Nuove normative UE minacciano milioni di vecchi diesel: rischio rottamazione
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L’Unione Europea si prepara a una svolta epocale che interesserà milioni di automobilisti: la stretta sui veicoli datati con motore diesel potrebbe diventare realtà già dal 2025. Questa misura mira a uniformare i controlli tecnici in tutti i Paesi membri, introducendo verifiche più severe e obbligatorie sulla presenza e la funzionalità del filtro antiparticolato (DPF), dispositivo essenziale per ridurre le emissioni inquinanti. Le nuove normative UE, concepite per garantire un miglioramento significativo della qualità dell’aria, segnano un punto di non ritorno per i diesel più vecchi e privi di adeguati sistemi di controllo delle emissioni.
Situazione poco omogenea
Attualmente, il panorama europeo presenta una situazione disomogenea: Paesi come la Spagna e la Polonia effettuano già revisioni annuali che includono il controllo del chilometraggio, mentre la Germania adotta un sistema biennale e manifesta resistenze significative verso la regolamentazione comunitaria. Uno degli aspetti più critici riguarda la verifica del filtro antiparticolato, spesso assente nei veicoli più datati o disattivato dai proprietari per evitare i costi di sostituzione, che possono raggiungere i 3.000 euro. Finora, i controlli si sono limitati alla misurazione dell’opacità dei gas di scarico, un approccio che lascia spazio a molte lacune. La nuova normativa punta a colmare questa falla, rendendo obbligatorio un controllo più approfondito e sistematico.
Tuttavia, questa iniziativa solleva non poche preoccupazioni sul piano sociale. Per molte famiglie a basso reddito e lavoratori, i diesel di 10-15 anni rappresentano l’unica opzione di mobilità accessibile. La prospettiva di una rottamazione forzata rischia di aggravare ulteriormente le disuguaglianze, creando un problema di mobilità per le fasce più vulnerabili della popolazione. A questo si aggiungono le resistenze di alcuni governi, come quello tedesco, che considerano le misure “sproporzionate e onerose”. Secondo le autorità tedesche, l’età di un veicolo non è necessariamente sinonimo di pericolosità, soprattutto se la manutenzione è adeguata.
Sfida di Bruxelles
La sfida per Bruxelles sarà quella di trovare un equilibrio tra gli ambiziosi obiettivi ambientali e le necessità economiche di milioni di cittadini europei. Da un lato, la riduzione delle emissioni è una priorità imprescindibile per combattere il cambiamento climatico e migliorare la salute pubblica; dall’altro, è fondamentale garantire che le nuove regolamentazioni non penalizzino ulteriormente chi si trova già in difficoltà economiche. In questo contesto, si discute anche di incentivi per favorire la transizione verso veicoli più moderni e meno inquinanti, ma il loro impatto reale dipenderà dall’entità dei finanziamenti e dalla loro distribuzione.
Nonostante le criticità, l’introduzione di normative più stringenti sui veicoli datati rappresenta un passo importante verso un futuro più sostenibile. L’implementazione di queste misure richiederà uno sforzo congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, produttori automobilistici e cittadini. La strada è ancora lunga, ma l’obiettivo è chiaro: garantire un ambiente più pulito e una mobilità più sicura per tutti.
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