Peugeot 106 Rallye e GTi: le piccole bombe diventate icone di sportività
            
    
C’è chi la ricorda per le sue dimensioni compatte, chi per la sua grinta inaspettata e chi, ancora oggi, la cerca con passione tra gli annunci delle auto d’epoca: la Peugeot 106 compie trent’anni e, nonostante il tempo che passa, resta un vero e proprio simbolo di sportività accessibile e genuina. Nata all’inizio degli anni Novanta, quando la Peugeot 205 dominava ancora la scena, la piccola del Leone ha saputo conquistare il cuore di milioni di automobilisti europei grazie a un mix irresistibile di praticità e carattere. Eppure, la sua storia non è quella di una semplice “sorella minore”, ma di una citycar che ha saputo imporsi con una personalità tutta sua.
Quando la Peugeot 106 fece il suo debutto nell’autunno del 1991, il mercato delle compatte era più agguerrito che mai. Peugeot rispose con un modello sviluppato sul pianale della Citroën AX, ma affinato con quella cura per i dettagli e quell’attenzione al piacere di guida che hanno sempre contraddistinto il marchio francese. Il risultato? Una vettura agile, parsimoniosa nei consumi e sorprendentemente divertente tra le curve, capace di interpretare con disinvoltura sia il ruolo di compagna fedele per il traffico cittadino sia quello di piccola peste per le gite fuori porta.
Ma è nella declinazione sportiva che la 106 ha davvero lasciato il segno. La prima versione a mostrare il suo lato più vivace fu la 106 XSi, presentata sin da subito insieme al modello base. Non era una semplice “allestimento sportivo”: la XSi vantava passaruota allargati, cerchi in lega da 14 pollici e interni specifici con sedili avvolgenti, pronti ad accogliere chi non voleva rinunciare al brivido della guida. Sotto il cofano, il motore 1.4 TU da 100 CV garantiva prestazioni di tutto rispetto per l’epoca, spingendo la piccola Peugeot fino a 190 km/h. E, come se non bastasse, nel 1994 arrivò l’aggiornamento con il propulsore 1.6 da 103 CV, che innalzò ulteriormente l’asticella della sportività senza però sacrificare la facilità d’uso quotidiana.
Il vero sogno proibito degli appassionati, però, era la 106 Rallye. Introdotta nel 1993 e pensata per i giovani piloti e per chi voleva avvicinarsi al mondo dei rally senza spendere una fortuna, la Rallye era la quintessenza della leggerezza e della purezza meccanica. Via tutto il superfluo: interni ridotti all’osso, cerchi in lamiera bianchi e un peso piuma di appena 765 kg. Il cuore pulsante era il TU2 da 1.294 cc e 98 CV, meno potente della leggendaria 205 Rallye a carburatori, ma più regolare nell’erogazione e decisamente più affidabile. Grazie a un cambio dagli innesti cortissimi e a un assetto affilato come un rasoio, la Rallye regalava emozioni autentiche a ogni curva, diventando un vero e proprio oggetto di culto per gli amanti della guida senza filtri.
La gamma motorizzazioni della 106 si è evoluta negli anni, spaziando da soluzioni economiche per chi cercava solo praticità fino alle versioni più grintose dedicate ai veri appassionati. Nel 1996, il restyling ha segnato un punto di svolta: le linee sono diventate più morbide e moderne, le dimensioni leggermente cresciute per migliorare comfort e abitabilità. La XSi ha lasciato il posto alla GTi (nota come S16 in alcuni mercati), equipaggiata con il brillante 1.6 16V da 120 CV, finalmente capace di superare la fatidica soglia dei 200 km/h. La Rallye, dal canto suo, ha adottato lo stesso motore della GTi, ma ha mantenuto quell’allestimento spartano che la rendeva inconfondibile e irresistibile per i puristi.
Con l’arrivo della 206 nel 1998, la parabola della 106 ha iniziato lentamente a declinare. La GTi è rimasta a listino fino al 2003, mentre la Rallye ha lasciato il passo a versioni più convenzionali, segnando la fine di un’epoca in cui anche una citycar poteva far battere il cuore. Dopo tredici anni di carriera e oltre 2,8 milioni di esemplari venduti, la produzione della 106 si è conclusa nel giugno 2004, lasciando dietro di sé una scia di ricordi indelebili e una reputazione che, ancora oggi, la rende una delle piccole sportive più amate di sempre.
Oggi la Peugeot 106, in particolare nelle sue versioni più grintose come la 106 XSi e la 106 Rallye, è diventata un’autentica auto da collezione. Simbolo di un’epoca in cui la sportività non era appannaggio di potenze esagerate o tecnologie sofisticate, ma nasceva dalla leggerezza, dall’agilità e dalla capacità di emozionare con poco. Un pezzo di storia che continua a far sognare gli appassionati e a ricordarci che, a volte, il vero piacere di guida sta nelle cose semplici e ben fatte.
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