24h di Le Mans: con Michelin alla corsa più famosa del mondo

Fabrizio Brunetti
23 Giugno 2014
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24h di Le Mans: con Michelin alla corsa più famosa del mondo

24h entusiasmanti tra tecnologia, agonismo, tradizione e folclore, sempre più appassionante questa kermesse motoristica che ha riunito 250.000 persone

24h entusiasmanti tra tecnologia, agonismo, tradizione e folclore, sempre più appassionante questa kermesse motoristica che ha riunito 250.000 persone

Non a caso il claim della “vecchia” 24h di Le Mans è “Il futuro entra in pista”. Sì perché dopo qualche anno di decadenza seguito alla gloria ininterrotta che durava dal 1924, anno della 1° edizione sul circuito della Sarthe, fino al culmine degli anni ’70 e ’80, la 24h ha ritrovato una notorietà e un prestigio senza rivali ed è tornata a rappresentare la vetrina di sperimentazione di tecnologie di futura applicazione sulle auto di produzione.

Lo spettacolo in pista

Erano molti i motivi d’interesse di questa edizione. Le regole tecniche cambiate, per la prima volta alla prova dei fatti della competizione reale, regole che sembravano favorire maggiormente nella categoria maggiore dei Prototipi, la LMP1, l’alimentazione ibrida rispetto al turbodiesel dell’Audi, vincitrice dell’edizione 2013, e nelle Granturismo, per regolamento utilizzabili su strada, le potenti Corvette C7.R e Aston Martin V8 Vantage rispetto a Ferrari 458 e Porsche 911 GT3 RSR.

Cerchi da 14″ per tutte le categorie, il che ha consentito a Michelin, fornitore di 44 delle 56 vetture partenti, di “limitare” a 7.000 il numero degli pneumatici messi a disposizione dei Team. Di 7.000 pneumatici, tra prove e gara, ne vengono impiegati circa un terzo; tutti, quelli utilizzati dai Team, restano di proprietà esclusiva di Michelin che sfrutta questa straordinaria e unica competizione come severo test di sviluppo. Per questo ogni Pneumatico è identificato e monitorato. Lo staff di Michelin prevede 40 gommisti, con altrettanti ingegneri addetti al rapporto con i team e uno staff di altri 30 ingegneri progettisti. Tre tipi di copertura per tutti i team che spaziano tra due versioni di slick, un’intermedia e due wet.

Dunque nuove regole tecniche, un’imponente sforzo di Michelin, con coperture che si adattano alle continue variazioni di temperatura, umidità e aderenza che caratterizzano una competizione di ventiquattro ore, le ambizioni non nascoste di Toyota, al terzo tentativo e dominatrice delle prove ufficiali, d’interrompere la serie di vittorie consecutive di Audi, e infine il clamoroso ritorno di Porsche che da diciassette anni aveva abbandonato la competizione di cui detiene il palmares con 16 vittorie, davanti ad Audi e Ferrari. Due vetture per tutti i Team, tre per Audi, per 56 partenti in totale tra le due categorie dei Prototipi – LM1 e LM2 e le due del Granturismo – GTE PRO e GTE AM. Ce n’era abbastanza per scatenare l’entusiasmo dei 250.000 appassionati accorsi da tutto il mondo e il ritrovato interesse dei media.

E l’attesa non è andata delusa, per un’edizione della classica da ricordare per i continui colpi di scena e l’imprevedibilità del meteo, atteso perfetto e che invece ha visto scatenarsi dei brevi ma violenti acquazzoni e un continuo variare della temperatura. Dunque alle 15,00 di sabato 14 giugno, con Fernado Alonso starter d’eccezione, una Toyota scatta subito in testa, la TS040 Hybrid n.7 con Nakajima, Sarrazin e Wurtz ad alternarsi alla guida Subito dietro le AUDI R18 e-tron quattro e l’attesa Porsche 919 Hybrid al debutto e che schierava Mark Webber come portabandiera. Presto fuori definitivamente una delle tre Audi, la Toyota n.7 ha dominato indisturbata e senza alcun problema, mentre alle sue spalle le posizioni tra Audi e Porsche cambiavano di continuo.

Come dice un vecchio adagio della 24h, a Le Mans il primo, arduo obiettivo è arrivare alla ventiquattresima ora, poi viene il piazzamento. E infatti, nonostante la straordinaria organizzazione dei team ai box che consente interventi e riparazioni in tempi incredibili, via via i problemi hanno fermato o attardato la seconda Toyota, la seconda Porsche, una delle due Audi sopravvissute. All’alba, dopo 17 ore di gara in supremazia incontrastata, quando per la Toyota n.7 cominciava a sembrare quasi fatta, lo stop, clamoroso, improvviso, irrimediabile, lascia spazio all’Audi, con l’unica insidia della Porsche n.20 inserita in un’appassionante rimonta tra le due R18.

A tre ore dalla fine della estenuante competizione, alla 21esima ora, la Porsche 919, complice una sosta prolungata ai box dell’Audi n.2, passa in testa in un entusiastico tripudio di folla che evidentemente tifa in modo spudorato per il ritorno del mito. Dura poco e alla 22esima ora la Porsche n.20, con Webber alla guida per l’ultimo turno, ammutolisce e si ferma definitivamente.

E’ il prologo di un nuovo trionfo Audi che piazza le due R18 al primo e secondo posto, davanti alla Toyota superstite; fuori, con un rientro dal sapore amaro della beffa, le due Porsche 919. Spettacolo in pista anche per le altre categorie, con il duello che sembrava tutto francese nella seconda categoria dei prototipi LM P2 tra i nomi storici Ligier e Alpine, entrambe motorizzate Nissan, con Morgan, Oreca e Zytec a fare da guastafeste. Anche in questo caso, tra molti colpi di scena, alla fine l’ha spuntata proprio la Zytec Z11SN – Nissan.

Ancora più appassionante e coinvolgente per i 250.000 la lotta spasmodica nella categoria maggiore delle Granturismo, la GTE PRO, che vedeva a battersi Ferrari 458 Italia, Aston Martin V8 Vantage, la gialla Corvette C7.R e la immancabile Porsche 911 RSR. Ha vinto la Ferrari, data sfavorita dai pronostici, con gran soddisfazione di Montezemolo e un gongolante Fisichella che con Bruni e Vilander ha portato ad una combattutissima vittoria, dopo un’iniziale supremazia della Corvette e una breve dell’Aston Martin, con la RSR a far da comprimaria.

Aston Martin ha invece dominato ininterrottamente sino alla fine la seconda categoria del Granturismo, la GTE AM, davanti ad un nugolo di Porsche RSR e Ferrari 458 Italia. Per tutti i gusti e sempre combattuta, una corsa entusiasmante che ha tenuto in pista per 24 ore non solo piloti, team, tecnici e giornalisti, ma anche il popolo pittoresco, appassionato e rumoroso che ha riempito l’immensa estensione di un circuito, come quello di Le Mans che è tale solo per una volta l’anno. Gran parte della pista, come ad esempio il celeberrimo rettilineo delle Hunaudieres dove si toccano agevolmente i 330km/h, utilizza infatti le vie statali che circondano Le Mans.

Lo spettacolo oltre la pista

Non solo circuito e gara comunque, l’altro spettacolo, quello che offre il popolo di Le Mans è straordinario. Oltre alla fantastica parata di presentazione dei piloti del venerdì – che tra auto storiche e non, bande, colori, piloti e vecchie glorie, anima un immenso piazzale nel centro storico di Le Mans ai piedi della cattedrale gotica -, tutta l’area diventa una distesa sconfinata di tende da campeggio che ospitano per due o tre giorni una marea di appassionati, specialmente inglesi, e lo spettacolo più frequente a Le Mans è vedere parcheggiate, accanto a tende spartane, spiedini e birre a fiumi, un aggregato incredibile di Ferrari, Maserati, Jaguar, Aston Martin, TVR, Caterham, Lotus, Porsche, Morgan, anche storiche, come un’impeccabile Jaguar E, una stupenda Aston Martin DB6, una rara Jensen FF. Ogni tanto qualcuno improvvisa una sgommata a ruote fumanti nei piazzali, si mangia, si beve, si condivide una passione. Non si dorme, mai, un’enorme ruota panoramica, gira tutta la notte, musica, birra, lanci acrobatici con l’elastico, tiro a segno, un villaggio sempre aperto, bancarelle e stand di ogni tipo, gente di ogni tipo, pittoresca, colorata, rumorosa. E’ lo stesso popolo della velocità che anima il Festival of Speed di Goodwood ad esempio, egualmente entusiasta, eppure ordinato e rispettoso delle regole.

Così, incredibilmente, tutto funziona come si deve, non si accumulano devastazioni delle strutture e rifiuti, non ci sono risse o episodi di teppismo e la ruota organizzativa gira senza intoppi. Un’esperienza assolutamente da non perdere per gli appassionati di motorismo, la 24h vale tutta la sua grandissima fama.
Un futuro al top? Il grande ritorno di Porsche nella massima categoria, che si aggiunge ad Audi, Toyota, Ferrari, Aston Martin, Ligier, Alpine, Corvette, prelude probabilmente ad un ingresso in grande stile il prossimo anno anche di altri nomi prestigiosi delle competizioni automobilistiche.

Si da per certo ad esempio l’ingresso nel Campionato del Mondo Endurance, nella massima categoria, quella dei Prototipi LM P1, di Red Bull, Nissan e addirittura Ferrari che tornerebbe a gareggiare nei Prototipi che tanta parte hanno avuto nella sua gloriosa storia. Forse il campionato Endurance è davvero destinato ad essere alternativo alla F1, certo che già oggi raccoglie un seguito in grande crescita e tutti ci stanno pensando. Montezemolo ne parla da anni, ma continua a rimanere sul vago; certo la presenza Ferrari nei Prototipi darebbe una svolta importante ad un campionato sempre più seguito e di cui la 24h di Le Mans rappresenta la perla unica.

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