50 anni di Lamborghini: al seguito del Grande Giro

Valerio Verdone
13 Maggio 2013
264 Foto
50 anni di Lamborghini: al seguito del Grande Giro

Per celebrare l’anniversario dei suoi 50 anni, la Lamborghini organizzato un tour attraverso l’Italia.

Per celebrare l’anniversario dei suoi 50 anni, la Lamborghini organizzato un tour attraverso l’Italia.

A vedere oggi auto come la Miura e soprattutto la Countach, non si direbbe che la Lamborghini abbia 50 anni. Eppure è trascorso mezzo secolo da quando il suo fondatore, il vulcanico Ferruccio Lamborghini, ha deciso di sfidare niente meno che Enzo Ferrari sul terreno delle sportive stradali. Per celebrare l’anniversario, la Casa di Sant’Agata ha organizzato un giro per festeggiare insieme ai clienti provenienti da tutto il mondo un momento storico, importante e cruciale crocevia per il futuro di un marchio che ha saputo rinnovarsi negli anni ed oggi è più in forma che mai. Noi abbiamo deciso di seguire l’evento con una vettura del Gruppo VW a cui fa capo anche Lambo, ovvero un’Audi A3 2.0 TDI di ultima generazione, comoda, all’occorrenza veloce e decisamente parca. In questo modo abbiamo potuto mimettizzarci con lo staff, essere dentro la manifestazione e vivere in prima persona un momento storico per il mondo dell’auto.

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La partenza da Milano

Tutto comincia a Milano, precisamente nella sede della Fondazione Pirelli, perché, è bene ricordarlo, l’azienda italiana è sempre stata vicina alla Lambo sin dagli esordi, da quando la prima auto,la 350 GT è apparsa sulla scena al salone di Torino del 1963 in veste di prototipo. Allora c’era il Cinturato HS, acronimo di High Speed, in grado di soddisfare costruttori capaci di realizzare auto da 240 km/h, poi è stata la volta del primo Pneumatico ribassato, il Cinturato CN73, realizzato per la Miura e del Pirelli P7 scelto come primo equipaggiamento per la spettacolare Countach. La stessa supercar, nel 1988 fu la prima a calzare gli ormai mitici Pzero. La storia continua e arriva fino ai nostri giorni con la Veneno che monta pneumatici particolari che strizzano l’occhio a Pirelli utilizzati in F1 per via del logo rosso che li caratterizza.

C’è stata anche l’occasione per visitare la Fondazione Pirelli, scoprendo gli interessanti contenuti dell’archivio con tanto di disegni originali delle campagne pubblicitarie, il modello originale del Gatto Meo, e tante altre chicche per i curiosi del genere. Ma l’attenzione è tutta per l’arrivo delle auto davanti allo spazio allestito davanti al Castello Sforzesco, resistere è impossibile e così prendiamo al volo la navetta per aggirare lo spettro della ZTL ed evitare l’Ecopass e in pochi minuti siamo al cospetto di 350 Lambo provenienti da tutto il mondo. Miura, Diablo, Gallardo, Aventador, ma anche Murcielago, Countach, Espada, Jarama, Islero, e 350 GT. C’erano proprio tutte, persino le serie speciali e l’indimenticabile one off, la Calà, firmata da Giorgetto Giugiaro.

In questi frangenti il pass è stato utilissimo, girare indisturbati tra i bolidi di Sant’Agata, vederli tutti insieme è stato un qualcosa di unico: solo un appassionato può capire cosa di prova nel vedere una a fianco all’altra la Miura e la Countach, la Murcielago SV e l’Aventador oppure le tante personalizzazioni di questi bolidi provenienti da tutto il mondo. Esagerata la Diablo GT giapponese in una sorta di rosa metallizzato tanto chiassoso quanto originale. Impossibile tenere a bada l’occhio che scruta i colori sgargianti, le ali modificate e gli interni originali come quelli arancio di una Countach bianca con le porte rigorosamente aperte. Fino alle 19.00 arrivano le Lambo, i posti vengono occupati e le guardie del parco chiuso si apprestano a custodire i 190.000 cavalli prima della partenza l’8 maggio alla volta di Bobbio e Forte dei Marmi.

Verso Bobbio con la mandria di Tori

La mattina del giorno dopo siamo pronti a seguire la carovana verso Bobbio, la nostra Audi A3 TDI viaggia silenziosa in autostrada, con il 4 cilindri che gira sornione poco oltre i 2.000 giri in sesta marcia i consumi sono contenuti e si può ascoltare tranquillamente la propria musica preferita. Ma il silenzio è rotto dall’arrivo del mucchio selvaggio, una mandria di Tori scatenati, per una volta gemellati con le forze dell’ordine, che viaggia a briglie sciolte verso la libertà. L’istinto e il nostro fotografo mi spingono a seguire le Lambo, ma il tempo di qualche scatto e decido che è meglio riprenderle all’arrivo perché rimanergli in scia sarebbe arduo anche per la nostra Audi tutt’altro che pigra e poi, visto che con la patente ci lavoro, è meglio conservare i punti che mi sono rimasti…

Ad ogni modo una delle Lambo la riprendiamo poco dopo, e in seguito anche le altre, perché se è vero che sono più veloci, è altrettanto vero che necessitano di tanto carburante e di soste frequenti dal benzinaio. I km scorrono veloci, usciamo dall’autostrada e attraversiamo la Val Trebbia, dove la strada si restringe e la guida diventa più impegnativa, allunghi a parte, la nostra Audi A3 viaggia che è un piacere tra le curve e anche se non ha i cavalli e lo sterzo di una Lambo, non disdegna la guida sportiva, basta selezionare la modalità adatta e ci consente di non perdere il contatto con le spettacolari supercar di Sant’Agata. A Bobbio l’atmosfera è incantevole e le 350 Lambo prendono d’assalto il centro storico inserendosi perfettamente nel contesto. Ora la gente è più vicina, può toccare realmente i bolidi italiani, e la folla s’infittisce con tutto il suo carico di curiosità. Vi confesso che vedere le Countach arrivare con le porte sollevate, per via dei noti problemi di surriscaldamento dell’abitacolo, è stato come rivedere per la prima volta la DeLorean di “ritorno al futuro” prendere il volo. Ovviamente, non sono mancati i primi inconvenienti tecnici e una Countach e una Miura sono tornate a casa sul camion dell’assistenza, ma le altre Lambo hanno tenuto il campo con onore e ammaliato curiosi e turisti attraverso un colpo d’occhio fenomenale.

La sosta è fin troppo breve, si riparte per Forte dei Marmi e le curve non mancano, quindi è meglio tenere alta l’attenzione, altrimenti, come scopriremo più tardi, c’è il rischio di qualche “toccata”. Infatti, una delle Countach più belle è arrivata nella località balneare con parte del muso distrutto e, sinceramente, avrei preferito non vederla: un mito dell’infanzia sfigurato fa sempre un certo effetto. L’A3 in perfetto stile teutonico macina km senza battere ciglio, sembra nata per viaggiare e i sedili anteriori hanno un comfort da ammiraglia, tutto è a portata di mano grazie al nuovo sistema d’infotainment che non distrae dalla guida e per via di una plancia semplice, moderna e razionale con pochi pulsanti. I 150 CV del 2 litri TDI si sentono tutti in uscita dai tornati ed è un piacere giocare con il cambio fluido e preciso negli innesti. Chilometro dopo chilometro penso che la A3 sia stata proprio la scelta giusta per questo tour, visto che ha un abitacolo capiente ma nello stesso tempo vanta dimensioni esterne compatte, ottime per trovare parcheggio nelle città affollate al seguito della carovana.

Finalmente, dopo una giornata alla guida si arriva a Forte di Marmi, l’atmosfera è rilassata, anche per via della stanchezza che inizia ad affiorare soprattutto per chi ha viaggiato a lungo a bordo di una supercar, e così non c’è niente di meglio di un cocktail sulla spiaggia, il giusto compenso per una giornata stupenda in cui non abbiamo avuto modo di rilassarci neanche nella sosta di Bobbio, impegnati negli scatti in ogni punto della cittadina che ha ospitato le Lambo. Vederle nel parco chiuso, sul lungomare, è stata una gradita sorpresa anche per i residenti e per i pochi turisti presenti; in molti lasciavano le auto per correre con il telefonino in mano a scattare foto ricordo delle Lambo e i vigili, pur nel rispetto della loro divisa, sono stati clementi, assecondando la passione irrefrenabile verso queste auto incredibili, cariche di suggestione e di fascino.

Il Tori selvaggi si spostano nella capitale

La sveglia suona presto il 9 maggio, alle 8.00 si parte, direzione Grosseto dove i cavalli delle Lambo non perdono l’occasione per incontrare quelli degli Eurofighter per una foto ricordo che rimarrà nella storia. Si passa anche sotto la Torre di Pisa ma poi si converge verso la capitale, in via della Conciliazione c’è già fermento quando si sparge la voce dell’arrivo delle Lambo, ma poi, nel momento in cui i bolidi raggiungono la via che conduce di fronte a Piazza San Pietro, l’interesse si trasforma in delirio, a Roma le creature di Ferruccio vengono letteralmente prese d’assalto, il traffico si blocca e in molti cercano di salire a bordo per una foto ricordo, i bambini si litigano le bandierine fornite dall’organizzazione e i commessi dei negozi escono abbandonando a se stessi orde di turisti. Qualcuno si spazientisce per gli inevitabili rallentamenti, ma sono cose comprensibili quando 350 Lambo arrivano a San Pietro per una commistione indimenticabile tra sacro e profano. Qualcuno grida: ” ne voglio una”, una ragazza bacia una Murcielago verde oceano dicedole “sei la più bella del mondo” e una squadra di bambini tenta di salirci dentro… Quando tutto si calma entriamo in azione e riusciamo a scattare foto ricordo dell’evento, felici di avere assistito a qualcosa di unico.

Verso Bologna, si torna a casa

Il 10 maggio le Lambo compiono l’ultimo tratto di strada importante, e tornano verso casa, facendo sosta a Bologna dove occupano Piazza Maggiore per un altro colpo d’occhio fenomenale. I protagonisti iniziano a sentire la fatica, soprattutto quelli provenienti da paesi lontani come la Nuova Zelanda, o il Giappone, tanto per citarne alcuni, ma lo spirito è ancora alto, e così c’è ancora la voglia di mescolarsi ai curiosi e agli appassionati che si accalcano intorno alle loro auto facendoli sentire al centro della scena. Certo, qui sono abituati a vedere le supercar made in Italy, Sant’Agata è a due passi, ma tutte insieme fanno sempre un certo effetto… Tanto più che l’11 maggio, prima dell’arrivo a Sant’Agata, presso la sede della Lamborghini, c’è stato anche il concorso per eleggere la più bella delle Lambo presenti all’evento, noi francamente diamo il premio simbolico di Motori.it a tutte le vetture partecipanti, ma ovviamente non possiamo regalare anche agli altri 349 possessori l’orologio Blancpain messo in palio dall’azienda che collabora con il Marchio di Sant’Agata per il vincitore del concorso d’eleganza.

Il grande giro si conclude a Sant’Agata

L’11 maggio, in un sabato carico di suggestione, via Modena è stata chiusa al traffico e solo le Lambo potevano raggiungere attraverso questa strada l’ingresso dell’azienda. E’stata l’occasione per un abbraccio simbolico della Casa del Toro verso propri clienti, il culmine di un viaggio senza precedenti, di un raduno grandioso, e carico di suggestione.

Mentre noi restituivamo la nostra compagna di viaggio, la A3 TDI che, con i 6 l/100 km di media indicati in maniera fiera dal computer di bordo, ci ha consentito di viaggiare per tutta Italia senza spendere un capitale, a Sant’Agata si preparavano per il gran finale, ovvero la consegna del concept Egoista, realizzato da Walter de Silva su meccanica della Gallardo, avvenuta al culmine dell‘esclusiva di fine evento. Spaziale come solo le Lambo più audaci sanno essere, questa one off sembra un incrocio tra una vettura dei cartoni animati giapponesi e un caccia bombardiere di ultima generazione. E in effetti, “il nostro” de Silva ha attinto molto dai concetti aereonautici per realizzare la Egoista, come possiamo notare dal posto di guida centrale e dal parabrezza che si solleva alla stregua della copertura posta sopra l’abitacolo di un aereo da combattimento. Con questa chicca si conclude nella maniera più spettacolare il 50esimo compleanno di Lambo, ma ci auguriamo che la Casa di Sant’Agata arrivi al traguardo dei 100 anni in questa salute e con la medesima verve creativa.

Evento Lamborghini 50esimo anniversario

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