Lamborghini Aventador Oakley: la trazione è posteriore!

Francesco Giorgi
16 Maggio 2011
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Lamborghini Aventador Oakley: la trazione è posteriore!

Oltre il 7% di potenza in più e trasmissione “tutto dietro” per l’ultima nata di Sant’Agata Bolognese riveduta e corretta dal tuner inglese.

Trends: Tuning Auto

Oltre il 7% di potenza in più e trasmissione “tutto dietro” per l’ultima nata di Sant’Agata Bolognese riveduta e corretta dal tuner inglese.

In questi giorni, l’ultima nata di Sant’Agata Bolognese si presenta in una veste ancora più arrabbiata: il “merito” va alla inglese Oakley Design, tuner specializzato nell’elaborazione di Gran turismo di prestigio.

Il primo lavoro di Oakley Design con un prodotto di Sant’Agata avviene con l’ultima nata sotto il segno del Toro: la Aventador, che dopo la cura Oakley “perde” la sigla LP700 e diventa LP760-2. Sotto questo codice si nasconde la potenza e una inedita trasmissione, che torna alle due “classiche” ruote motrici posteriori.

Esterni: carbonio senza eccessi

L’aspetto esteriore della Aventador by Oakley viene reso ancora più estremo dall’adozione di alcuni particolari in carbonio: solo pochi componenti che, in questa categoria di vetture, vengono impiegati non solo per accentuare il carattere della vettura, ma anche per motivi pratici. Ecco, quindi, le prese d’aria più ampie davanti alle ruote posteriori, nuove modanature alle “minigonne” laterali, nuovi montanti posteriori e i cerchi Hre che montano pneumatici Pirelli Pzero da 255/35 ZR19 all’anteriore e 355/30 ZR20 al posteriore.

Nella sostanza, il corpo vettura non cambia poi molto: l’estrema aerodinamicità data dal design aeronautico della Aventador “di serie” va bene già così com’è. Maggiore attenzione, al contrario (ma senza esagerare), è stata riservata al motore e alla trasmissione. Qua sì, che la musica cambia.

 

Motore: quei 50 cavalli in più

Tanto per cominciare, i 700 CV sprigionati dal V12 da 6598 cc (che garantiscono una velocità massima di 350 km/h e appena 2,9 secondi per lo scatto da 0 a 100 km/h) non bastavano più. I tecnici di Oakley Design, grazie a un impianto di scarico ridisegnato e dai flussi più “liberi” e all’immancabile rimappatura della centralina, hanno guadagnato oltre 50 CV (più del 7% di potenza aggiuntiva), il che ha portato la cavalleria della Aventador a oltre 750 CV. Per comodità è stata scelta la sigla Lp760.

Invariate le sospensioni a doppio triangolo e ammortizzatori Ohlins a sistema idraulico Lifting System (per alzare il muso della vettura fino a 40 mm in caso di fondo stradale sconnesso) e schema push-rod simile in tutto e per tutto alle geometrie utilizzate sulle monoposto di F1.

Trazione: ora è posteriore

Per rendere la Aventador ancora più impegnativa da domare, i pochissimi facoltosi che potranno permettersi uno dei cinque esemplari “riveduti e corretti” da Oakley avranno la sorpresa di trovarsi a tu per tu con una GT a trazione posteriore. E’ stata, infatti, eliminata la trazione integrale permanente a ripartitore di coppia Haldex a gestione elettronica fra l’avantreno e il retrotreno: in questa elaborazione, la recentissima GT del Toro torna al classico schema “tutto dietro”.

Il prezzo dell’elaborazione Oakley Design non è stato comunicato, ma è lecito attendersi un importo adeguato alla limitatissima serie prevista e al prezzo di vendita della Aventador Lp700 (da 306.000 euro).

Lamborghini Aventador a Roma

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