Motor Show: e se si “allarga” a Imola?

Francesco Giorgi
02 Ottobre 2009
Motor Show: e se si

La società organizzatrice della kermesse bolognese annuncia di essere pronta a estendere la rassegna al circuito “di casa”

La società organizzatrice della kermesse bolognese annuncia di essere pronta a estendere la rassegna al circuito “di casa”

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Altro che “Deserto dei Tartari”: per l’edizione 2009 del Motor Show di Bologna, la kermesse che sta facendo (anche troppo) parlare di sé per la querelle logistico – politico – amministrativa conseguente alla defezione del Gruppo Fiat, che il Lingotto ha annunciato nei giorni scorsi, potrebbe arrivare una boccata d’ossigeno. Non sotto forma di contanti, s’intende. Ma attraverso una nuova cornice, che allargherebbe la rassegna pre – natalizia all’Autodromo di Imola, senza perdere la tradizionale sede alla Fiera di Bologna.

Nei giorni scorsi, infatti, da parte della GL Events, la società che controlla la Promotor (organizzatrice del Motor Show) è arrivata un’anticipazione che, letta così, appare ghiotta: “In questo momento stiamo considerando l’ipotesi di estendere il Motor Show a Imola” ha, infatti, annunciato Olivier Ginon, presidente di GL Events, precisando altresì che “Non si tratterebbe, in questo caso, di un trasferimento. Piuttosto, la kermesse sarebbe allargata all’Autodromo”.

Una notizia che suona come una manifestazione di volontà, da parte dei “piani alti”, a non lasciare cadere quella che, di fatto, dopo la cancellazione dal calendario internazionale del Salone di Torino avvenuta nel 2002, resta l’unica rassegna italiana dedicata all’automobile.

Tutti a Imola!

Certo, certissimo. Anzi, probabile, si potrebbe dire parafrasando un celebre film di qualche anno fa. Nei piani della GL Events, la multinazionale che attraverso la Promotor organizza il Motor Show, c’è, ed è stata ribadita in sede amministrativa (leggi: al Municipio di Bologna, dove l’altro ieri si è tenuta una riunione degli azionisti della Fiera) la volontà di portare avanti un ampio progetto per il Motor Show.

Un programma a tutto tondo che coinvolgerebbe l’asse Modena – Bologna – Imola (la Motor Valley), attraverso una serie di iniziative connesse alla rassegna dicembrina.

Ed ecco arrivare, a questo proposito, la dichiarazione del numero uno di GL Events: “Stiamo studiando un investimento all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari perché crediamo profondamente nella Motor Valley – ha sostenuto Ginon, indicando, da parte sua, la necessità di una partecipazione congiunta fra la stessa GL Events e la Regione Emilia – Romagna nei progetti di creazione della Motor Valley, che porterebbero a una serie di eventi non solo durante il Motor Show, ma anche in altri periodi dell’anno. Ma perché si arrivi a questo risultato, la Fiera di Bologna dovrebbe interessarsi dell’Autordomo, secondo il pensiero comune. In questo caso, l’Ente Fiera del capoluogo felsineo potrebbe entrare con una quota all’interno della società Formula Imola, che gestisce il Circuito “di casa”.

Una soluzione per salvare capra e cavoli

Cosa succederebbe, infatti, se Bologna perdesse il Motor Show? Per meglio comprendere la portata di questo evento, se venisse cancellato, basta prendere carta e penna e fare due conti.

Per questo, viene in aiuto il Centro di Ricerca dei Mercati e dei settori industriali dell’Università Bocconi. Il prestigioso ateneo milanese, nelle scorse settimane ha fatto i conti in tasca all’indotto del Motor Show. Il risultato? E’ presto detto: se il capoluogo emiliano perdesse il Motor Show, l’intera città subirebbe un danno valutabile in circa 100 milioni di euro.

Per arrivare a questa cifra, spiegano i ricercatori della Bocconi, occorre prendere in considerazione il fatturato dell’evento e moltiplicarlo per un coefficiente definito, da 3 a 15 e conoscere a quanto ammonta la ricaduta, sull’economia territoriale, di un evento come il Motor Show, che secondo gli esperti di Marketing della Bocconi viene valutato dai 100 ai 120 milioni di euro.

Aride cifre?

Nemmeno tanto, se si pensa al valore aggiunto alla kermesse bolognese da aziende come la Ferrari e la Ducati.

La decisione di ampliare il Motor Show all’Autodromo di Imola e portare avanti il progetto della Motor Valley, dunque, permetterebbe di salvare la rassegna bolognese, che dopo 33 anni di storia (e milioni di visitatori) non si meriterebbe una fine ingloriosa. E permetterebbe, contestualmente, di considerare una nuova immagine per lo stesso Motor Show, che per la annunciata defezione della Fiat (che rischia di creare un pericoloso effetto domino su altri Marchi europei che non hanno ancora deciso se prendere parte alla manifestazione) subirebbe un calo notevole.

Per gli organizzatori, dunque, si tratterebbe di un “ritorno al passato“: una formula “più gare e più spettacolo” che, nella seconda metà degli anni ’70 ha costituito l’ossatura che ha permesso alla rassegna di diventare uno degli appuntamenti di primo piano nel panorama automobilistico internazionale.

Bisogna considerare però che il difficile momento che sta vivendo il Motor Show altro non è se non lo specchio della perdurante crisi dei mercati. Se la Fiat lascia l’evento dicembrino, nonostante l’offerta avanzata dagli organizzatori di riservare al Lingotto degli spazi espositivi a costo zero (solo la Ferrari e la Maserati hanno assicurato la propria presenza) è pur vero che non sarà presente nemmeno a Tokyo, in programma alla fine di Ottobre, per concentrare l’attenzione su Ginevra.

Saranno due mesi delicati: l’inaugurazione del Motor Show 2009, prevista per il prossimo 5 Dicembre, è molto vicina. E le trattative non si sono ancora concluse.

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