F1: nel GP di Monaco Hamilton trionfa nel segno di Lauda

Valerio Verdone
26 Maggio 2019

Il campione del mondo in carica con un casco che celebra Niki Lauda vince una gara difficile davanti ad un Verstappen scatenato e penalizzato secondo Vettel terzo Bottas

Dopo le qualifiche, che hanno visto le Mercedes protagoniste assolute, inizia la gara del Principato di Monaco di F1 con l’incognita meteo e il cielo che minaccia pioggia. Parte bene Hamilton dalla pole position e si mette davanti a Bottas che era stato affiancato da Verstappen, il quale transita in terza posizione davanti a Vettel, poi tutto il gruppo con le Williams in coda.

Leclerc guadagna 3 posizioni e inizia la sua rimonta su un tracciato impossibile. Mentre i primi quattro si allontanano il pilota monegasco della Ferrari mette nel mirino Grosjean, cerca ogni varco utile per superarlo, e ci riesce al giro 8 bissando la manovra eseguita su Norris in precedenza.

La grinta di Leclerc però si spegne dopo l’ennesimo tentativo di sorpasso su Hulkenberg e la conseguente foratura della posteriore destra. Il numero 16 della Ferrari compie quasi un giro su tre ruote alla Villeneuve ma così facendo danneggia il fondo piatto e, in seguito ad una sosta ai box rientra in pista.

Nel corso dell’undicesimo giro entra la safety car e così iniziano le danze in corsia box con Verstappen che riparte davanti a Bottas dopo un’uscita garibaldina. Poco dopo il finlandese della Mercedes rientra nuovamente ai box a causa di una foratura (più precisamente una perdita di pressione dovuta alla rottura di un cerchio per via di un detrito) e monta un treno di gomme bianche per differenziare la strategia rispetto a quella di Hamilton che ha montato le gomme gialle.

Quando la safety car esce di scena Kubica viene toccato da Giovinazzi, si gira, e crea una sorta di ingorgo che risolve dopo qualche manovra da parte di 4 monoposto. Arrivati al giro numero 17 Leclerc torna ai box e monta le gomme rosse per spingere in attesa dell’arrivo della pioggia che potrebbe rimescolare le carte. Il pilota della Ferrari non molla ma con il fondo danneggiato non è semplice guidare la “Rossa” e infatti dopo una tornata si ritira pagando a caro prezzo l’errore del muretto box nel corso delle qualifiche.

Al giro 22 iniziano le preoccupazioni di Hamilton sulla durata delle gomme gialle manifestate durante un team radio, e Verstappen riceve 5 secondi di penalità da scontare a fine gara per la manovra ai box ai danni di Bottas.

In una gara che procede senza ulteriori colpi di scena, Sainz riesce a superare con una strategia azzeccata Kvyat, sfruttando la sosta ai box, e guadagna l’ottava posizione. Intanto in vetta Hamilton vede la sua posizione insidiata da Verstappen, che spinge per via della penalità di 5 secondi che dovrà scontare dopo la bandiera a scacchi, e chiede ai box per quale motivo non è stata considerata per lui l’ipotesi di montare le gomme bianche a mescola dura.

Al giro numero 50 la situazione non cambia, ma i primi due guadagnano un vantaggio considerevole sugli altri in seguito ai doppiaggi che hanno danneggiato in particolare Bottas, bloccato per più curve dietro Stroll. Otto giri più tardi Hamilton continua a manifestare insofferenza per la situazione delle gomme e Verstappen si avvicina per cercare un attacco.

Tutto questo potrebbe favorire Vettel, visto che può contare su un vantaggio di 5 secondi su Verstappen. Ma è sempre la lotta tra i primi due ad infiammare i tifosi considerando che dal muretto box hanno ricevuto l’ok per sfruttare la taratura più spinta delle power unit.

Verstappen non molla, si avvicina, ma Hamilton risponde, e a due giri dalla fine arriva il contatto alla chicane dopo il tunnel, ma le posizioni non cambiano. Si prevedono polemiche nel dopo gara, con l’ultimo giro che vede Hamilton transitare per primo sotto la bandiera a scacchi seguito da Verstappen e Vettel, ma il tedesco sale al secondo posto per la penalizzazione di 5 secondi inflitta al pilota olandese, e Bottas guadagna il terzo gradino del podio, pur arrivando quarto, per lo stesso motivo.

 

 

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