F1: la Ferrari risponde alle accuse Mercedes dopo il GP di Silverstone

Valerio Verdone
09 Luglio 2018

Una coda di polemiche accende la sfida tra Ferrari e Mercedes dopo il successo di Vettel a Silverstone.

E’ la F1 dei veleni quella andata in scena a Silverstone dopo uno dei Gran Premi più entusiasmanti degli ultimi anni. Nessun effetto soporifero dall’inizio alla fine, colpi di scena a ripetizione, e sorpassi d’antologia. Fino a qui tutto ok, compreso l’incidente al via tra Raikkonen ed Hamilton, una tipica esperienza di gara, verrebbe da dire, ma non è così che la cosa è stata vista dalla Mercedes, per cui l’episodio ha dato il via alle prime scaramucce che poi sono diventate polemiche e che adesso sono un continuo botta e risposta di cui si parlerà fino alla prossima gara.

A dire il vero, il gusto della vittoria in casa d’altri, peraltro legittimo, è stato sottolineato da Vettel con un team radio in cui diceva apertamente, “a casa loro”, come a sottolineare la beffa per il rivale di queste stagioni, quel Lewis Hamilton che proprio a Silverstone si era mischiato tra il popolo che era nei prati, aveva fatto proclami di vittoria, e poi era partito lentamente per essere beffato allo scatto iniziale rimanendo coinvolto nella toccata con Kimi.

Ecco, partiamo da Lewis, il magnifico autore di una gara nella gara, dopo che ha rimontato posizioni su posizioni fino alla seconda piazza finale, quell’atteggiamento da divo con il quale ha negato per ben due volte la stretta di mano ad Iceman, un pilota corretto da sempre, non è piaciuto a nessuno: è antisportivo, ma la stizza di essere beffati in casa può giocare brutti scherzi. Oltre tutto, Kimi aveva anche affermato a caldo di aver sbagliato e di aver pagato per il suo errore, ma come ha ricordato sotto il podio, sono le corse, per cui è inutile alimentare la polemica. Lo sa bene Raikkonen che in più di un’occasione ha tenuto saggiamente la lingua a freno anche quando ha dovuto sacrificare la vittoria in favore del compagno di squadra. Ha dovuto ingoiare titoloni nei quali veniva accusato di non saper più vincere, ma è rimasto composto, e ieri ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, tutta la sua classe al volante per l’ennesima volta.

Invece alla Mercedes hanno elaborato la sconfitta nel modo sbagliato, forse per via di un nervosismo che sta colpendo il team della Stella da qualche gran premio. Così, Toto Wolff, ai microfoni di Sky è stato poco elegante a riportare le affermazioni di quel James Allison bocciato dalla Ferrari e passato alla Mercedes. “Abbiamo perso molti punti nella classifica Costruttori. Dalle parole di James Allison è stato un episodio deliberato o incompetente, dobbiamo giudicare tre le due”.

Non è mancata la risposta del Team Principal della Rossa, Maurizio Arrivabene: “se veramente ha detto una cosa del genere, dovrebbe vergognarsi, ha lavorato molti anni a Maranello, e due lire dalla Ferrari le ha prese. Bisogna essere eleganti e saper perdere, se vogliono insegnarci a essere dei gentleman, inizi lui per primo. Mi ha dato fastidio: incompetente a chi? Chi è lui per giudicare un pilota? Che vada a guardarsi le telemetrie: Hamilton è partito male e Raikkonen se l’è ritrovato addosso e c’è stato quel contatto. Se ha scherzato ci ridiamo sopra, altrimenti vale quello che ho detto”.

Quindi, il parziale dietro-front di Wolff: “è frustrante quando accadono questi episodi, è la seconda volta in tre gare che una Ferrari rovina la gara a un nostro pilota e alla squadra. Sono incidenti di gara, ma per due volte ci abbiamo rimesso noi, ed è seccante. Ma di deliberato non c’è stato sicuramente nulla”.

In seguito, sono arrivate le affermazioni di Lauda, sempre a favore della Mercedes, e quelle di Hamilton che, all’atteggiamento poco sportivo nei confronti di Kimi, ha aggiunto parole pesanti: “il problema della mia gara non è stata la partenza, ma la Ferrari di Raikkonen che mi ha colpito in Curva 3. Ormai però non importa nulla”.

Importa invece ai piloti Ferrari che hanno risposto così alle “tattiche interessanti” sottolineate sempre dal pilota inglese. Prima Vettel: “Le cose possono accadere, mapenso che sia abbastanza sciocco pensare che tutto ciò che è accaduto sia stato intenzionale. Perlomeno, avrei faticato ad essere così preciso nel mandare fuori qualcuno. In Francia ho perso la mia ala e così ho fottuto la mia gara. Penso che sia facile attaccare e fare una grande manovra, così come avere un incidente. Ho visto l’episodio di oggi solo brevemente e non credo ci fosse alcuna intenzionalità. Trovo persino un po’ superfluo tornarci sopra“. Poi Raikkonen: “a volte capita che le cose succedano, ma stranamente si inizia a incolpare noi per averlo fatto apposta. Io però ho bloccato la ruota, sfortunatamente ci siamo toccati e abbiamo pagato entrambi un prezzo. Questo è il modo in cui vanno le cose a volte. È facile dire dopo l’ultimo paio di gare che improvvisamente stiamo facendo qualcosa contro di loro, ma anche noi siamo stati colpiti molte volte, quindi è così che va, purtroppo”.

Alla fine di questa girandola di parole, di dichiarazioni più o meno eleganti, quel che conta è che in F1 ci sia una lotta aperta per i due titoli mondiali, che le gare come quella di Silverstone fanno bene a tutto il circus e anche agli appassionati che guardano le corse da casa senza rischiare di addormentarsi sul divano.

Però adesso non bisogna rischiare che delle incomprensioni diventino il pretesto per azioni veramente deliberate che possano alterare gli equilibri in pista. Insomma, parlare va bene, lamentarsi a caldo, anche se non è elegante, ci sta, ma che non sia il preludio a manovre poco edificanti per l’etica dello sport automobilistico.

Intanto, la Ferrari ha fatto la voce grossa dove non vinceva da tempo, nella pista da sempre favorevole alla Mercedes ed è lecito sognare.

 

 

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