Rapporto ACI-ISTAT: nel 2016 meno vittime ma più incidenti stradali

Francesco Giorgi
27 Luglio 2017
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In tempo per il maxi-esodo estivo, il report sugli icidenti stradali nel 2016 redatto dall’ACI e dall’ISTAT rileva una diminuzione del numero di vittime (quelle più colpite appartengono alla fascia di età compresa fra 20 e 24 anni), ma un aumento globale degli incidenti, dei feriti e dei feriti gravi in rapporto al 2015. Distrazione, mancata precedenza, velocità elevata le tre cause principali di incidente. Mobilità in ripresa.

Meno vittime, ma più incidenti; in aumento anche il numero di feriti e il rapporto tra feriti gravi e decessi. È una fotografia “in bianco e nero” con molte nuance di grigio, quella scattata dal rapporto ACI-ISTAT sugli incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2016: un documento a due facce, nel quale da una parte emerge la diminuzione dei decessi (un risultato significativo); dall’altra, suggerisce ai vertici dell’Automobile Club un invito a non abbassare mai la guardia.

Nel dettaglio, il report ACI-ISTAT, reso noto in queste ore con largo anticipo rispetto agli anni scorsi (“Una più efficace tempestività nelle rilevazioni, utile al supporto della pianificazione di adeguati interventi rivolti alla sicurezza stradale alla vigilia dell’esodo estivo”, comunicano l’Automobile Club e l’Istituto Centrale di Statistica) mette in evidenza un dato di primaria importanza: per la prima volta in due anni (cioè all’indomani della ripresa del mercato auto dopo il lungo periodo di difficoltà conseguente alla crisi del 2008) le vittime sono diminuite.

Per la precisione, nel 2016 i decessi causati da incidenti stradali in Italia sono stati 3.283, il che indica un -4,2% rispetto ai 3.428 del 2015 (aveva suscitato scalpore, dodici mesi fa, l’allarmante inversione di tendenza dall’osservazione dei dati 2015, che avevano visto aumentare per la prima volta dal 2001 il numero dei morti negli incidenti stradali).

A fronte di questa cifra, che fa ben sperare per il futuro, fanno da contraltare più incidenti in senso assoluto (175.791 nel 2016: +0,7% rispetto ai 174.539 dell’anno precedente), il numero totale di feriti in aumento (+0,9%: 249.175 nel 2016 contro 246.920 conteggiati nel 2015) e, soprattutto, i feriti gravi che, l’anno scorso, sono stati oltre 17.000, vale a dire il 9% in più dei circa 16.000 registrati nei dodici mesi precedenti. Ed è in crescita il rapporto feriti gravi/decessi, che sale da 4,7 a 5,2. Nel complesso, i costi sociali causati dagli incidenti stradali vengono stimati in 17 miliardi di euro.

Questo l’identikit delle sciagure sulla strada redatto dal documento congiunto ACI-ISTAT: la fascia di età più a rischio resta quella dei giovani di età compresa fra 20 e 24 anni (260 morti nel 2016); seguono i soggetti fra 25 e 29 anni (194 vittime) e 45 – 49 anni (195) per gli uomini; e nella fascia di età compresa fra 75 e 79 anni per le donne (62 vittime). Occorre rilevare, in questa triste statistica, il 25,6% in più di vittime fra i bambini e i ragazzi nella fascia di età da 0 a 14 anni (49 contro 39 dell’anno precedente). Cresce in maniera costante anche il numero di decessi nella classe di età di oltre 90 anni (72: il 20% in più nel 2016 rispetto al 2015).

In particolare, l’aumento delle vittime nel 2016 ha riguardato ciclomotoristi (116: +10,5%) e ciclisti (+9,6%, ovvero 275 vittime). La categoria più a rischio si conferma quella classificata “vulnerabile”, ovvero pedoni e conducenti di veicoli a 2 ruote: insieme, con 1.618 decessi su un totale di 3.283, nel 2016 hanno rappresentato quasi il 50% delle vittime. Risultano tuttavia in calo le vittime fra i motociclisti (-15%, ovvero 657) e fra i pedoni (570: -5,3%), mentre appare in leggero aumento il numero di decessi fra conducenti e passeggeri di autovetture (1.470: +0,1%).

Quanto al “dove” avvengono gli incidenti più gravi, la fotografia ACI-ISTAT rileva che su un aumento globale di incidenti su tutte le tipologie di arterie (+2% in autostrada, +1,2% su strade extraurbane e +0,5% su strade urbane), risultano in diminuzione morti e feriti in autostrada e sui raccordi (rispettivamente 274 rispetto ai 305 del 2015, pari a -10,2%, e 15.790 contro 15.850: -0,4%).

Riguardo alle cause degli incidenti stradali, ai primi posti ci sono distrazione, mancata precedenza e velocità troppo elevata, che complessivamente riguardano il 41,5% dei casi. Seguono, fra le cause maggiormente rilevanti, l’esigua distanza di sicurezza (21.780), le manovre irregolari (15.924), il comportamento scorretto del pedone (7.417): rispettivamente il 9,8%, il 7,2% e il 3,3% del totale. In ambito urbano, al primo posto c’è il mancato rispetto di precedenza o dei semafori (17,4%), seguito dalla guida distratta (15%); su quelle extraurbane la guida distratta o andamento indeciso (19,6%), velocità troppo elevata (15,3%) e mancata distanza di sicurezza (14,7%).

Appaiono, poi, nel complesso invariate nel 2016 le principali violazioni al Codice della Strada sanzionate dalle forze di polizia (eccesso di velocità, mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per i bambini, mancata assicurazione del veicolo e uso improprio del cellulare mentre si è alla guida del veicolo): in ordine decrescente, velocità (2.660.951), mancato uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta dei bambini (196.358), assenza di copertura RC-auto (173.298) e uso del telefono alla guida (158.753).

Calendario alla mano, è luglio il mese più a rischio, con il più elevato numero di incidenti stradali (16.981 casi) e con il maggiore numero di vittime (367); seguono, rispettivamente, maggio e giugno (12.072 e 11.704 incidenti sulle strade urbane; 4.074 e 4.036 su quelle extraurbane), agosto per il numero più elevato di vittime sulle strade urbane (150), e agosto e giugno relativamente alle strade extraurbane (188 e 182). Le ore della giornata nelle quali il rischio di incidente è più elevato sono quelle serali del venerdì e del sabato; lo conferma il 13% degli incidenti che avviene di nottem e che nel 2016 ha provocato il 25% circa delle vittime.

È chiaro che queste cifre devono essere considerate in rapporto ad un generale aumento della mobilità, dopo il periodo buio che ha contrassegnato il settore automotive: la costante ripresa più recente, viene dimostrata dall’aumento delle prime iscrizioni di veicoli al Pra (+18,2%) rilevata nel 2016 sull’anno precedente; e sulla crescita (+1,4%) del parco veicolare in circolazione. Aumentate anche le percorrenze autostradali: +3,3%, per un totale di oltre 82 milioni di km percorsi sulle arterie italiane.

A questo proposito, i vertici ACI e ISTAT sottolineano l’importanza delle iniziative di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, l’importanza della divulgazione dei dati alla vigilia del maxi-esodo estivo (ci si chiede, tuttavia, quando si arriverà ad un più razionale scaglionamento dei periodi ferie per i lavoratori, in modo da non congestionare le nostre autostrade nei “soliti” weekend da bollino rosso in agosto!) e, infine, l’efficacia di alcuni dei provvedimenti più recenti in materia normativa: “Per la prima volta dopo due anni, si registra una diminuzione significativa delle vittime sulle nostre strade. Evidentemente, ci stiamo muovendo nella direzione giusta, anche se non bisogna mai abbassare la guardia – commenta il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani – Impegno e investimenti per la sicurezza, infatti, non sono mai sufficienti, come dimostra il sensibile aumento dei feriti gravi. Preoccupano, in particolare, gli utenti deboli, che continuano a pagare un tributo troppo alto. Bene le nuove direttive in tema di autovelox – in linea con quanto l’ACI sostiene da tempo – così come le indicazioni sull’uso delle cinture di sicurezza e dei dispositivi di ritenuta per i bambini. È necessario, infine, il massimo impegno di tutti per quanto riguarda distrazione al volante e uso di cellulare e smartphone, intensificando controlli e campagne di sensibilizzazione, soprattutto alla luce dei risultati fortemente positivi ottenuti da messaggi rivolti ai giovani come #GUARDALASTRADA e #MOLLASTOTELEFONO”.

Dal canto suo, il presidente dell’ISTAT, Giorgio Alleva, sottolinea che l’Istituto Centrale di Statistica è da tempo “Impegnato in partnership con i principali attori istituzionali per fornire informazioni puntuali e di qualità utili per i cittadini e per gli amministratori pubblici. Quest’anno per la prima volta siamo in grado di anticipare la diffusione dei dati definitivi sugli incidenti stradali del 2016. Un obiettivo raggiunto grazie al nostro impegno continuo per il miglioramento della tempestività di informazioni importanti per accrescere la consapevolezza di tutti e soprattutto utili alla vigilia dei primi weekend da bollino rosso attesi nel mese di agosto. L’analisi dei dati in serie storica documenta inoltre l’efficacia di alcuni provvedimenti normativi. La nostra attenzione è ora rivolta agli effetti legati alla recente introduzione del reato di omicidio stradale, una valutazione ancora non presente nei dati diffusi oggi”.

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