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Daihatsu rompe gli schemi: K-Open, la sportiva vecchia scuola del futuro

Di Emanuela Termonte
Pubblicato il 29 ott 2025
Daihatsu rompe gli schemi: K-Open, la sportiva vecchia scuola del futuro
Il concept K-Open di Daihatsu punta a un roadster RWD ispirato alla Copen. Sfide tecniche per adattare motore e trasmissione al segmento kei car; produzione non prima del 2027.

Il ritorno delle piccole sportive dal gusto retrò non è mai stato così atteso: tra le novità più sorprendenti viste al Japan Mobility Show 2025, la Daihatsu ha tolto i veli a un concept che promette di far battere il cuore agli appassionati di guida pura. Si chiama K-Open e, almeno sulla carta, sembra voler raccogliere la pesante eredità lasciata dalla leggendaria Copen. Un nome, quest’ultimo, che evoca subito emozioni forti e ricordi di curve affrontate col sorriso sulle labbra, grazie a dimensioni compatte e un feeling di guida autentico.

Cosa rende davvero speciale la nuova K-Open? Innanzitutto, il coraggio di proporre una RWD (trazione posteriore) in un segmento, quello delle kei car, dove la razionalità e il contenimento degli spazi hanno sempre dettato legge. Un’operazione da veri “artigiani” dell’ingegneria, dove ogni centimetro è stato studiato per offrire il massimo piacere di guida senza tradire le severe normative giapponesi sulle dimensioni e sulla potenza. La casa madre ha deciso di rompere gli schemi: niente display centrale, nessuna concessione alla moda degli schermi digitali, ma una plancia analogica che profuma di passato e di pura passione automobilistica.

Salendo a bordo della K-Open, si respira subito quell’atmosfera che solo le vere sportive sanno trasmettere: leva del cambio manuale a cinque marce, freno a mano tradizionale, maniglie in tessuto e un ambiente essenziale, privo di fronzoli. Qui il protagonista è il guidatore, chiamato a vivere ogni chilometro connesso alla meccanica, senza filtri tecnologici. Una scelta controcorrente che strizza l’occhio ai puristi, quelli che non rinunciano al piacere di “sentire” l’auto tra le mani.

Il cuore pulsante di questa rivoluzione porta la firma di Koji Sato, CEO di Toyota, che ha sottolineato come il progetto abbia richiesto un ripensamento radicale della disposizione degli elementi meccanici. Spostare il motore anteriormente e garantire la trazione posteriore in un corpo vettura così compatto è stata una vera sfida, quasi un esercizio di stile e di tecnica. Un lavoro certosino che dimostra quanto la Daihatsu sia determinata a riportare in auge lo spirito della Copen, ma con una marcia in più sul fronte della dinamica di guida.

Al momento, le specifiche tecniche restano avvolte nel mistero. La Copen attuale monta un tre cilindri turbo da 0,66 litri e 63 CV, perfettamente in linea con i limiti imposti alle kei car. Un dato che lascia intendere che anche la futura K-Open potrebbe puntare tutto su leggerezza e agilità, piuttosto che sulla potenza pura. Non va dimenticato che in passato la casa aveva già sperimentato soluzioni più “pepate”, come il 1.3 litri abbinato al cambio automatico, segno che la voglia di stupire non manca mai.

Resta da capire quale sarà la strada scelta per il modello di serie: rispettare fedelmente le regole delle kei car o concedersi qualche libertà in più per conquistare nuovi mercati? Una domanda tutt’altro che banale, soprattutto considerando che la produzione della Copen attuale proseguirà almeno fino ad agosto 2026. Difficile, quindi, che la nuova roadster possa debuttare prima del 2027, lasciando agli appassionati ancora qualche anno di attesa e di sogni a occhi aperti.

Il fascino di questa piccola sportiva sta tutto nel suo equilibrio tra prestazioni, praticità e costi. Una formula che la Daihatsu dovrà saper dosare con maestria per non deludere le aspettative di chi cerca un’auto emozionante, ma accessibile. La sfida è chiara: mantenere lo spirito giocoso e immediato della Copen, arricchendolo con una meccanica più raffinata e soluzioni tecniche da vera sportiva, senza però tradire la filosofia delle kei car.

La K-Open non è solo un concept, ma un manifesto di intenti. Un segnale forte, quasi provocatorio, in un mercato sempre più dominato da SUV e crossover, dove il piacere di guida rischia di essere sacrificato sull’altare della praticità. La casa giapponese, invece, rilancia: anche nel 2025 c’è spazio per chi vuole emozionarsi al volante, senza rinunciare a dimensioni compatte e a una costruzione intelligente. Ora la palla passa agli ingegneri e ai decisori aziendali, chiamati a trasformare questo sogno su quattro ruote in una realtà accessibile e desiderabile.

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