Bmw M4 DTM 2019: i segreti della tecnologia di propulsione

Francesco Giorgi
26 Aprile 2019
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Con l’introduzione dei nuovi regolamenti, la popolarissima serie Turismo tedesca inaugura l’era 2.0 turbo. Bmw si prepara al via celebrando i 50 anni dalla storica 2002 Ti turbo che vinse l’Europeo nel 1969.

DTM 2019: si cambia tutto. Per la ventesima edizione (da quando, cioè, il campionato riprese la propria attività nel 2000) della più popolare serie Turismo tedesca, debutta la nuova regolamentazione tecnica che di fatto abbandona l’architettura V8 aspirato in luogo del più “snello” (e, tecnologicamente, più avanzato e rispondente agli attuali dettami di engineering in materia di propulsione) 2.0 turbo 4 cilindri, diminuisce il peso minimo delle vetture che vi prederanno parte (981 kg senza il pilota ed il carburante, ovvero 50 kg in meno rispetto al 2018, il che porta le contendenti ad un eccezionale peso/potenza: circa 1,6 kg/CV), si aggiorna il sistema di ala posteriore DRS, che viene montato su appendici posteriori più larghe e “monoplano” e potrà essere azionato dai piloti soltanto a meno di 3” di distacco dalla vettura che precede in luogo del precedente 1” (tranne per i cinque minuti finali di ogni gara, che per aumentare la competitività delle vetture lasciano campo libero all’azionamento del DRS a prescindere dai distacchi in pista) e debutta il dispositivo “push-to-pass” che, in fase di sorpasso e per non più di dodici volte ad ogni gara, disattiva il limitatore elettronico al flusso di carburante ed eroga una trentina di CV supplementari.

Bmw 2.0 turbo: oggi come nel 1969

Con queste novità, Bmw saluta l’imminente “via” del DTM 2019, che scatterà ad Hockenheim nel fine settimana del 5 maggio, attraverso una novità… che si riallaccia ad un importante traguardo storico: in virtù dell’accennato nuovo regolamento, infatti, l’unità motrice “P48” che va ad equipaggiare la aggiornata Bmw M4 DTM, i tecnici della Divisione Bmw Motorsport salutano i cinquant’anni dal debutto agonistico (vittorioso) del primo motore turbocompresso per Bmw, che avvenne nel 1969 – anche grazie ai regolamenti dell’epoca nella serie Turismo continentale, che dal 1968 consentivano, sebbene per non più di due anni consecutivi per ciascun modello, la partecipazione di vetture che rispondevano al Gruppo 5 – con la leggendaria Bmw 2002 Ti, per l’occasione equipaggiata con il 2 litri “M121” dotato di turbocompressore, e l’espertissimo Dieter Quester. Nella stagione 1969 arrivò la conquista del titolo europeo Turismo.

Una evoluzione lunga mezzo secolo

Adesso, la storia si ripete, sebbene con le ovvie differenze di tecnologia e di preparazione. Tuttavia, il parallelismo storico e tecnico è interessante, in quanto la nuova Bmw M4 DTM è, in un certo senso, “nipote” della gloriosa stirpe “Neue Klasse” (la famiglia di berline disegnate dallo stilista italiano Giovanni Michelotti) che dal debutto sul mercato, avvenuto a metà anni 60, contribuirono a scrivere un nuovo capitolo per il Gruppo bavarese. Ad esempio, entrambe le unità motrici, il “vecchio” 2.0 M121 e il “nuovo” P48, vengono equipaggiate con un sistema di iniezione meccanica; mentre, al contrario, lo sviluppo tecnologico nei materiali, nei lubrificanti e, ovviamente, nell’elettronica, ha consentito eccezionali traguardi in termini di peso e di efficienza.

Se il 2 litri turbo, con pressione a 0,98 bar (valore prudenziale, essendo possibile all’epoca una pressione di ben 1,76 bar) della storica Bmw 2002 Ti del 1969 sviluppava una potenza di 280 CV a 6.500 giri/min, la attuale M4 DTM sprigiona oltre 600 CV a 9.500 giri/min (e, con la funzione “push-to-pass”, è in grado di aggiungerne altri 30) e, ai fini dell’attenzione ai costi, possiede una durata di lavoro nell’ordine di 6.000 km per ogni motore.

I tecnici Bmw Motorsport sottolineano inoltre gli ottimi valori di consumo: in ossequio alle nuove regolamentazioni per il DTM che fissano nuovi limiti, rispetto al precedente V8 la nuova unità 2.0 turbo 4 cilindri guadagna il 10% in efficienza (e, in rapporto allo storico M121, ben il 50% in più): ciò, all’atto pratico, è stato ottenuto con l’aiuto dell’iniezione diretta ad alta pressione, come si trova nei motori di produzione Bmw, così come una preparazione della miscela e della combustione – provato e testato in molte simulazioni e test – che consentono al motore di funzionare nella cosiddetta “modalità lean burn”, ma anche attraverso un costante studio sugli attriti ed al ricorso a componenti che garantiscano una adeguata resistenza alle alte temperature e che non richiedono l’adozione di tecnologie di raffreddamento del carburante. Da segnalare, infine, il ridottissimo peso complessivo del nuovo 2.0 turbo che equipaggia Bmw M4 DTM 2019: appena 85 kg.

Bmw M4 DTM: gli aggiornamenti all’aerodinamica

L’importante upgrade all’unità motrice sviluppato dai tecnici Bmw Motorsport si accompagna ad un rilevante aggiornamento complessivo all’aerodinamica per la nuova Bmw M4 DTM pronta a schierarsi al via della massima serie Turismo tedesca a partire dall’imminente weekend di Hockenheim. Nel dettaglio, in rapporto alla “vecchia” edizione 2018 la coupé bavarese presenta un nuovo disegno per l’impianto di scarico, decisamente accorciato (il terminale di scarico laterale, unico, si trova ora in corrispondenza del centro della porta destra, accanto alle feritoie di deflusso dell’aria: non c’è più, quindi, il doppio scarico, uno per ciascun lato del corpo vettura come in precedenza); un alettone posteriore “monoplano”  completamente ridisegnato (misura 520 mm in più in larghezza), ispirato alle forme di quello impiegato nelle vetture del Campionato GT giapponese, pur mantenendo il sistema DRS-Drag Reduction System, utile alla riduzione della resistenza aerodinamica prodotta dal veicolo; maggiori dimensioni alle prese d’aria integrate nel cofano motore, per un ottimale raffreddamento del nuovo intercooler; un profilo notevolmente meno accentuato per lo splitter anteriore, che risulta accorciato di 90 mm e, all’atto pratico, può rivelarsi più efficace (possedendo meno rischi di rottura in conseguenza degli eventuali urti) nelle sfide “corpo a corpo” con le altre vetture in lizza; un nuovo disegno per il diffusore posteriore, ribassato di 30 mm rispetto alla precedente versione, e la cui “rampa” torna a misurare 870 mm; una nuova, ed ancora più efficace ai fini dell’aerazione dell’abitacolo, bocchetta sul lunotto. Per motivi di sicurezza, inoltre, la nuova Bmw M4 DTM presenta, al proprio interno, la novità del sistema coordinato telecamera-display posteriore in luogo dello specchio centrale.

DTM 2019: via a Hockenheim; a giugno la “tappa” di Misano

La stagione 2019 del DTM, anticipata nel weekend del 18 aprile da una sessione di test collettivi che si sono svolti sul tracciato del Lausitzring, prenderà il via, nel primo fine settimana di maggio (da venerdì 3 a domenica 5) ad Hockenheim. Gli appuntamenti successivi si terranno, nell’ordine, sul circuito belga di Zolder (17-19 maggio), presso l’Autodromo Misano World Circuit “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico (7-9 giugno, unico appuntamento italiano con la serie Turismo tedesca), al Norisring (5-7 luglio), ad Assen (19-21 luglio), a Brands Hatch (lo “sconfinamento” oltremanica avrà luogo il 10 e l’11 agosto), nuovamente al Lausitzring (23-25 agosto), al Nurburgring (13-15 settembre, sul “piccolo tracciato” di 3,629 km); il DTM 2019 si concluderà, dal 4 al 6 ottobre, dove ha avuto inizio, vale a dire ad Hockenheim.

Mercedes saluta, Aston Martin è la “deb” di lusso

Tre le vetture al via (lo “squadrone” Mercedes-AMG trionfatore nel 2018 con l’inglese Gary Paffett, ha scelto da quest’anno, in vista dell’ingresso della Stella a Tre Punte nella Formula E a partire dalla stagione 2019-2020, di abbandonare il Deutsche Tourenwagen Meisterschaft, dopo un ventennio ininterrotto di partecipazioni): a contendersi il titolo, oltre a Bmw M4 DTM (schierata da due team, la squadra belga Bmw Team RBM e la compagine tedesca RMG, guidata da Stefan Rheinold), ci sono Audi RS5 DTM (la coupé di Ingolstadt verrà portata in gara da cinque squadre: il team ufficiale Audi Team Abt Sportsline, l’Audi Team Phoenix, l’Audi Team Rosberg ed il W Racing Team), ed il debutto di Aston Martin (primo Costruttore non tedesco nel DTM dopo 22 anni: ci si ricorderà della leggendaria partecipazione Alfa Romeo con le 155 GTA) che di fatto sostituisce Mercedes quale terzo “nome” nella serie (la vettura scelta è la Vantage AMR Turbo DTM per i colori del team svizzero R-Motorsport).

Bmw 2.0 turbo, 1969-2019, due generazioni a confronto: immagini ufficiali

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