Targa Florio: sulle strade della Sicilia con la Porsche 911 Turbo

Valerio Verdone
13 Maggio 2016
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Targa Florio: sulle strade della Sicilia con la Porsche 911 Turbo

Tanti chilometri a bordo della più potente delle 911 per riscoprire il fascino di una gara epica.

Tanti chilometri a bordo della più potente delle 911 per riscoprire il fascino di una gara epica.

Svegliarsi in pieno centro, a Palermo, dove la luce è più calda e ascolti il respiro del mare, accende nell’animo un senso di esotico e tradizione che ritrovo in pieno nella Porsche 911 Turbo che mi attende per rivivere il sogno della Targa Florio. La grande classica, proprio nella sua centesima edizione, è una corsa dove la storia, i ricordi e le celebrazioni, si mescolano con la mondanità.

Le spalle larghe, più muscolose rispetto alle Carrera che conosciamo, denotano carattere da vendere, così come i 4 scarichi minacciosi e l’ala posteriore con la parte superiore che si alza in velocità. Mettiamoci il fatto che la livrea rossa la rende ancora più cattiva di quello che è, ed ecco che l’effetto “wow” crea sorpresa e meraviglia tra i passanti nel centro di Palermo. Così, mentre percorro le vie di questa città, che ricorda mondi lontani, al pescivendolo cadono quasi le cassette di mano, le commesse fuori dai negozi lanciano occhiate d’approvazione e invitano le colleghe ad uscire, mentre i bambini si sporgono dai finestrini, quasi a voler toccare il bolide figlio dei mostri sacri che hanno trionfato negli anni d’oro di questa gara dal fascino inimitabile.

Fuori dalla città, il doppio turbo respira aria calda e sputa fuori una mandria di cavalli selvaggi tenuti a bada dalla trazione integrale e dai congegni figli dei nostri tempi, come il Porsche Traction Management (PTM) che, attraverso delle lamelle con un valore di Attrito superiore, distribuisce la coppia del propulsore sovralimentato, nella maniera più precisa possibile, anche sull’asse anteriore. Questo perché la Turbo, insieme alla Turbo S, rappresenta la massima espressione della 911 a trazione integrale. Ad accrescere ulteriormente la sicurezza, pensa il freno multicollisione, che, in caso di tamponamento, arresta automaticamente la vettura. Comunque, nel breve trasferimento autostradale per raggiungere il percorso della rievocazione della Targa Florio, i 540 CV della Turbo hanno ronfato sornioni, e l’insonorizzazione dell’abitacolo è risultata talmente curata da costringermi a tenere d’occhio il tachimetro per non rischiare la patente ogni volta che sfioravo il gas. E pensare che questa 911 deriva, in parte, da quella che nel 1973 vinse nella gara siciliana con van Lennep, la mitica RSR. Ma il DNA corsaiolo non mente, per cui, non appena la strada inizia a salire, ecco che i 710 Nm di coppia diventano una fionda che spara la Turbo fuori dai tornanti. Bisogna essere gentili con il gas, perché la rossa di Zuffenhausen annienta la distanza tra le curve e divora l’asfalto come Scilla e Cariddi. Volendo, si può agire sul dispositivo posto sul volante, e scegliere direttamente quanta cattiveria inviare alle ruote, ma anche se non si selezionano le modalità Sport o Sport Plus, in caso di bisogno, c’è sempre il pulsante magico, ovvero lo Sport Response, che consente di usufruire di una sorta di Overboost (o sovraspinta) per 20 secondi. L’effetto è più o meno lo stesso della DeLorean di “Ritorno al Futuro” quando raggiunge le 80 miglia orarie.

Il percorso della Targa Florio, dove campioni del calibro di Elford e van Lennep hanno scritto pagine memorabili a bordo delle loro Porsche, non è certo un tavolo da biliardo, e le continue frane hanno generato dossi improvvisi e asperità che possono mettere a dura prova la stabilità di ogni auto. Fortunatamente, sulla “mia” Turbo (ormai sono così legato a quest’auto che sembra più un prolungamento del mio corpo che una gran turismo capace di prestazioni straordinarie) c’era la possibilità di alzare il muso di 40 mm, per cui non ho avuto nessuna difficoltà nel superare il manto stradale dissestato.

Con il trascorrere dei chilometri, scorci mozzafiato fanno da sfondo all’attraversamento di paesi più o meno noti, dove il pubblico attende caloroso il passaggio di bolidi d’epoca e moderni. Ed è proprio in uno di questi, precisamente Polizzi Generosa, che incontro il piccolo Giuseppe, tenerissimo mentre applaude incuriosito la Turbo rossa: in un attimo ritorno bambino, quando, davanti le supercar, avevo lo stesso sguardo. Così, è un piacere cedergli per qualche istante il posto guida per lasciarlo immortalare in uno scatto che non dimenticherà, sotto la supervisione di una mamma altrettanto interessata alla “Targa”.

Pochi metri più avanti mi imbatto in un gruppo di signore che salutano con un proverbio locale: “Polizzi Generosa non è mai piovosa“, e ringraziano me e i miei compagni d’avventura, perché con le nostre Porsche, insieme alle altre vetture della rievocazione di questa classica, portiamo allegria nel loro paese. Una dimostrazione d’affetto, un calore unico, che ritrovo a Petralia Sottana e Soprana, dove la folla, sempre più numerosa, mi circonda e chiede a gran voce di ascoltare il ruggito del flat six biturbo.

L’espressione della gente, quando seleziono la modalità Sport e do fiato al Boxer ad iniezione diretta di benzina, sovralimentato con turbine a geometria variabile, è un misto tra stupore ed approvazione; vorrebbero ascoltare la melodia teutonica ancora per un po’, ma c’è appena il tempo per rispondere ai saluti e ripartire verso il mare.

Prima però, sono letteralmente preso d’assalto da cinque ragazze, giovanissime, che urlano e si avvicinano come se avessero visto il Fedez della situazione. Per un fulgido momento penso di essere Robbie Williams ai tempi dei Take That, visto che le urla di gioia ed d’incredulità si sprecano e non posso sottrarmi ai selfie d’ordinanza.

Quanto è bella la Targa Florio e quanto è bella la 911 Turbo! I nuovi airblade laterali e i doppi led rendono il frontale ancora più intrigante, mentre le ruote da 20 pollici, di nuovo disegno, contraddistinguono la fiancata, e sono più larghe di mezzo pollice, raggiungendo le dimensioni di quelle della 911 Turbo S. La vista posteriore invece, riceve nuovi gruppi ottici tridimensionali, e la griglia diventa divisa in 3 parti, con quella centrale dedicata all’aspirazione. 

Non è semplice sgattaiolare dai vicoli di questi paesini, soprattutto con la Turbo, considerato che i passaruota sono gonfi come i bicipiti di Schwarzenegger: se ci fosse il doping tra le automobili, questa 911 risulterebbe sicuramente positiva ai controlli! Comunque, tra un imprecazione ed un sospiro, riesco a riprendere la strada e a ricongiungermi con le altre 911 della carovana, un piccolo esercito di Porsche, nel quale la Turbo rossa suscita un appeal particolare sui passanti. Si, d’accordo, è vero, i più penseranno che una livrea del genere sia concessa solamente alle vetture di Maranello, ma non è così: una 911 Turbo è qualcosa di esagerato, assolutamente di non convenzionale, e consente di osare, anche dal punto di vista cromatico.

D’altra parte, si tratta di una vettura capace di raggiungere i 320 km/h, e di scattare da 0 a 100 km/h in soli 3 secondi, per non parlare dello 0-200 km/h, coperto in appena 10,4 secondi. Numeri sconvolgenti, da supercar, che si sposano con una guidabilità unica, capace di regalare un comfort inaspettato, grazie anche alla possibilità di regolare la rigidità delle sospensioni indipendentemente dalla modalità di guida selezionata.

Con il tetto aperto e il cielo talmente azzurro da riprodurre il colore dei tratti di mare più profondi, arrivo a Cefalù, patria di Ciccio, una leggenda del motorsport, che ha realizzato le scarpe dei piloti più famosi, e ancora conserva la vocazione di un tempo per il lavoro artigianale.

E’ tempo di riflettere, di ritrovare dentro di me le emozioni di una giornata indimenticabile, mentre lei, rossa più che mai, guarda con irriverenza i bolidi della Targa Florio, gonfia il petto, e ruba gli sguardi alle protagoniste della rievocazione storica.

La notte si sa, porta consiglio, e il mio desiderio, per il giorno seguente, è quello di scoprire qualcosa di più del carattere della Turbo, per cui prima di arrivare a Corleone, per capire la realtà dalla quale si è allontanato il padrino più famoso del cinema, ho trovato un tratto misto, con allunghi in stile Nurburgring che mi hanno consentito di comprendere a pieno questa Porsche dai mille volti. La frenata è assimilabile a quella di un paracadute, non c’è mai il rischio che il pedale mostri segnali d’affaticamento, mentre la stabilità dell’avantreno è più solida rispetto alla Carrera 4S, e la vettura, seppur agile si rivela più ferma, almeno fino a quando non si esagera con il gas in uscita di curva. L’aspetto positivo è che la Turbo si lascia controllare con reazioni progressive, ma mai sottovalutare le due bocche di fuoco nascoste al retrotreno, perché i cavali sembrano molti di più dei 540 CV dichiarati. Ad ogni modo, dopo quasi due giorni è simbiosi pura, io le do benzina e lei mi ripaga con adrenalina, sound, ed un’emozione che inizia dall’accensione e si mantiene viva anche dopo lo spegnimento.

Fin da bambino avevo sempre sentito parlare della 911 e della Turbo, come se fosse uno step ulteriore di questa incredibile sportiva, ebbene, ora sono anch’io vittima dell’effetto Turbo e, spavaldo, arrivo a Corleone, una cittadina semplice, ma comunque non immune al fascino della Porsche, a giudicare dalla folla che si raduna quando mi fermo per capire in che direzione procedere il viaggio. Meglio non indugiare troppo comunque, la musica del “Padrino” risuona dentro di me, e la foto con il sigaro non è che sia ben vista dai passanti, meglio dirigersi verso Castelbuono, dove, in una zona di transito ricevo anche un omaggio, un dolce tipico locale, che entra, non si sa come, dal finestrino semiaperto, e che mangerò nei prossimi giorni, quando l’astinenza dalla Targa Florio e dalla Turbo si farà più forte. Il tempo cambia mentre percorro le strade che conducono a Porto Empedocle: pioggia e asfalto viscido mettono a dura prova l’aderenza delle grandi gomme della 911, e in un tornante devo affrontare persino un Sovrasterzo improvviso.. Per fortuna, tra l’elettronica, la bontà del telaio e l’ottima motricità, riesco a gestire la situazione con naturalezza, e capisco a quali difficoltà sono stati sottoposti gli eroi che hanno corso alla Targa Florio nel periodo d’oro. Io non ho un caschetto in pelle, piuttosto sono seduto su comodi sedili in pelle, con tanto di sistema refrigerante, e posso contare su una supercar evoluta all’ennesima potenza, con tutti gli ultimi ritrovati in materia di sicurezza, e questo mi mette al riparo da brutte sorprese, ma senza perdere un briciolo di divertimento.

Una, nessuna, e centomila, l’arte di Pirandello, celebrato nella sua casa museo a Porto Empedocle, si adatta benissimo alla 911 Turbo che, con le sue mille sfaccettature di carattere, rappresenta la supercar totale!

Per l’ultimo viaggio, coadiuvato da una navigazione che sfrutta alla grande le mappe di Google, con tanto di funzione Street View, che riproduce l’immagine precisa dei luoghi sul display al centro della plancia, la Turbo mi conduce dalle leggende a quattro ruote della Targa Florio, pronte a riscoprire il percorso che le ha rese gloriose nella Floriopoli Historic Speed Event, una sorta di parata che si svolge nel tratto di strada compreso tra Floriopoli a Cerda, partendo davanti alla storica tribuna che saluta tutti i partecipanti con la folla delle grandi occasioni. Modelli straordinari come la 718 RS 60 Spyder, la 718 GTR e la 911 RSR, tre dei quattro esemplari portati in Sicilia direttamente dal Porsche Museum, e affidati alle sapienti mani di Herbert Linge, Vic Elford, Gunther Steckkoning e Gijs van Lennep, possono mostrare le loro doti dinamiche, mentre le loro carrozzerie argentee, perfettamente restaurate, brillano al sole della Sicilia come preziosi diamanti. I quattro moschettieri, piloti ancora capaci di riflessi straordinari, non si sottraggono alle richieste del pubblico: firmano autografi, stringono mani e si mettono in posa per le foto di rito, ma poi, una volta in auto, cambiano lo sguardo, che in un attimo ritorna quello di un tempo. Sono felici di essere tornati alla Targa Florio, come ci hanno raccontato qualche sera prima, per il calore della gente, per il cibo, e per il fascino straordinario di queste strade. C’è chi ricorda quando è stato aiutato a rimettersi in strada dal pubblico, chi dichiara la gara italiana non inferiore, quanto a fascino, alla 24 Ore di Le Mans, e chi semplicemente ha ancora la Sicilia nel cuore.

Con questa parata di vecchie glorie, che vede coinvolto anche il Presidente della FIA Jean Todt, si conclude la mia esperienza alla Targa Florio, dove la Porsche ha trionfato per ben 11 volte, detenendo il record di vittorie, e dove la 911 Turbo di ultima generazione ha portato con onore il vessillo delle sue antenate, accompagnandomi in giornate indimenticabili, e consentendomi di rivivere quell’atmosfera unica, che solo la corsa siciliana sa regalare. Da domani, ogni volta che aprirò il garage, spererò che compaia lei, la Turbo rossa, mentre ogni volta che percorrerò una strada, sognerò di essere sulle vie della Targa Florio, dove ad ogni accelerata corrisponde un’ovazione, e dove l’amore per le auto è incondizionato, proprio come la mia ammirazione per quella storia, fatta di uomini e di auto, che ritrovo su ogni Porsche.

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