Nokian Tyres: l’intervista a Mika Häkkinen

Tommaso Giacomelli
08 Ottobre 2018
Mika Hakkinen 2

Durante l’evento di Nokian Tyres a Portimao, in Portogallo, dove sono stati presentati i nuovi pneumatici estivi, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Mika Häkkinen con il quale abbiamo scambiato una serie di domande.

Trends: Pneumatici

A margine dell’evento Nokian Tyres sul circuito internazionale di Portimao, in Portagallo, in cui sono stati presentati i nuovi pneumatici estivi Powerproof e Wetproof, abbiamo incontrato una leggenda del Motorsport, che risponde al nome di Mika Häkkinen, il finlandese volante, capace di vincere il titolo mondiale di Formula 1 in due occasioni, nel 1998 e nel 1999, quando era al volante della McLaren-Mercedes. Attualmente l’ex iridato lavora come ambasciatore di questo prestigioso brand finlandese di pneumatici, ed è anche parte attiva del team, sviluppando e testando le nuove gomme in prima persona.

Appena arriva sulla scena, presentato insieme al resto della squadra di Nokian, si percepisce la sua aura di grandezza, frutto delle pagine epiche che ha scritto nella massima competizione motoristica a quattro ruote. Non importa se nel suo curriculum ci sono a referto 20 vittorie, 26 pole position e 51 podi in F1, duelli incredibili in pista con Michael Schumacher, uno che detiene quasi tutti i record della categoria, riuscendo persino a batterlo in due stagioni davvero indimenticabili, Mika si presenta con gli altri con grande semplicità, simpatia ed eleganza, un vero gentleman. Scopriamo quindi che Mr. Häkkinen non è solo un fuoriclasse con il volante in mano, anche se da lì a breve ci ricorderà perché il suo soprannome è “the Flying Finn“. Abbiamo, infatti, l’opportunità di salire a bordo con lui, su una Mercedes-Benz C43 AMG equipaggiata con i nuovi pneumatici Nokian Tyres Powerproof, per alcuni giri di pista in cui ci ha fatto terribilmente divertire, viaggiando a velocità stratosferiche pur mantenendo sempre il massimo del controllo in ogni situazione e rendendosi disponibile anche per un piacevole scambio di battute.

L’indomani mattina abbiamo avuto modo di parlare con lui, porgendoli alcune questioni, dalle quali non si è tirato indietro, dimostrando grande cordialità e anche uno spiccato senso dell’umorismo. Quindi, una volta rotto il ghiaccio e messa da parte l’emozione di parlare con un’autentica icona della Formula 1, è arrivato il momento delle domande:

La tua esperienza nella Formula 1, quanto ti aiuta nella vita quotidiana con le auto di tutti i giorni?

«Guidare una Formula 1 è un’esperienza incredibile, ti mette di fronte ad una serie infinita di situazioni. Adesso quando prendo la macchina e guido sulle strade, o nel traffico, sono un buon guidatore (ride). La cosa che reputo più importante è la sicurezza, la responsabilità sulle strade è fondamentale. Non si può fare il pazzo sulle vie pubbliche, ci sono tante persone che si spostano, ci sono famiglie, con la mia esperienza conosco le situazioni che possono mettere in pericolo gli altri e riesco ed evitarle. Così, io mi reputo un buon guidatore, tengo sempre la distanza dalle altre auto (ride)».

Quanto sei orgoglioso di rappresentare un premium brand di pneumatici del tuo Paese d’origine?

«Io credo che Nokian Tyres abbia fatto un ottimo lavoro. Sono stati la prima compagnia a realizzare lo pneumatico invernale, sono sempre concentrati per raggiungere il massimo della sicurezza per i passeggeri e il guidatore. La loro attenzione sugli elementi che permettono di raggiungere i massimi standard di sicurezza è veramente alta. Inoltre, all’interno del team si respira una grande atmosfera, sono un gruppo unito che collabora al meglio. Alcuni giorni fa abbiamo fatto dei test sulle nuove gomme ultra performanti, ed è stato veramente affascinante scoprire quanto sono buone. Quando sul circuito ho spinto al massimo, mi sono sentito sicuro, quando ho schiacciato a fondo sui freni avevo il massimo del controllo. Hanno fatto davvero un ottimo lavoro».

Tu provieni dalla Finlandia, puoi spiegarci il significato della parola “Sisu“, molto in uso tra i piloti tuoi connazionali?

«Sì, è una parola finlandese, che tradotta in italiano significa coraggio, quando ti butti in una situazione in cui serve una grande dose di coraggio, allora quella la parola giusta. La Finlandia è davvero un Paese bellissimo, abbiamo una splendida estate, un altrettanto splendido inverno, ma nel periodo che troviamo nel mezzo la qualità cambia. Quando vivevo là, e dovevo andare a scuola, o a lavoro quando ero un ragazzo, ricordo le condizioni atmosferiche che erano minacciose con temperature veramente rigide. Quando guardavo fuori dalla finestra e dovevo fare cinque chilometri a piedi per andare a scuola, affrontando quel clima, beh in quel caso serviva molto Sisu (ride)».

Parliamo di Formula 1. Cosa pensi della F1 odierna e cosa ti auspichi per il suo futuro, cosa può renderla ancora più competitiva?

«Il livello tecnico della F1 attuale è altissimo. Oggi le vetture sono più complicate rispetto a quelle della mia epoca, basti pensare a tutti i comandi che hanno sul volante. Fra l’altro, i piloti che corrono adesso sono fantastici e veramente talentuosi, perché rispetto alla mia epoca, non hanno tantissimi test a disposizione per girare con le vetture sui circuiti, loro entrano in macchina conoscendo poco il proprio mezzo. In passato i test erano tantissimi, oggi si usano i simulatori, ma non sono la stessa cosa. Per rendere la Formula 1 ancora più competitiva, secondo me, ci vorrebbe l’approdo di un altro costruttore di pneumatici. Una competizione fra due fornitori potrebbe innalzare ancora di più l’asticella della competitività. Durante i miei anni vi era davvero una lotta tra pneumatici molto serrata, e questo ha portato sicuramente dei benefici allo sport».

In questi giorni si parla moltissimo dei team orders, credi che l’uso degli ordini di squadra sia una pratica corretta in F1?

«E’ un tema molto complicato. Per un pilota è difficile da digerire, ma la Formula 1 è un gioco di squadra, per vincere il titolo è logico che venga fatto questo. Io reputo che siano corretti, se in questo modo il team può ottenere il traguardo massimo che è la vittoria».

Tu hai avuto un grande rivale come Michael Schumacher, qual era il vostro rapporto in pista e fuori dalla pista?

«Abbiamo corso delle gare incredibili insieme, non ci sono dubbi. Avevamo un temperamento molto simile in pista, Michael era molto meticoloso nel lavoro, mentre fuori dalla pista probabilmente abbiamo due caratteri differenti, anche se Michael possiede un grande senso dell’umorismo. Ogni volta che lo guardavo lavorare, era sempre impegnato a fondo, e questo è logico, aveva una professionalità fuori dal comune. Ma quello che posso dire su di lui, in modo sicuro, è che è una persona che non molla mai».

Sei stato il protagonista di uno dei sorpassi più iconici nella storia della F1, quello fra te, Michael Schumacher e Ricardo Zonta, sul circuito di SPA nel 2000. Cosa è scattato nella tua mente, in quel momento, per renderlo possibile?

«E’ stata una situazione veramente incredibile, stavamo combattendo con le emozioni, perché dovevo superare Michael Schumacher al massimo della velocità, ad oltre 300 km/h, in un’epoca in cui gli incidenti capitavano. Combatti con le emozioni, ma sei forte, sei affamato, questo mi ha dato la spinta per dare di più, per trovare la soluzione per passare Michael. Fortunatamente nel mezzo di questa sfida c’era Ricardo Zonta, a quel punto ho visto l’opportunità arrivare di fronte a me. L’auto di Ricardo Zonta stava procedendo lentamente, ho visto Michael prendere la direzione per superarlo sulla sinistra, così io non l’ho seguito. Ricardo non stava tenendo la traiettoria giusta, avrebbe potuto cambiare direzione o scontrarsi con me, causando un gran disastro. Io ho preso il rischio, nella mia testa ho detto questa è la mia decisione, passo alla sua destra e spingo al massimo. Alla fine ce l’ho fatta. Fortunatamente non ho dovuto fare sempre sorpassi di questo tipo durante i GP (ride)».

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