Emissioni, perquisizioni a sedi Fca dalla Guardia di Finanza; i vertici dell’azienda: “Pronti a chiarire”

Redazione
22 Luglio 2020
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Indagine della Procura di Torino collegata a un’inchiesta tedesca: nel mirino degli inquirenti le emissioni su alcune famiglie di motori.

Potrebbero esserci livelli di emissioni inquinanti più elevati in rapporto a quanto certificato nei documenti di omologazione delle vetture: per fare chiarezza su questo sospetto, la Guardia di Finanza di Torino ha, dietro mandato della Procura del capoluogo piemontese ed in collegamento a un’indagine del medesimo tenore avviata dalle autorità giudiziarie tedesche, effettuato una serie di perquisizioni che hanno interessato alcune delle sedi torinesi di Fiat-Chrysler Automobiles e di società controllate dal Gruppo italo-americano.

Inchiesta parallela a Torino e Francoforte

La notizia, diramata da un “lancio” Ansa, ha immediatamente fatto il giro dei media. Secondo gli inquirenti tedeschi (l’indagine italiana, coordinata dal Pm Vincenzo Pacileo, è parallela ad un’inchiesta della Procura di Francoforte, e coinvolgerebbe anche la Svizzera: dieci, in totale, le sedi controllate; l’organizzazione europea è stata avviata anche con la collaborazione di Eurojust, agenzia UE per la cooperazione giudiziaria fra i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea) si ipotizzerebbe un reato di frode in commercio, in quanto su alcuni modelli sarebbero stati installati dei dispositivi di controllo delle emissioni non conformi ai parametri UE. Secondo quanto dispone il regolamento comunitario CE 715/2017, al paragrafo 2 dell’art. 5, si dispone il divieto di omologazione UE ai veicoli provvisti di sistemi che “ingannano” i limiti di emissioni nocive. Non risulta alcun indagato.

Secondo Il Corriere dello Sport, nel mirino della Procura tedesca ci sarebbero le unità motrici della lineup “Family B”, cioè le motorizzazioni MultiJet 1.3, 1.6 e 2.0, omologati Euro 5 ed Euro 6 ed impiegati su vari modelli Alfa Romeo, Fiat e Jeep; nonché alcuni motori “Light e Heavy Duty” (utilizzati per veicoli commerciali Fiat e Iveco) 110 MultiJet, 115 MultiJet, 150 MultiJet e 180 MultiJet. Circa 200.000 sarebbero i veicoli interessati.

Cnh: “Ampia collaborazione”

Dagli uffici Cnh Industrial è immediatamente arrivata la conferma in merito agli accertamenti dell’autorità giudiziaria “Svolti in alcune sedi europee del Gruppo nell’ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca””, è il comunicato ufficiale che riporta la dichiarazione di un portavoce della controllata da Exxor e specializzata nella produzione di motori per veicoli industriali e automezzi pesanti. “L’azienda – prosegue la nota – si è subito messa a disposizione degli inquirenti e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti”. “Cnh Industrial sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta da parte della magistratura”.

Codacons: “Sospensione del prestito ad Fca in attesa di sviluppi”

Il caso arriva a brevissima distanza di tempo dalla concessione delle garanzie dello Stato italiano in ordine al prestito da 6,3 miliardi di euro concesso ad Fca, per le proprie attività nazionali, attraverso il Decreto Rilancio. Il Codacons, da tempo impegnato in una disputa legale in seguito al Dieselgate, ha diffuso un comunicato stampa, nel quale si chiede, qualora dall’indagine tedesca dovessero emergere delle irregolarità relative alle emissioni, di “Aprire indagini anche nel nostro Paese, e valutare la sospensione del maxi prestito chiesto da Fca, in attesa degli sviluppi della Procura di Francoforte che ha portato a perquisizioni nei confronti di alcune società del Gruppo Fca”. Il prestito da 6,3 miliardi, afferma l’associazione di tutela dei consumatori, dovrebbe “Essere sospeso fino a che l’azienda non dimostrerà di essere totalmente estranea alle accuse. Nell’ipotesi in cui le accuse della Procura dovessero trovare fondamento, l’Italia si ritroverebbe a finanziare con soldi pubblici attività illecite di una società privata, e per questo il nostro Governo deve valutare la sospensione del finanziamento in attesa degli sviluppi dell’inchiesta”. “Se saranno accertate manomissioni sul fronte delle emissioni, siamo pronti ad avviare una guerra legale contro Fca a tutela degli automobilisti italiani che risulteranno coinvolti nella vicenda”, conclude il Codacons.

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