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La stangata del noleggio auto: rincari fino al 95% nelle città turistiche

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 4 ago 2025
La stangata del noleggio auto: rincari fino al 95% nelle città turistiche
Estate 2025, rincari record per il noleggio auto nelle principali città turistiche italiane: aumenti fino al 95%. Scopri dove e perché.

Con l’arrivo della stagione più attesa dell’anno, il noleggio auto nelle principali città turistiche italiane si trasforma in una vera e propria corsa ad ostacoli per chi sogna una vacanza senza pensieri. I dati più recenti parlano chiaro: per l’estate 2025 si prospetta un quadro tutt’altro che roseo, con i prezzi noleggio che schizzano alle stelle e mettono a dura prova la pazienza – e il portafoglio – dei viaggiatori.

Secondo le ultime rilevazioni dell’Federconsumatori, i rincari hanno raggiunto livelli da record, tanto da far tremare anche i più previdenti. Non si tratta solo di semplici aggiustamenti: si parla di un aumento prezzi medio del 23% rispetto allo scorso anno, con punte che sfiorano il 95% in località chiave come Torino, Roma e Napoli. Una situazione che, a ben vedere, rischia di mettere il bastone tra le ruote non solo ai vacanzieri, ma all’intero settore turismo nazionale.

A rendere la situazione ancora più intricata è la domanda concentrata nei punti nevralgici del viaggio: stazioni ferroviarie e aeroporti diventano veri e propri “ring” dove chi arriva per ultimo trova solo le briciole, e a caro prezzo. Basta dare uno sguardo alle mete più gettonate per rendersene conto: Bari, Palermo, Catania, Olbia e Alghero si confermano tra le città dove il prezzi noleggio raggiunge livelli difficilmente digeribili. Qui, la legge della domanda e dell’offerta sembra non conoscere limiti, e chi si affida al last minute rischia di dover scegliere tra una disponibilità ridotta e tariffe da capogiro.

Il periodo più “caldo” – in tutti i sensi – è quello che va dal 19 al 25 agosto. In questa settimana cruciale, noleggiare una utilitaria benzina di medie dimensioni, la categoria preferita da chi viaggia in famiglia o con gli amici, può arrivare a costare in media 437,47 euro. Una cifra che non include né assicurazioni aggiuntive né accessori, e che, sommata al costo del carburante – anch’esso tutt’altro che trascurabile – rischia di far saltare i piani anche dei viaggiatori più organizzati.

Di fronte a questo scenario, le associazioni dei consumatori hanno alzato la voce. L’Federconsumatori ha richiesto un intervento immediato da parte dell’autorità garante della concorrenza e dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, con l’obiettivo di indagare su possibili speculazioni e garantire maggiore trasparenza. Non si tratta solo di tutelare le famiglie italiane, ma di preservare la credibilità e la competitività del settore turismo italiano, già messo a dura prova da altre dinamiche di mercato.

In questo contesto, la parola d’ordine per i consumatori diventa “anticipo”. Prenotare con largo margine, confrontare con attenzione le diverse offerte disponibili e valutare tutte le opzioni rappresentano le uniche strategie vincenti per evitare brutte sorprese. D’altronde, in un mercato dove la variabilità dei prezzi noleggio sembra essere la sola certezza, la prudenza non è mai troppa.

Non bisogna dimenticare che la disponibilità di veicoli tende a ridursi drasticamente man mano che ci si avvicina all’alta stagione. Chi decide di organizzare il viaggio all’ultimo minuto si trova spesso costretto ad accettare condizioni poco vantaggiose, con la concreta possibilità di dover rinunciare a servizi fondamentali o pagare un sovrapprezzo non indifferente. Un aspetto, questo, che mette in luce quanto sia importante pianificare con attenzione ogni dettaglio, soprattutto quando si tratta di noleggio auto in città turistiche durante l’estate 2025.

Le segnalazioni raccolte dall’Federconsumatori non lasciano spazio a dubbi: la tendenza al aumento prezzi rischia di diventare la nuova normalità, con effetti a cascata su tutto il comparto. Le famiglie italiane, già alle prese con un’inflazione crescente e un potere d’acquisto ridotto, potrebbero essere costrette a rivedere le proprie abitudini di viaggio, privilegiando magari mete meno inflazionate o soluzioni alternative come il car sharing o il trasporto pubblico.

Nel frattempo, il settore si interroga sulle possibili cause di questi rincari: dalla riduzione della flotta disponibile – dovuta anche a ritardi nelle consegne dei nuovi veicoli – alle strategie commerciali delle principali compagnie, passando per la crescente domanda internazionale che rende il mercato ancora più competitivo. Un mosaico complesso, in cui ogni tessera contribuisce a delineare un quadro in continua evoluzione.

Alla luce di tutto ciò, è fondamentale che le istituzioni e le autorità di controllo intervengano per garantire un equilibrio tra domanda e offerta, tutelando sia i consumatori che gli operatori del settore. Solo così sarà possibile evitare che il noleggio auto diventi un lusso per pochi e che il settore turismo italiano perda la sua attrattiva, proprio nel momento in cui dovrebbe brillare di più.

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