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Nuovo pickup compatto BYD plug-in hybrid in arrivo entro il 2026

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 4 dic 2025
Nuovo pickup compatto BYD plug-in hybrid in arrivo entro il 2026
BYD testa un pickup compatto per il 2026: struttura unibody, possibile tecnologia plug-in hybrid e prezzo più accessibile rispetto allo Shark per espandere la presenza in Sud America.

Se c’è una cosa che caratterizza BYD negli ultimi anni, è la capacità di leggere i mercati con straordinaria precisione, anticipando le mosse della concorrenza e posizionandosi esattamente dove serve. Ebbene, la casa automobilistica cinese sta per fare un ulteriore passo in avanti nel segmento dei pickup, portando sul mercato – entro il 2026 – un nuovo modello che rappresenta una vera e propria democratizzazione del genere. Parliamo di un pickup compatto a doppia cabina, pensato espressamente per intercettare quella fascia di clientela che ama la versatilità ma rimane sensibile al prezzo finale.

Il nuovo veicolo si posizionerà deliberatamente al di sotto dello Shark, il pickup di punta di BYD che ha già conquistato milioni di appassionati in giro per il mondo. Non si tratta di una semplice riduzione dimensionale, bensì di una vera e propria ricalibrazione concettuale: meno lusso, meno pretese in termini di prestazioni estreme, e un focus marcato sulla praticità d’uso. Le dimensioni risulteranno sensibilmente inferiori rispetto allo Shark – che, va ricordato, misura 5.457 mm di lunghezza – così come gli interni saranno orientati verso la funzionalità piuttosto che verso i sofisticati livelli di comfort della gamma superiore.

Tecnicamente, la scelta più discussa riguarda l’adozione di una struttura unibody, piuttosto che del tradizionale telaio a longheroni. È una decisione che, per quanto ragionevole dal punto di vista del confort stradale e della maneggevolezza urbana, tradisce in parte le esigenze di chi utilizza il pickup come strumento di lavoro serio. Le sospensioni doppio quadrilatero seguono la stessa logica: garantiscono stabilità eccezionale in strada, ma sacrificano quella robustezza strutturale che gli utilizzatori più conservatori continuano a richiedere. È il classico compromesso che caratterizza l’evoluzione dell’automotive contemporaneo.

Dal punto di vista meccanico, BYD dovrebbe ricorrere nuovamente alla tecnologia plug-in hybrid, quella stessa che ha permesso allo Shark di raggiungere oltre 430 cavalli, accelerando da 0 a 100 km/h in appena 5,7 secondi. L’architettura ipotizzata comprende un motore a benzina 1.5 litri abbinato a motorizzazioni elettriche, una formula che consente di ottimizzare i consumi mantenendo prestazioni contenute. Non è una soluzione rivoluzionaria, ma rappresenta quella che potremmo definire come una maturità tecnologica ben consolidata.

La strategia commerciale sottesa a questo progetto è altrettanto interessante: si tratta di un’espansione consapevole verso i mercati emergenti, in particolare l’America Latina, dove la domanda di veicoli versatili continua a rimanere robusta. Basti considerare che nel novembre 2025 BYD ha già esportato circa 34.672 unità di Shark in Messico, Brasile, Panama, Cambogia e Australia. C’è dunque un terreno fertile, e il DMO – il Design Management Office di BYD – ha chiaramente identificato una nicchia di mercato ancora scoperta.

 

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