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O la ami o la lasci: la rivoluzione (radicale) di Jaguar

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 19 lug 2025
O la ami o la lasci: la rivoluzione (radicale) di Jaguar
Nuova Jaguar con la Type 00: design esuberante, prezzi premium e focus su una clientela giovane e moderna nell’era elettrica.

C’è aria di rivoluzione a Coventry: il vento del cambiamento soffia impetuoso tra le mura della storica casa automobilistica britannica, e questa volta il cambiamento non è solo una questione di Jaguar. Il marchio, che per decenni ha rappresentato il connubio perfetto tra eleganza e tradizione, ha deciso di tagliare i ponti con il passato per abbracciare una nuova visione che non teme di lasciare indietro la maggior parte della sua affezionata clientela. È la fine di un’epoca e l’inizio di una sfida senza precedenti, dove l’innovazione non è più un’opzione, ma una dichiarazione di intenti.

Tutto ruota attorno a un nome che promette di riscrivere le regole: Type 00. È questo il primo tassello di una gamma completamente rinnovata, simbolo della metamorfosi in atto. Il marchio, di proprietà di Tata Motors, ha scelto di scommettere tutto su una strategia di elettrificazione totale, mandando in pensione – quasi senza rimpianti – i motori a combustione che avevano fatto la storia. Non si tratta di una semplice transizione tecnica: qui siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione culturale.

La sfida dalle parole di Rawdon Glover

Il coraggio di questa svolta è testimoniato dalle parole di Rawdon Glover, Managing Director di Jaguar, che non si nasconde dietro mezzi termini: “Questa trasformazione potrebbe costarci fino all’85% della clientela attuale”. Un dato che, più che un rischio, suona come una sfida lanciata a un mercato sempre più esigente e segmentato. Non è più il tempo di inseguire i soliti noti del premium, come BMW o Audi. La nuova Jaguar punta dritto al cuore del lusso, con prezzi che non temono di superare la fatidica soglia delle sei cifre.

A dettare la rotta è una filosofia dirompente: Exuberant Modernism. Un nome che racchiude in sé la voglia di rompere gli schemi, lasciandosi alle spalle il rassicurante “Grace, Space, Pace” degli anni ’60 per abbracciare uno stile audace, artistico e senza compromessi. Lo conferma Martin Limpert, Global Managing Director della divisione Range Rover, che descrive la nuova identità come “un ambiente per persone giovani e orientate all’espressione personale”. Non è più il tempo dei gentlemen al volante, ma quello di una clientela giovane, dinamica, affamata di novità e pronta a investire su ciò che fa davvero la differenza.

Ed è proprio qui che entra in gioco il vero punto di svolta: il design. Secondo il management Jaguar, il powertrain è solo il tredicesimo criterio di scelta per chi acquista un’auto di lusso oltre i 100.000 dollari. In altre parole, non sono più i cavalli o le prestazioni a fare la differenza, ma l’esperienza, l’emozione, la capacità di stupire. Gli interni diventano così un palcoscenico di materiali pregiati, soluzioni innovative e dettagli sartoriali, dove ogni elemento è pensato per esaltare il senso di esclusività. Una filosofia che porta la firma di Gerry McGovern, Chief Creative Officer di Jaguar Land Rover, il cui tocco visionario si respira in ogni linea, in ogni scelta cromatica, in ogni dettaglio capace di catturare lo sguardo.

Pro e contro per Jaguar

Nel frattempo, la produzione dei modelli attuali è stata praticamente azzerata, fatta eccezione per la F-Pace che rimarrà in listino ancora per poco. Le indiscrezioni si rincorrono su un futuro SUV elettrico di altissimo livello, pronto a sfidare colossi come Bentley nel segmento EV, mentre la comunità degli appassionati si divide tra entusiasmo e nostalgia. Da un lato c’è chi vede in questa rivoluzione una ventata d’aria fresca, la possibilità di riscrivere le regole e di rilanciare il brand in una dimensione davvero globale; dall’altro, chi teme che il prezzo da pagare sia l’abbandono di quella tradizione che aveva reso Jaguar un’icona senza tempo.

In questo scenario, la scommessa è chiara: non si tratta più di accontentare tutti, ma di parlare a chi sa riconoscere il valore dell’innovazione e della personalità. La Jaguar di domani non sarà più solo un’auto, ma un manifesto di stile, un simbolo di appartenenza, una dichiarazione di unicità. Una scelta coraggiosa, forse rischiosa, ma che ha il sapore delle grandi imprese. E mentre il sipario si alza sulla nuova era, una cosa è certa: il futuro del lusso automobilistico si scrive qui, tra audacia, visione e un pizzico di sana follia britannica.

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