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Nio in crisi: la sfida della sopravvivenza tra perdite record e strategia di rilancio

Di Simone Fiderlisi
Pubblicato il 2 set 2025
Nio in crisi: la sfida della sopravvivenza tra perdite record e strategia di rilancio
Nio affronta una crisi senza precedenti: perdite record, crollo in Borsa e una nuova strategia di taglio prezzi per tentare il rilancio nel settore elettrico.

Nel cuore pulsante della rivoluzione della mobilità elettrica, un nome ha sempre fatto rumore, tra innovazione e promesse di futuro: Nio. Ma oggi, la casa automobilistica cinese si trova a un passo dal baratro, in quella che si prospetta come una delle crisi più profonde mai vissute dal settore EV in Oriente. Il rischio di tracollo non è più solo una minaccia all’orizzonte, ma una realtà con cui il management deve fare i conti ogni giorno. E a confermarlo è lo stesso William Li, fondatore e CEO della società, che senza troppi giri di parole ha dichiarato: “La sopravvivenza stessa della nostra azienda è a rischio”. Una frase che pesa come un macigno su tutto l’ecosistema della mobilità elettrica cinese.

Fondata nel 2014 a Shanghai, Nio ha conquistato i riflettori grazie a una scommessa coraggiosa: puntare tutto sulla tecnologia del battery swapping, ovvero la sostituzione rapida della batteria, soluzione che prometteva di eliminare le ansie da autonomia e i tempi morti della ricarica. Una visione che ha reso il marchio un pioniere, costruendo una rete capillare di oltre 3.100 stazioni in Cina e iniziando la conquista dell’Europa. Ma, come spesso accade, ciò che appare come il punto di forza può trasformarsi in un tallone d’Achille.

I numeri non mentono: il primo trimestre del 2025 ha registrato una perdita netta di ben 6,7 miliardi di yuan (circa 810 milioni di euro), mentre il valore delle azioni è precipitato dai 67 dollari del 2021 agli attuali 5,54 dollari. Un crollo verticale che lascia poco spazio all’interpretazione e che fa tremare non solo gli investitori, ma anche chi crede nel futuro dell’auto elettrica made in China. E il paradosso è proprio qui: la rete di battery swapping, fiore all’occhiello del brand, si è trasformata in un fardello difficile da sostenere. Il mantenimento delle stazioni, infatti, costa tra i 100 e i 120 milioni di euro l’anno, una cifra che oggi pesa come un macigno sui bilanci già provati della casa automobilistica.

Non solo. A complicare il quadro ci si mette anche l’utilizzo non sempre virtuoso delle infrastrutture da parte dei clienti: c’è chi sostituisce batterie ancora cariche o sfrutta i veicoli come generatori mobili, comportamenti che aumentano i costi operativi e mettono sotto pressione un sistema già al limite. In un contesto simile, la parola d’ordine è diventata taglio costi. E così, per tentare di invertire la rotta, Nio ha lanciato una nuova strategia commerciale: il prezzo del nuovo Nio ES8, SUV elettrico di punta, è stato abbassato del 25% rispetto al modello precedente. Una mossa audace, che punta ad attirare nuovi clienti ma rischia di alienare chi ha acquistato in passato a prezzi più elevati, alimentando malcontento e dubbi sulla tenuta del brand.

Il vero banco di prova, però, restano le vendite. I dati parlano chiaro: nel primo semestre del 2025, Nio ha consegnato 114.150 veicoli, pari appena al 26% dell’obiettivo annuale fissato a 440.000 unità. Un risultato ben al di sotto delle aspettative e che appare ancora più preoccupante se confrontato con la performance dei principali competitor come Xpeng, Xiaomi e Leapmotor, tutti in crescita e pronti a erodere ulteriori quote di mercato. Il rischio, a questo punto, è che la rincorsa al ribasso dei prezzi si trasformi in una spirale difficile da arrestare, con margini sempre più sottili e una sostenibilità economica tutta da dimostrare.

Nonostante le difficoltà, William Li non ha mai smesso di credere nella visione originaria della sua azienda: un futuro in cui la mobilità elettrica sia accessibile, rapida e senza compromessi. Ma la realtà, oggi, impone scelte drastiche e una revisione profonda del modello di business. I prossimi mesi saranno cruciali: da un lato c’è la necessità di continuare a innovare, dall’altro l’urgenza di riportare i conti in equilibrio, senza sacrificare l’identità del marchio.

In definitiva, la storia di Nio è lo specchio delle sfide che attendono l’intero settore della mobilità elettrica: trovare un punto di equilibrio tra visione tecnologica e sostenibilità finanziaria, in un mercato che non fa sconti e dove solo chi saprà adattarsi potrà sopravvivere. Il rischio di vedere svanire un pioniere come Nio sarebbe un duro colpo non solo per la Cina, ma per l’intera industria globale dell’auto elettrica. Resta da vedere se la strategia di taglio costi e il rilancio del Nio ES8 saranno sufficienti a scrivere un nuovo capitolo di successo, o se la parola fine sia ormai dietro l’angolo.

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