Nuovo DPCM: regole, divieti, spostamenti, autocertificazione

Francesco Giorgi
04 Novembre 2020
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Conte ha firmato il nuovo decreto che suddivide le Regioni in “verdi”, “arancioni” e “rosse”. Ecco cosa cambia negli spostamenti.

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Dopo molte discussioni, ecco la firma. Nella notte fra martedì 3 e mercoledì 4 novembre, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ratificato il nuovo Dpcm attraverso il quale vengono stabiliti tutti i provvedimenti del Governo in merito alle restrizioni per limitare il più possibile i rischi di espansione dei contagi da Covid.

Autodichiarazione: sì o no?

Numerose le novità, rispetto ai precedenti decreti: la maggior parte delle quali si riferiscono alla suddivisione del territorio nazionale in tre macro-aree (verde, arancione, rossa) corrispondenti ad altrettante classificazioni regionali per gravità di emergenza sanitaria. Per ciascuna area vengono stabiliti norme e regolamenti specifici, e che riguardano:

  • orari di apertura dei negozi
  • modalità di spostamento delle persone all’interno del proprio Comune di residenza o di domicilio così come verso altre regioni
  • strumenti di didattica a distanza.

Riguardo all’autocertificazione, già in vigore in alcune regioni (come Lazio e Campania, obbligatoria fino al 24 novembre; e Lombardia, dove tale obbligo vige fino al 14 novembre), ci si domanda se sia effettivamente necessario tenerla a portata di mano e già compilata anche nelle altre regioni. Nel pomeriggio di mercoledì 4 novembre, indicazioni ufficiali non ce ne sono. Se tuttavia si tiene conto che le ordinanze regionali restrittive in materia di strumenti di contrasto al Covid sono superiori a quelle nazionali, si presume che l’autocertificazione resti obbligatoria, nelle regioni in cui tale prescrizione già c’è, almeno fino alle date precedentemente stabilite.

>> Qui il modulo di autocertificazione del 24 ottobre 2020 in Pdf

>> Qui il testo del Dpcm del 3 novembre 2020 in Pdf

Fino al 3 dicembre

Le regole disposte dal nuovo Dpcm, per il quale si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nella mattinata di oggi (mercoledì 4 novembre), resteranno in vigore da giovedì 5 novembre a giovedì 3 dicembre. Contestualmente all’ufficializzazione del decreto, si saprà in quale delle tre categorie verrà collocato ogni territorio: il criterio scelto – che non ha mancato si sollevare polemiche fra Governo e presidenti di Regione – si basa sull’indice di Rt e su altre venti “voci”.

Le regole nelle Regioni “verdi”

In questi territori viene applicato un sistema di normative meno “rigido”, tuttavia maggiormente restrittivo in rapporto a quanto disposto dal precedente decreto del 24 ottobre 2020.

Regola generale: divieto di uscire dalla propria abitazione dopo le 22 e fino alle 5 del mattino successivo. Una sorta di “coprifuoco” che troverà eccezione esclusivamente per le motivazioni, ormai note – che già nella prima parte del 2020 erano alla base del “lockdown”:

  • motivi di necessità
  • motivi di salute
  • motivi di lavoro.

Trasporti pubblici locali. A bordo di tutti i mezzi (su gomma e su rotaia: dunque autobus, filobus, tram, metropolitane, treni regionali) si prevede capienza dimezzata. Dunque il 50% della possibilità utile di trasporto persone. Le crociere vengono sospese

Centri commerciali. Il Dpcm ne dispone la chiusura durante i weekend e nelle giornate festive. Teatri e cinema, musei, mostre e manifestazioni che non possano essere fruibili “da remoto”, sale bingo restano chiusi

Bar, ristoranti, pasticcerie. Chiudono alle 18, con possibilità di recapito delle ordinazioni a domicilio dopo quell’ora e in ogni caso non più tardi delle 22

Concorsi pubblici. Vengono anch’essi sospesi, con unica eccezione riguardo a quelli per l’assunzione di personale della sanità

Parchi e aree verdi. Il Dpcm ne consente l’accesso, previo mantenimento delle distanze di almeno un metro fra le persone

Strade e piazze. Se il precedente decreto ne disponeva, oltre al divieto di assembramento, anche la possibilità che le amministrazioni comunali potessero chiuderle dopo le 21, con il nuovo Dpcm tale provvedimento potrebbe riguardare l’intero arco della giornata e in tutta Italia.

Cosa viene regolamentato nelle Regioni “arancioni”

Lo “scenario 2”, di media gravità, prevede un rigore già più elevato rispetto alle “zone di colore verde”.

Bar e ristoranti, gelaterie, pasticcerie. Se ne prevede la chiusura per tutto il giorno, non più – dunque – dalle 18. Restano, tuttavia, aperti i parrucchieri ed i centri estetici

Spostamenti. Viene disposto il divieto di muoversi oltre il proprio Comune di residenza o di domicilio (tranne, beninteso, per necessità di lavoro, di studio – si potrebbe, ad esempio, accompagnare i propri figli a scuola – o di salute).

I provvedimenti nelle Regioni a rischio più elevato

Le “zone rosse” vengono interessate dallo stop pressoché generale alla mobilità, tanto al di fuori del proprio Comune quanto all’interno di esso, e con mezzi di trasporto privati e pubblici.

In buona sostanza: lo scenario che si prospetta per gli spostamenti delle persone somiglia al “lockdown” che tutti abbiamo imparato a conoscere lo scorso 9 marzo 2020 e che di fatto rimase in vigore per due mesi e mezzo. Qualsiasi movimento di persone in entrata o in uscita dalle regioni “a rischio rosso” è quindi vietato (fatti salvi, chiaramente, gli spostamenti dettati da comprovate motivazioni di lavoro, di salute o di necessità: ecco dunque tornata in vigore l’autocertificazione).

Le aree di servizio autostradali restano aperte (distributori di carburante compresi), allo stesso modo di quelle relative ad ospedali e aeroporti.

Negozi, supermercati, aziende e fabbriche. Le industrie resteranno aperte, così come le farmacie, i supermercati ed i “servizi essenziali”.

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