General Motors, che non vende più Opel, ora deve rifondere i 33 miliardi ottenuti da Washington e gli 1,5 miliardi stanziati da Berlino
General Motors, che non vende più Opel, ora deve rifondere i 33 miliardi ottenuti da Washington e gli 1,5 miliardi stanziati da Berlino
Si pensava che dopo il “no” alla cessione del marchio Opel alla cordata Magna – Sberbank, la questione sarebbe finita lì. O, per lo meno, che avrebbe dato un po’ di riposo alla ridda di comunicati e di azioni che da mesi si accavallano sulle sorti della Casa di Russelsheim e della Casa madre. Ed ecco che arriva l’ennesimo aggiornamento del “bollettino GM”.
Per il Gruppo di Detroit, adesso, inizia il tempo dei conti. GM, infatti, dopo la mancata cessione della Opel alla Magna, deve rimborsare i prestiti ottenuti, nei mesi scorsi, dal Governo degli Stati Uniti e da quello tedesco, che avevano garantito delle coperture statali per fare in modo che l’ex “campione del mondo di vendite” non sprofondasse nella bancarotta, intanto che le trattative con Magna e Sberbank andavano avanti.
Questo perché, dalla mancata cessione del marchio di Russelsheim a Magna – Sberbank, il Governo USA e l’amministrazione statale tedesca adesso premono perché General Motors rifonda loro i prestiti – garanzia ottenuti.[!BANNER]
Da parte di Washington erano stati stanziati 33 miliardi di euro, mentre da Berlino era arrivata una “boccata d’ossigeno” da 1,5 miliardi di euro, quest’ultimo riservato al piano di ristrutturazione conseguente alla vendita di Opel a Magna.
I tempi per la restituzione dei prestiti governativi: entro il 20 Giugno 2015 è la data indicata da Washington; non più tardi della fine di Novembre dovrà essere estinto il debito con il Governo tedesco, per il quale General Motors ha già fatto sapere di avere versato una prima tranche da 200 milioni di euro.