Finalmente in autostrada a 150 all’ora?

Redazione
09 Dicembre 2009
Finalmente in autostrada a 150 all'ora?

Limiti di velocità più alti sulle autostrade italiane. La proposta dei 150 km/h piace a tanti ma è ancora molto discussa

Limiti di velocità più alti sulle autostrade italiane. La proposta dei 150 km/h piace a tanti ma è ancora molto discussa

La proposta della Lega di elevare a 150 km/h il limite di velocità in autostrada, nei tratti a tre corsie e dotati di tutor, ha sollevato non poche polemiche soprattutto dopo che anche il Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, si è dichiarato favorevole. Il suo appoggio alla proposta ha però dei “ma” e dei “però” giacché il raggiungimento del limite sarebbe consentito a suo dire solo per auto con cilindrata e caratteristiche di sicurezza adeguate: “Certo non le piccole auto”, sostiene.

La proposta dunque solletica molti interrogativi a partire da quello più scontato: se sulle autostrade italiane si è fatto tanto per ridurre gli incidenti e il tasso di mortalità attraverso un sistema di monitoraggio che disincentiva la velocitàr, perché adesso mostrarsi indulgenti verso l’innalzamento dei limiti di velocità che si sono rivelati così efficaci rispetto a questo obiettivo? Il “controsenso” sta inoltre nel contesto normativo europeo: in Europa la tendenza è quella di abbassare i limiti, per non parlare del progetto in cantiere dell’Unione Europea di bloccare elettronicamente tutte le automobili affinché non possano superare i 170 km/h.

Inoltre, scorrendo l’articolo 42 del codice della strada si legge che: “Sulle autostrade a tre corsie più corsia di emergenza per ogni senso di marcia, gli enti proprietari o concessionari possono elevare il limite massimo di velocità fino a 150 km/h sulla base delle caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato, previa installazione degli appositi segnali, sempre che lo consentano l’intensità del traffico, le condizioni atmosferiche prevalenti e i dati di incidentalità dell’ultimo quinquennio”. Qualcuno ci ha già pensato dunque ma nessuna delle Concessionarie dei tratti autostradali lo ha mai messo in pratica. Un motivo ci sarà. Anzi, probabilmente i motivi sono molti, fra i quali proprio le “caratteristiche progettuali ed effettive del tracciato”, menzionati nell’articolo 42.[!BANNER]

Chi viaggia in autostrada con una certa frequenza conosce bene lo stato delle infrastrutture autostradali italiane, che non sempre si rivelano adeguate a sostenere un traffico intenso. Inoltre, accogliendo le restrizioni ventilate dal Ministro Matteoli, su quali auto si potrebbe usare di più il “piede pesante” sull’acceleratore e su quali altre no? Dovrebbero nascere delle categorie da monitorare poi con un occhio elettronico in grado di distinguerle?

Non ultime per importanza infine sono le voci delle Associazioni civiche (A.S.A.P.S. – Associazioni Amici della Polizia Stradale o dei Familiari delle vittime della strada A.I.F.V.S per esempio) che lavorano e si battono per diffondere una cultura della velocità sostenibile e sicura, e di quelle ambientaliste, preoccupate per l’aumento delle emissioni che ne potrebbero derivare. A sostegno della proposta invece sembra esserci una maggior fluidità del traffico in alcuni tratti stradali, con conseguente risparmio di tempo e incremento di sicurezza, giacché il nuovo limite verrebbe severamente monitorato dai tutor a “tolleranza zero”.

Le Società gestrici dei tratti autostradali inoltre non avrebbero più libertà di scelta ma sarebbero obbligate ad innalzare il limite e non sarebbero più direttamente responsabili in caso di non corretta applicazione della norma del codice succitata. Insomma, da qualsiasi punto si guardi, la questione è articolata, controversa, con tanti contro e qualche pro. Gli interrogativi sono tanti, così come la curiosità di vedere se la proposta verrà accolta, come verrà tradotta in pratica e quale sarà l’atteggiamento degli italiani durante i lunghi viaggi sulle autostrade delle penisola.

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