Marchionne ha dichiarato che il futuro di Fiat potrebbe essere lontano dall’Italia. Sotto accusa, il sindacato Fiom “che non accetta la sconfitta”.
Marchionne ha dichiarato che il futuro di Fiat potrebbe essere lontano dall’Italia. Sotto accusa, il sindacato Fiom “che non accetta la sconfitta”.
Secondo Sergio Marchionne, la Fiat potrebbe lasciare l’Italia visto il clima di ostilità messo in atto dai sindacati, in particolare la sigla Fiom. Dure le parole dell’amministratore delegato del Lingotto, che a margine di un convegno organizzato a Washington è apparso piuttosto contrariato dall’atteggiamento di questa sigla sindacale che “vuole condizionare le nostre scelte, nonostante la maggior parte dei lavoratori abbia già accettato il nostro piano di produzione sia per Pomigliano d’Arco sia per Mirafiori“.
La possibile nuova sede della Fiat potrebbero essere gli Stati Uniti, come ventilato a inizio primavera. Il manager, quindi, ha sottolineato il fatto che ormai il gruppo che lui guida è una multinazionale e non deve per forza di cose legarsi a doppio filo con l’Italia per quanto riguarda la produzione dove i costi sono maggiori che altrove.
Rinegoziare il contratto dei dipendenti? “Lo abbiamo già fatto ed è inutile rifarlo solo per un capriccio di una minoranza come la Fiom che pretende di tenere in ostaggio una grande azienda che dà lavoro a migliaia di persone. La Fiat, insomma, non può essere vittima di questa minoranza”. Secondo Marchionne solo poco più di un operaio su 10 (gli iscritti Fiom sono il 12%) vuole condizionare le scelte dell’azienda che prevedono diversi miliardi di euro di investimenti fra Pomigliano e Mirafiori.
L’amministratore delegato risponde anche al segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che caldeggiava l’intervento del governo per definire il business plan della Fiat: “Il governo non c’entra nulla in questa faccenda. E poi il premier Monti ha già tante cose cui pensare in questo momento, a iniziare dalla stabilità di un Paese come l’Italia che sta vivendo momenti difficili”.
Marchionne nel menzionare la possibilità di abbandonare l’Italia ha ricordato che ormai l’azienda che guida fa affari in tutto il mondo e che il nostro Paese è ormai un mercato marginale rispetto all’America latina e all’Asia.