Cosa stai cercando?
Cerca

L’azzardo di Polestar: 600 milioni da Geely per restare in gioco

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 21 dic 2025
L’azzardo di Polestar: 600 milioni da Geely per restare in gioco
Polestar riceve una linea di credito fino a 600 milioni da Geely per sostenere la liquidità. Il prestito è convertibile in azioni e accompagna la crescita dei ricavi.

In un settore dove la corsa all’innovazione si gioca spesso sul filo della liquidità, la vicenda di Polestar rappresenta uno spartiacque emblematico. Il marchio svedese, celebre per la sua vocazione elettrica e la partnership con Volvo, si trova ora a navigare acque turbolente: la notizia della nuova linea di credito da 600 milioni di dollari, garantita dal colosso cinese Geely, è destinata a lasciare il segno non solo sui bilanci ma anche nella percezione del mercato. Non si tratta solo di numeri, ma di un vero e proprio termometro della fiducia che l’azionista principale ripone in una società la cui sopravvivenza sembra, oggi più che mai, appesa a un filo.

Scorrendo le pieghe del bilancio, balza subito all’occhio il dato che più di tutti pesa come un macigno: il free cash flow negativo per 1,37 miliardi di dollari. Una cifra che, se da un lato testimonia gli investimenti e la volontà di espansione, dall’altro accende un faro sulle criticità di una struttura finanziaria ancora lontana dalla sostenibilità. A questo si aggiunge un current ratio di appena 0,43: in pratica, le passività a breve termine superano di gran lunga le disponibilità liquide, una situazione che non lascia dormire sonni tranquilli agli analisti più attenti.

Eppure, il quadro non è solo ombre. Sul fronte commerciale, Polestar mette a segno una crescita dei ricavi del 24,8%, raggiungendo quota 2,55 miliardi di dollari. Un risultato che si deve, in larga parte, all’arrivo sul mercato dei modelli Polestar 2, 3 e 4, prodotti che testimoniano una vitalità operativa che poche realtà del settore possono vantare. Ma la vera partita si gioca sul piano finanziario, dove ogni scelta pesa come una mano di poker: la linea di credito sottoscritta con Geely prevede l’accesso immediato a 300 milioni di dollari, con altri 300 milioni vincolati al consenso del prestatore. Un’ancora di salvezza, certo, ma a un costo non trascurabile: Term SOFR più 3,00% annuo, con la spada di Damocle della clausola di conversione in azioni sempre pronta a scattare.

Ed è proprio qui che si annida il vero rischio: la possibilità che il debito venga convertito in azioni rappresenta una minaccia di diluizione per gli azionisti attuali, che vedrebbero così erodersi il proprio peso specifico all’interno della società. In altre parole, una scommessa che può trasformarsi in un boomerang se le condizioni di mercato dovessero peggiorare. D’altronde, il sostegno di Geely si configura come un’arma a doppio taglio: da un lato, garantisce la continuità operativa e offre a Polestar il tempo necessario per consolidare la propria posizione nel segmento premium, in diretta concorrenza con giganti come Tesla e BYD; dall’altro, espone l’azienda al rischio di una dipendenza cronica da capitali esterni, con tutte le incognite che questo comporta.

Non sorprende, quindi, che il titolo ADS (American Depositary Shares) di Polestar continui a oscillare in borsa, riflettendo le incertezze di un mercato che fatica a intravedere una rotta chiara verso la redditività. Nell’ultima sessione, il valore si è mosso tra 11,88 e 13,25 dollari, a testimonianza di una volatilità che sembra ormai essere la regola, più che l’eccezione. Gli investitori si dividono tra chi vede nella mossa di Geely una solida iniezione di fiducia e chi, invece, teme che ogni nuova richiesta di fondi possa diventare sempre più onerosa, man mano che il tempo passa e la concorrenza si fa più spietata.

Seguici anche sui canali social
Seguici su TikTok @motori_it
Seguici su TikTok
Motori_it
Seguici su X

Ti potrebbe interessare