Giappone, l’industria dell’auto in ginocchio

Noemi Ricci
21 Marzo 2011
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Giappone, l’industria dell'auto in ginocchio

Pesanti ripercussioni per l’industria automobilistica a causa dei tragici avvenimenti in Giappone. Praticamente ferma la produzione mondiale.

Pesanti ripercussioni per l’industria automobilistica a causa dei tragici avvenimenti in Giappone. Praticamente ferma la produzione mondiale.

La tragedia del terremoto e dello tsunami in Giappone continua ad investire tutto il mondo su vari fronti, con il blocco di tutte le operazioni a livello nazionale, non ultime quelle del settore automobilistico. Sono pesanti gli effetti per l’industria dell’auto a livello globale causati dallo stop prolungato dei costruttori giapponesi di automobili, iniziano a fermarsi infatti anche gli stabilimenti fuori dal territorio giapponese. 

Secondo le stime di IHS Global Insight, questo ha già causato delle perdite produttive per un totale di circa 250.000 vetture. La Toyota ha infatti deciso di fermare almeno fino a domani sia i propri impianti che quelli delle sussidiarie. Suzuki rimane ferma ancora oggi con gli impianti di Kosai, Iwata, Toyokawa e Sagara. Nessuna attività fino a ieri neanche per Nissan Motor negli impianti di Oppama, Tochigi, Nissan Shatai e Yokohama. Solo questa oggi dovrebbe far ripartire la produzione di componenti in sei dei suoi impianti in  territorio giapponese.

Una reazione a catena importante ma che non giunge del tutto inaspettata, lo stesso Marchionne in occasione della presentazione al presidente della repubblica Giorgio Napolitano della nuova Lancia Thema lo aveva anticipato, dichiarando «l’impatto ci sarà, ma non credo che durerà molto». Per ora l’ad Fiat rivela di non aver ancora accusato effetti negativi «ma è troppo presto, aspettiamo».

Accusano invece un deficit gli impianti della Renault, a causa dei mancati rifornimenti della componentistica dal Giappone. La Casa automobilistica francese è  quindi forzata a ridurre del 15-20% la produzione dei suoi impianti di Busan nella Corea del Sud, che si tradurra in circa 3 mila veicoli mensili in meno, sui 20 mila normalmente prodotti.

Per lo stesso motivo, arriva oggi anche lo stop di Opel negli stabilimenti di Saragozza in Spagna – dove i lavori erano già stati rallentati nelle scorse giornate – e in quello tedesco di Eisenach. In particolare manca un componente elettronico per la produzione della Opel Corsa. Problemi infine anche per General Motors,  che prevede di fermare la produzione nello stabilimento di Shreveport, in Louisiana  dalla prossima settimana.

Il sisma in Giappone ferma la produzione di auto

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