Seggiolini con sensori anti-abbandono: a quando il testo definitivo?

Francesco Giorgi
20 Settembre 2019
Seggiolino anti-abbandono

Il decreto legge sui sistemi di allarme che evitano il rischio di lasciare i bimbi chiusi in auto è per ora “congelato” dalla Commissione UE.

Il caso del bimbo di appena due anni deceduto a Catania per essere stato “dimenticato” dal padre chiuso in auto, a finestrini e porte serrati e per cinque lunghe ore, riporta in maniera drammatica all’opinione pubblica le questioni sulla sicurezza – o meglio: sulla salvaguardia – dei bambini a bordo con età inferiore a 4 anni. Un argomento di importanza fondamentale, e verso cui recentemente era inizialmente stata fatta chiarezza: ci si riferisce, nello specifico, alla legge 117/2018 che disciplina l’obbligo di installare i seggiolini salva-vita a bordo degli autoveicoli, e che venne annunciata, a metà luglio 2018, dall’allora neoministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. Un annuncio che, a quattordici mesi di distanza, non ha ancora trovato accoglimento. Ma andiamo con ordine.

Cosa dice il decreto

Tali sistemi, come indica il testo della legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 238 del 12 ottobre 2018 (“Introduzione dell’obbligo di installazione di dispositivi per prevenire l’abbandono di bambini nei veicoli chiusi”) nel quale si modifica l’art. 172 del Codice della Strada (“Uso delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta e sicurezza per i bambini”), consistono essenzialmente nell’adozione, integrata nel seggiolino, di un sistema di allarme “Volto a prevenire l’abbandono del bambino, rispondente alle specifiche tecnico-costruttive e funzionali stabilite con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”. Con l’occasione, era stato modificato anche il comma 10 del citato art. 172 CdS che si riferisce alle sanzioni applicabili: “Chiunque non fa uso dei sistemi di ritenuta, cioè delle cinture di sicurezza e dei sistemi di ritenuta per bambini o del dispositivo di allarme di cui al comma 1-bis, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 81 euro a 326 euro”. “Quando il mancato uso riguarda il minore, della violazione risponde il conducente ovvero, se presente sul veicolo al momento del fatto, chi è tenuto alla sorveglianza del minore stesso”. Viene altresì indicata la sanzione in caso di recidiva: “Quando il conducente sia incorsi, in un periodo di due anni, in una delle violazioni di cui al presente comma per almeno due anni, all’ultima infrazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente da quindici giorni a due mesi”.

Alla fine dello scorso gennaio, lo schema di decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti venne predisposto e notificato – come prevede il regolamento 1535/2015 – all’esame della Commissione Europea (l’Ufficio TRIS ovvero il sistema informativo in materia di regolamentazioni tecniche della Commissione UE) per controllarne la corrispondenza del testo con i principi di diritto dell’Unione Europea e del mercato interno.

Testo incompleto, la bocciatura europea

Tutto bene, dunque? Assolutamente no. Ciò che venne impostato come un nuovo step rivolto alla sicurezza dei più piccoli a bordo (questione la cui importanza è fuori discussione) si è tuttavia arenato. Per restare, al momento, “congelato” in attesa di venire ulteriormente dettagliato. Ciò cui il TRIS non ha di fatto mai approvato (né a fine aprile, e nemmeno alla fine dello scorso luglio) è imputabile, come indica in queste ore il Corriere della Sera citando una nota di Altroconsumo, ha carattere squisitamente tecnico. In poche parole: “La bocciatura della Commissione non è stata decisa tanto perché la norma nazionale sia incompatibile con la legislazione europea, quanto perché il decreto attuativo è incompleto. Mancano le informazioni tecniche di dettaglio, perché il prodotto (nello specifico, il dispositivo anti-abbandono, n.d.r.) possa effettivamente essere efficace e sia utilizzabile in sicurezza su sistemi (ovvero i seggiolini, n.d.r.) omologati”. Stando così le cose, l’approvazione del decreto da parte della Commissione UE è legata alla necessità di aggiungere le caratteristiche tecniche ai sistemi di allarme collegabili ai seggiolini.

Asaps: “Ministro De Micheli, aspettiamo un nuovo testo”

L’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, intervenuta in queste ore sul proprio portale, punta i riflettori sulla necessità di non perdere più altro tempo. “Speravamo che l’estate finisse senza episodi tragici. Siamo anche amareggiati perché il Decreto Attuativo che avrebbe dovuto individuare le specifiche tecniche del seggiolino anti-abbandono sia stato bocciato dalla Commissione Europea”, fanno sapere all’Asaps, invitando il neo-ministro del MIT a predisporre un nuovo testo che contenga quanto obiettato dalla Commissione Europea: “Chiediamo da subito un intervento del nuovo Ministro dei Trasporti Paola De Micheli con la predisposizione di un nuovo testo che in poche settimane contenga le obiezioni presentate in sede Europea e sia pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale”. “Chiediamo anche di sapere come si intendano aiutare le famiglie italiane per quanto attiene il contributo di un milione di euro previsto dalla legge Finanziaria 2019 al fine di acquistare i seggiolini salva-vita”.

Eppure i salva-vita per bambini esistono

Va detto, peraltro, che i dispositivi salva-vita per i bimbi a bordo degli autoveicoli esistono: da quelli previsti da alcuni big player (tuttavia per i soli mercati nord-americani: nello specifico, il sistema “Rear Occupant Alert” di Hyundai, di serie su tutti i nuovi modelli venduti negli Stati Uniti; ed il “Rear Door Alert” messo a punto, a suo tempo, da Elsa Foley e Marlene Mendoza, entrambe ingegneri in forza a Nissan USA), a quelli disponibili, anche in Italia, per alcune App (da Waze a Sense-A-Life, ad InfantReminder), oltre a sistemi a sensori reperibili nel circuito aftermarket, come Remmy. Esistono, poi, i seggiolini provvisti di sistema a sensori anti-abbandono: ce ne eravamo occupati circa un anno fa. I primi ad essere entrati in commercio sono stati a marchio Chicco, e vengono provvisti del sistema BebéCare sviluppato in partnership con Samsung. Si tratta di una serie di sensori collocati all’interno del seggiolino stesso: il loro compito consiste nell’avvisare la presenza di un bambino a bordo del veicolo tramite una App specifica (disponibile gratuitamente per tutti i device a sistema Android ed iOs) che emette un segnale sonoro e visivo qualora il cellulare sul quale è stata scaricata l’applicazione si allontana, ed invia un SMS d’emergenza a tutti i numeri di soccorso registrati nell’account utente nel caso che l’avviso visivo e sonoro non venga silenziato entro 40 secondi.

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