Omoda accende la Milan Games Week con Omoda 5 SHS-H
Quando un brand decide di raccontarsi, la scelta del palcoscenico diventa determinante. È esattamente quello che Omoda e Jaecoo hanno compreso durante la Milan Games Week (28-30 novembre, Rho Fiera Milano), trasformando tre giorni di esposizione in qualcosa di profondamente diverso da ciò che l’automotive tradizionalmente propone. Non una semplice vetrina, ma un ecosistema narrativo capace di parlare alle generazioni che vivono nel digitale, che respirano connettività e che cercano nelle esperienze qualcosa di più della semplice transazione commerciale.
L’Urban Playground rappresenta il cuore pulsante di questa operazione strategica. Un padiglione che ha osato rifiutare la retorica dell’automobile come oggetto isolato, per abbracciarvi invece una visione dove gaming, musica, robotica e innovazione tecnologica dialogano senza fratture. Il visitatore non si trovava di fronte a uno spazio freddo di esposizione, ma a un vero e proprio percorso multisensoriale: luci che modulavano l’atmosfera, DJ set che scandivano il ritmo, performance di breakdance che catturavano lo sguardo, dimostrazioni robotiche che alimentavano lo stupore. Tutto convergia verso un unico obiettivo: comunicare che la tecnologia non è un accessorio, ma il fondamento stesso della proposta valoriale.
Al centro di questa narrazione troviamo la Omoda 5 SHS H, presentata non come automobile nel senso convenzionale del termine, ma come scultura tecnologica. La tecnologia SHS (Super Hybrid System) emerge quale elemento strategico nella crescita europea del marchio, una specie di firma distintiva che promette di posizionare i brand al crocevia tra mobilità tradizionale e innovazione digitale. L’illuminazione, i sistemi di connettività, ogni dettaglio è stato pensato per creare una continuità fluida tra il reale e il digitale, tra l’esperienza fisica e quella virtuale.
Ciò che rende particolarmente efficace questa strategia è la capacità di catalizzare l’interesse attraverso meccanismi ludici. Le postazioni interattive hanno funzionato come magneti per l’attenzione: partite a Rocket League, tiri in porta su reti a grandezza naturale, challenge gamificate che spingevano i visitatori a condividere spontaneamente sui social. Non c’è bisogno di forzare la comunicazione quando lo stesso visitatore diviene involontario ambasciatore del brand. La collaborazione con streamer e content creator ha amplificato ulteriormente questa risonanza, permettendo ai marchi di raggiungere direttamente il target under 35 appassionato di tecnologia e intrattenimento digitale, ben oltre i confini fisici della fiera.
Il robot AiMOGA merita una menzione particolare. Non si tratta di un gadget, ma di una dichiarazione di intenti: la robotica e la connettività non sono mere aggiunte, bensì strumenti narrativi fondamentali per raccontare un ecosistema che trascende il singolo prodotto automobilistico. È qui che emerge la vera visione strategica dell’azienda, quella che posiziona questi brand come attori nell’ambito della innovazione complessiva, non solamente della mobilità.
Dal punto di vista commerciale, la scelta rivela un calcolo preciso: consolidare la presenza europea e promuovere la tecnologia SHS come elemento distintivo nel 2025. Iniziative come l’«OJ Premiere Day» seguono la medesima logica, lanciando più modelli simultaneamente per generare risonanza mediatica e engagement diffuso.
Tuttavia, occorre riconoscere una tensione latente in questa strategia. L’enfasi sull’intrattenimento, sebbene effervescente e coinvolgente, rischia di relegare in secondo piano informazioni tecniche cruciali per gli acquirenti seri: autonomia reale, consumi verificati, rete di assistenza territoriale, garanzie concrete. Questi dettagli dovranno necessariamente emergere nelle fasi successive, durante le prove su strada e negli incontri commerciali diretti.
La formula sperimentata da Omoda e Jaecoo testimonia come l’automotive stia reinventando il contatto con le nuove generazioni attraverso format ibridi. L’unione tra auto, gaming e robotica rappresenta uno strumento narrativo potente e affascinante, purché supportato da trasparenza tecnica autentica e da un chiaro piano di after-sales robusto. La partecipazione alla Milan Games Week rimane dunque un caso studio significativo di come il settore stia ripensando profondamente la comunicazione con il pubblico contemporaneo.
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