Targhe straniere: il Decreto Sicurezza dice stop ai furbetti

Francesco Giorgi
12 Novembre 2018
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Stangata per chi, residente in Italia da più di 60 giorni, venga pizzicato alla guida di un veicolo con targa estera: si va da almeno 712 euro di sanzione amministrativa fino alla confisca del mezzo.

Da molto tempo, chi circola in Italia al volante di un’auto con targa straniera è, di fatto, alla guida di un “mini paradiso fiscale”: sanzioni amministrative difficilmente applicabili, e in alcuni casi (“iniziative” messe in campo dai personaggi più abili), niente superbollo – varato nel 2011 dal Governo Berlusconi e, poco tempo dopo, inasprito dall’amministrazione Monti – per i veicoli più potenti, attuabile mediante un meccanismo che simula l’esportazione di auto di lusso. Per i cittadini stranieri irregolari, è anche più facile essere meno identificabili.

Un “buco”normativo (non era semplice dimostrare che un veicolo con targa straniera risultasse circolante in Italia per più di un anno; in ogni caso, la sanzione relativa – da 84 a 335 euro – è, per le auto più potenti, persino inferiore al superbollo) che, ora, viene colmato: lo indica una importante modifica al Codice della Strada – nello specifico, l’inserimento di una serie di comma all’art. 93 ed all’art. 132 – introdotta dal Decreto Sicurezza ed approvato nelle scorse ore dal Senato (ora la palla passa alla Camera per una sua approvazione “incondizionata”; altrimenti si tornerebbe ad un nuovo esame del Senato), che vieta alle persone residenti in Italia da più di 60 giorni a circolare con veicoli immatricolati all’estero.

Un provvedimento draconiano, scritto “di necessità virtù” in quanto, per anni, la legge italiana ha cercato di omologarsi alla legislazione in vigore in altri Paesi europei, che detta in soldoni applica le medesime sanzioni a tutti i “trasgressori “, prescindendo cioè dalla targa del veicolo, che fosse “nazionale” o meno. I risultati non sono tuttavia sempre stati soddisfacenti, ed ecco spiegato il motivo per il quale la “lotta ai furbetti delle targhe straniere” viene ufficializzata da una norma specifica.

Attenzione: il concetto di “fine dei giochi per i furbetti” vada letto in una accezione meno positiva di quanto si possa pensare. Tutto porta all’ipotesi che, alla base, vi sia una sostanziale scarsa capacità nel riuscire ad applicare a tutti, indistintamente, le sanzioni in caso di violazione alle norme del Codice della Strada.

Nello specifico, d’ora in poi chi – come detto, residente in Italia da più di 60 giorni – venga pizzicato al volante di un veicolo immatricolato all’estero, commette un illecito amministrativo che comporta una sanzione di almeno 712 euro (importo minimo) e l’obbligo di regolarizzare il veicolo in Italia: ci saranno 180 giorni di tempo per provvedere, nel frattempo il veicolo stesso viene tenuto in deposito. Qualora, trascorso questo termine, la “nazionalizzazione” non sia ancora avvenuta, il veicolo verrà confiscato.

Sussistono, in ogni caso, delle eccezioni: la circolazione con un veicolo avente targa estera resta possibile nel caso che il suo possesso sia documentato dalla stipula di un contratto di leasing, di comodato – previa documentazione dell’uso del veicolo da parte dell’azienda o società, situata in Europa, ad un proprio dipendente o collaboratore – o di locazione con una società la cui sede sia oltreconfine (ma sempre all’interno dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo) e non abbia filiali né succursali o sedi secondarie nel nostro Paese: il possessore, qui, deve poter dimostrare il lecito utilizzo del veicolo mediante un documento con data certa e firma dell’azienda intestataria perché sia possibile risalire alle condizioni ed alla durata del contratto.

Nel caso in cui non si intenda “nazionalizzare” definitivamente il veicolo in Italia, resta la possibilità di richiedere il “foglio di via” e le relative targhe provvisorie in Motorizzazione, previa (ovviamente) consegna delle targhe e dei documenti, per poter trasferire il veicolo al di fuori dei confini nazionali (secondo l’art. 132 modificato dal nuovo Decreto Sicurezza, sussiste l’obbligo di riportare il veicolo nel Paese di immatricolazione (se “targato” all’estero), consegnando targhe e documenti relativi. Se, in caso di comodato, non si sia provveduto, la sanzione (secondo il nuovo comma 7-ter) va da 250 euro a 1.000 euro, con obbligo di regolarizzre il veicolo entro 30 giorni.

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