A Torino si discute sull’opportunità di attivare il blocco del traffico per domenica, ma dovrebbe prevalere il “no”. Protestano gli ambientalisti.
A Torino si discute sull’opportunità di attivare il blocco del traffico per domenica, ma dovrebbe prevalere il “no”. Protestano gli ambientalisti.
Si ritorna a parlare di traffico e inquinamento a Torino e nei comuni dell’hinterland, ma stavolta, a differenza di quanto accaduto alcuni giorni fa, i provvedimenti presi potrebbero essere sostanzialmente differenti.
Se a fine gennaio si decise di bloccare il traffico per cercare di far abbassare il livello di PM10 nell’atmosfera, adesso al tavolo anti-smog presieduto dall’assessore provinciale all’Ambiente Roberto Ronco l’orientamento generale è quello della prudenza, che probabilmente si tradurrà con la decisione di non applicare nuove restrizioni alla circolazione degli autoveicoli per il prossimo weekend, optando per una “linea morbida” e un po’ attendista, nel tentativo da capire come si evolverà la situazione nei centri interessati.
“La situazione è ancora critica, ma non tale da bloccare immediatamente il traffico – ha dichiarato ieri l’assessore Roberto Ronco – abbiamo deciso di riunire il tavolo perché è meglio che ci abituiamo a valutare la situazione a anche quando non siamo all’emergenza. Anche perché le previsioni non lasciano sperare nella pioggia e febbraio, con gennaio, è tradizionalmente il mese più a rischio dal punto di vista delle micropolveri”. Parole che fanno capire come si preferisca un’attenta osservazione prima di passare all’azione.[!BANNER]
Una posizione che, com’era prevedibile, ha subito riscosso il disappunto e le critiche degli ambientalisti, che non hanno accolto positivamente il parere negativo per un blocco del traffico per la prossima domenica, accusando il Comune del capoluogo piemontese di non essersi attivato con il giusto impegno nel cercare di abbattere il livello di polveri sottili che da settimane ristagna nell’atmosfera.
Critiche a cui ha risposto l’assessore all’Ambiente della giunta torinese Roberto Tricarico, il quale ha spiegato che “la rete di monitoraggio dell’aria torinese – individuata dalla Regione Piemonte, ente competente – è conforme alla normativa nazionale. La legge prevede infatti, oltre ai criteri per definire la dislocazione delle centraline, anche gli strumenti e i metodi di rilevamento da adottare: centraline che permettano l’analisi gravimetrica del PM 10 presente nell’aria. Questa modalità prevede l’utilizzo di filtri che quotidianamente vengono prelevati e analizzati. Tali esami permettono di individuare anche la presenza di metalli e di Ipa, idrocarburi policiclici aromatici, e offrono un quadro più che completo dell’inquinamento. La necessità di ritirare i filtri da ciascuna centralina e di effettuare le analisi comporta, inevitabilmente, del tempo”.
Ci si avvia quindi ad uno scontro duro con accuse da entrambe le parti, ma mentre per il 6 febbraio lo stop al traffico appare un’ipotesi remota, c’è chi pensa già al prossimo weekend del 13 febbraio, quando il dilemma potrebbe ripresentarsi ancora una volta con relative polemiche a prescindere da quale sarà la decisione presa.