Porsche spiazza tutti: ritorno al benzina per Boxster e Cayman
Una vera e propria svolta epocale scuote il mondo dell’automobile sportiva: la Porsche riscrive la sua strategia di elettrificazione e sorprende appassionati e addetti ai lavori con una decisione destinata a far discutere. Dopo anni di annunci e proclami, la casa di Zuffenhausen compie una parziale marcia indietro e rivede profondamente i suoi piani per il futuro delle sue sportive, confermando che la prossima generazione di Boxster e Cayman non abbandonerà del tutto il caro e amato motore a benzina. Un cambio di rotta che sa di ritorno alle origini e che, tra nostalgia e lungimiranza, ridefinisce l’identità del marchio.
Il colpo di scena arriva proprio quando si avvicina la fine della produzione degli attuali modelli di 718, prevista già per il prossimo mese. Eppure, se fino a ieri sembrava scritto che la nuova generazione sarebbe stata esclusivamente elettrica, oggi si apprende che le versioni top di gamma – verosimilmente le più estreme e desiderate RS – continueranno a far battere il cuore degli appassionati con la sinfonia del propulsore termico. Un vero e proprio “colpo di reni” che testimonia quanto il fascino delle sportive tradizionali sia ancora ben saldo nel DNA di Porsche.
Ma non è tutto oro quel che luccica: mentre le versioni entry-level e mid-range delle nuove 718 si convertiranno completamente all’elettrico, lasciando ai puristi la scelta delle varianti più prestazionali a benzina, l’azienda si trova ora davanti a un bivio tecnico non di poco conto. Sul tavolo ci sono due opzioni: da un lato, la possibilità di sviluppare una piattaforma unica, capace di ospitare sia motorizzazioni elettriche che termiche – una sfida tanto affascinante quanto onerosa e complessa – dall’altro, l’aggiornamento della piattaforma MMB, in uso dal 2016, che potrebbe rappresentare la via più pragmatica e razionale, soprattutto considerando che la 718 rimane una nicchia, seppur iconica, nell’ampio ventaglio della gamma Porsche.
Chi sogna di mettere le mani su una nuova Boxster o Cayman a benzina, però, dovrà armarsi di pazienza: il debutto delle versioni termiche è previsto solo verso la fine del decennio, creando un vuoto temporaneo nell’offerta di sportive “vecchia scuola” di fascia media. Un’attesa che, c’è da scommetterci, non farà che aumentare il desiderio tra i cultori del marchio.
La revisione della strategia di elettrificazione non si limita però alla gamma delle coupé e spider. All’orizzonte si profila infatti un nuovo SUV a benzina con opzione ibrido plug in, destinato a raccogliere l’eredità della prima generazione di Macan entro il 2028. Un segnale chiaro che Porsche non intende rinunciare al segmento dei SUV ad alte prestazioni, tanto amato dal pubblico quanto cruciale per i bilanci della casa tedesca. Nel frattempo, prosegue lo sviluppo della Cayenne elettrica, mentre la Taycan si conferma il pilastro dell’offerta a zero emissioni.
Anche i progetti più ambiziosi subiscono una revisione: il nuovo SUV a tre file, inizialmente concepito come esclusivamente elettrico, vedrà la luce anche in varianti termiche e ibride, adattandosi a un mercato in continua evoluzione e alle richieste di una clientela sempre più esigente e variegata.
Ma il vero baluardo della tradizione resta la 911, l’icona indiscussa di Zuffenhausen, che continuerà a sfrecciare con il motore posteriore a combustione almeno fino al 2030. In parallelo, si prevede un’espansione delle versioni ibride, destinate ad affiancare le attuali GTS e Turbo S, senza snaturare l’essenza di un modello che rappresenta da sempre il cuore pulsante del marchio. E non è tutto: i leggendari motore V8 continueranno a ruggire sotto il cofano di Cayenne e Panamera almeno fino alla metà degli anni ’30, mantenendo vivo quel mix di potenza e tradizione che ha reso grande il nome Porsche.
In questo scenario, però, bisogna registrare anche qualche rinuncia: la tanto chiacchierata Mission X, la supercar che avrebbe dovuto segnare una nuova era per il marchio, sembra essere stata messa in stand-by, almeno per il momento. Una scelta che riflette il rallentamento degli investimenti sui modelli puramente elettrici, in attesa che il mercato delle sportive a batteria decolli davvero.
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