Guida connessa: partnership tra Volkswagen e Siemens per lo sviluppo dei semafori intelligenti

Francesco Giorgi
09 Ottobre 2018
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L’autoveicolo, mentre percorre una strada, viene avvisato per tempo sui “colori” dei semafori ed ha la possibilità di proseguire a velocità costante oppure rallentare: un “occhio” in più nella tecnologia V2X.

A breve distanza dal “lancio” dell’accordo di programma tra Volkswagen e Microsoft per lo sviluppo dei sistemi di connettività in cloud di futura implementazione nella gamma di autoveicoli, una ulteriore novità di servizi connessi vede come protagonista Volkswagen, che si annuncia pronta ad avvalersi dell’alleanza con uno dei big player nel comparto hi-tech per lo studio di inedite funzionalità “V2X”: si tratta di un progetto condiviso tra VW e Siemens, finalizzato ad un ampio screening sulle potenzialità offerte dalle piattaforme connesse che permettono al veicolo di “dialogare” con le infrastrutture di traffico esterne (il V2X, appunto), quali aree di parcheggio e semafori.

La nuova tecnologia di tipo Car2X WLANp (ITS-G5, ovvero “Intelligent Transport Systems” con interfaccia wireless a corto raggio) è, attualmente, in fase di sperimentazione a Wolfsburg: l’obiettivo dichiarato è di migliorare in modo significativo la sicurezza stradale agli incroci, attraverso una rapida elaborazione dei dati trasmessi dall’esterno, da parte dei sistemi di bordo, e la pronta informazione al conducente, avvisandolo – ad esempio – dell’approssimarsi di una strada ad “onda verde”, e contribuendo in maniera positiva ai consumi (con questa soluzione, si tende ad evitare che la vettura dia luogo a continue fasi di frenata-accelerazione). Il test in essere tra Volkswagen e Siemens si attua, in questa prima fase, nell’installazione di dieci “hub” di segnalazione dello stato dei semafori lungo una delle principali arterie della città fondata alla fine degli anni 30 appositamente per la forza lavoro della allora nascente Volkswagen.

Secondo il principio del progetto condiviso Volkswagen-Siemens, ciascuno dei semafori attualmente corredati con dispositivi di trasmissione dati wireless verso i veicoli emette segnali ad hoc, e con il necessario “preavviso”, relativi al colore della lampada  in misura costante nella circolazione quotidiana. A loro volta, i dispositivi a tecnologia V2X installati a bordo degli autoveicoli “captano” le informazioni semaforiche, e “suggeriscono” al conducente l’opportunità di proseguire il proprio tragitto senza dovere rallentare, oppure al contrario iniziare a frenare la vettura causa l’approssimarsi del “rosso”.

Una ulteriore implementazione riguarda due dei dieci semafori utilizzati in fase sperimentale: vi vengono installati appositi sensori che, oltre allo scambio di informazioni “semaforico”, individuano la presenza di pedoni o ciclisti sulla strada ed inviano conseguenti messaggi alle centraline dei veicoli che si avvicinano. L’obiettivo è il medesimo: avvertire chi si trova alla guida dell’autovettura connessa e, quindi, permettergli di rallentare in tempo per evitare l’impatto, oppure non far sì che la manovra di emergenza avvenga “all’ultimo metro” e non diventare così, a sua volta, inconsapevole ostacolo alla circolazione degli altri veicoli. Ciò, dal punto di vista puramente tecnico, avviene in virtù della presenza dei protocolli Car2X WLANp, attesi nei “cervelli di bordo” Volkswagen già a partire dal 2019.

Tale evoluzione tecnologica in materia di capacità di utilizzo delle logiche di intelligenza artificiale “machine learning” e “deep learning” rappresenta, in effetti, il fulcro di un ampio “new deal” nel quale le tecnologie “base” – ovvero quelle fornite da sensori e microprocessori – assumono ruoli complementari e, successivamente, introduttivi, alle più ampie infrastrutture di reti e di elaborazione (fra le quali il cloud riveste uno dei ruoli di primo piano) verso la completa interfaccia fra ambiente esterno e veicolo. Un percorso di implementazione che sta avvenendo in forma graduale e che sarà via via adottato dalle prossime generazioni di autoveicoli. Una delle questioni attualmente sui tavoli degli ingegneri riguarda l’omogeneità di trasmissione e di apprendimento delle funzioni integrate; ovvero, consentire un dialogo “comprensibile”, ed uniforme, tra applicazioni tecnologiche di connessione esterne e moduli di bordo, anche in previsione – e, in questo senso, Volkswagen e Siemens svolgono attività di supporto – degli obiettivi comunitari rivolti alla definizione di strutture vincolanti europee in materia di guida connessa.

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