia.

La domanda che molti si pongono è fin dove sia giusto spingersi nella tutela delle garanzie procedurali, soprattutto quando in gioco c’è la sicurezza sulle strade. È giusto annullare una multa per eccesso di velocità solo perché manca un timbro su un documento? O bisognerebbe privilegiare la sostanza dei fatti, garantendo comunque l’efficacia dei controlli stradali? Una questione che va ben oltre i confini della Francia e che potrebbe influenzare le scelte legislative in tutta Europa.

Alla luce di quanto accaduto sull’autostrada A40, non resta che attendere le mosse delle autorità francesi, chiamate a colmare le lacune normative e a ristabilire un equilibrio tra rigore formale e tutela della collettività. Una sfida non da poco, che impone riflessioni profonde sulla direzione da imprimere al futuro della giurisprudenza in materia di sicurezza stradale. Intanto, il caso della Porsche Panamera lanciata a 204 km/h resta lì, a ricordarci che, a volte, la differenza tra colpevolezza e innocenza può dipendere da un semplice foglio di carta.

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