Multe stradali congelate fino al 2026: cosa cambia davvero
Nel panorama delle normative stradali italiane, il recente decreto Milleproroghe ha nuovamente spostato in avanti l’asticella, congelando fino al 2026 gli importi delle multe stradali. Una scelta che, per la terza volta consecutiva, mette in stand-by l’aggiornamento biennale previsto dal Codice della Strada, lasciando le sanzioni amministrative pecuniarie ferme ai valori del 2019. Una decisione che non solo conferma la linea prudente del governo in materia di politiche economiche, ma accende un vivace dibattito tra chi vede in questa misura una boccata d’ossigeno per le famiglie e chi, invece, teme ripercussioni sul fronte della sicurezza e dei bilanci locali.
La norma, sancita dall’articolo 195 del Codice della Strada, prevede che le sanzioni amministrative pecuniarie vengano rivalutate ogni due anni, seguendo l’andamento dell’indice FOI (Famiglie Operai e Impiegati) dell’ISTAT. Tuttavia, anche quest’anno, il governo ha deciso di congelare il meccanismo, citando una “eccezionale situazione economica” che mette sotto pressione i bilanci delle famiglie italiane. Così, violazioni comuni come la sosta vietata, l’eccesso di velocità o il mancato uso delle cinture di sicurezza restano ancorate a importi ormai datati, che non tengono conto dell’erosione monetaria causata dall’inflazione degli ultimi anni.
Guardando al passato, l’ultimo aggiornamento biennale risale al 2019, quando gli importi delle multe stradali subirono un aumento del 2,4%. Da allora, il tempo sembra essersi fermato: nel biennio successivo, l’indice FOI ha fatto segnare addirittura un valore negativo (-0,2% nel 2021), il che avrebbe potuto comportare una riduzione degli importi, se non fosse intervenuta la sospensione. La scelta di prorogare il blocco fino al 2026 si inserisce in un quadro di continuità politica che, in tempi di incertezza economica, preferisce la stabilità tariffaria a nuove tensioni sociali.
Non mancano, però, le voci critiche. Le associazioni dei consumatori e i rappresentanti dei cittadini più fragili vedono nella misura un sollievo concreto per le famiglie, che già fanno i conti con un costo della vita in costante aumento. Ma dall’altra parte della barricata, le associazioni per la sicurezza stradale e gli enti locali mettono in guardia: congelare le sanzioni amministrative pecuniarie rischia di indebolire l’effetto deterrente delle multe stradali, proprio quando sarebbe più necessario disincentivare comportamenti pericolosi al volante. Inoltre, per i comuni, la mancata rivalutazione si traduce in minori entrate, visto che una parte dei proventi delle multe serve a finanziare la gestione della mobilità territoriale e progetti di sicurezza.
Sul piano pratico, il congelamento delle tariffe semplifica la vita agli uffici pubblici e alle società che gestiscono i sistemi automatici di calcolo delle sanzioni amministrative pecuniarie: non c’è la necessità di aggiornare software o moduli, almeno fino al prossimo giro di boa. Ma resta l’obbligo di monitorare costantemente l’evoluzione normativa, perché la politica potrebbe invertire la rotta in tempi brevi, soprattutto se le condizioni economiche dovessero migliorare o se emergessero nuove priorità di sicurezza.
Ti potrebbe interessare