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“Motori PureTech: il caso che scuote Stellantis e milioni di automobilisti

Di Vincenzo Calvarano
Pubblicato il 16 ott 2025
“Motori PureTech: il caso che scuote Stellantis e milioni di automobilisti
Il motore 1.2 PureTech è al centro di richiami e di un'indagine SSMVM: problemi alla cinghia a bagno d'olio, consumo di olio e soluzioni tecniche con la catena di distribuzione.

Non è certo una tempesta in un bicchier d’acqua quella che si è abbattuta sul mondo dell’auto: il motore PureTech del gruppo Stellantis, con la sua innovativa – e ora discussa – cinghia di distribuzione a bagno d’olio, si trova sotto la lente d’ingrandimento delle autorità e degli automobilisti. La vicenda, che ormai da anni fa discutere appassionati e addetti ai lavori, ha assunto toni sempre più accesi dopo che la SSMVM, autorità francese per la sicurezza e la sorveglianza dei veicoli, ha aperto un’indagine formale nel giugno 2025 per valutare la reale efficacia delle contromisure messe in campo dal costruttore.

Il cuore della questione pulsa attorno a una soluzione tecnica che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto rappresentare una rivoluzione: la cinghia di distribuzione a bagno d’olio. Un’idea brillante, almeno in teoria, capace di promettere maggiore silenziosità e riduzione degli attriti, con benefici evidenti su consumi ed emissioni. Tuttavia, come spesso accade, la realtà si è rivelata ben più complessa. Molti proprietari di veicoli equipaggiati con il motore PureTech hanno dovuto fare i conti con guasti improvvisi e spese non previste: la cinghia, invece di durare quanto dichiarato, tende a degradarsi prematuramente, rilasciando frammenti che finiscono nel circuito dell’olio motore.

Il risultato? Una serie di conseguenze a catena: i detriti possono ostruire la pompa dell’olio, minando la lubrificazione e mettendo a rischio la salute stessa del propulsore. Non è raro che questi inconvenienti si traducano in consumi anomali di olio, rumorosità sospette e, nei casi più gravi, la necessità di sostituire l’intero motore. Non sorprende, quindi, che il caso abbia assunto dimensioni considerevoli: già nel 2020, Stellantis aveva dato il via a una prima ondata di richiami Stellantis che ha coinvolto circa 500.000 vetture tra Peugeot e Citroën. Ma la storia non si è fermata lì. Nel 2022 il cerchio si è allargato, inglobando altri 500.000 veicoli, questa volta coinvolgendo anche i marchi DS e Opel.

Nonostante le rassicurazioni e gli interventi di aggiornamento, le segnalazioni da parte dei consumatori continuano a fioccare come grandine a primavera. Le associazioni di tutela degli automobilisti, infatti, hanno raccolto centinaia di testimonianze di chi, pur avendo seguito le indicazioni ufficiali, si è ritrovato a dover affrontare nuovi guasti o un consumo eccessivo di olio motore. Il gruppo Stellantis, dal canto suo, non è rimasto con le mani in mano: nelle più recenti evoluzioni del motore PureTech, la tanto discussa cinghia è stata abbandonata in favore della più tradizionale catena di distribuzione.

Questa scelta tecnica, che richiama una certa nostalgia per le soluzioni “di una volta”, rappresenta una vera e propria inversione a U rispetto alla direzione presa negli anni precedenti. La catena di distribuzione offre una robustezza e una resistenza agli agenti contaminanti ben superiore, riducendo sensibilmente il rischio di danni e allungando la vita del propulsore. Un ritorno al passato, forse, ma con un occhio attento alle esigenze di oggi: meno manutenzione straordinaria, maggiore tranquillità per chi guida.

Ma cosa devono fare, oggi, i tanti automobilisti che si trovano ancora alle prese con la vecchia generazione di motori PureTech? Gli esperti sono concordi: la parola d’ordine è manutenzione preventiva. In altre parole, è fondamentale non trascurare mai il cambio dell’olio, che dovrebbe essere effettuato ogni 10.000 km – ben più frequentemente rispetto a quanto previsto dal libretto di uso e manutenzione. Altrettanto importante è utilizzare esclusivamente lubrificanti di alta qualità, in grado di offrire la massima protezione e ridurre i rischi di usura prematura. E non finisce qui: è consigliabile controllare regolarmente il livello e lo stato dell’olio, senza attendere che si accendano spie o si manifestino sintomi evidenti di malfunzionamento.

Alcuni meccanici, sulla base della loro esperienza sul campo, suggeriscono addirittura di anticipare la sostituzione della cinghia di distribuzione a bagno d’olio in presenza di segnali di cedimento, come rumorosità anomala o variazioni nella viscosità dell’olio. Meglio prevenire che curare, insomma, soprattutto quando in gioco c’è la salute – e il portafoglio – del proprietario.

L’indagine avviata dalla SSMVM rappresenta, a questo punto, una tappa cruciale in una vicenda che sembra ancora lontana dal concludersi. Le conclusioni a cui giungeranno le autorità potrebbero avere ripercussioni di rilievo non solo per il gruppo Stellantis, ma per l’intero settore, chiamato a riflettere sull’opportunità di adottare soluzioni tecniche innovative senza trascurare l’affidabilità a lungo termine.

Nel frattempo, il consiglio per tutti i possessori di vetture con motore PureTech resta quello di non abbassare mai la guardia: seguire con attenzione le campagne di richiamo, rivolgersi sempre a officine autorizzate in caso di dubbi e non sottovalutare mai segnali come consumo eccessivo di olio, rumori sospetti o l’accensione di spie sul cruscotto. Solo così sarà possibile affrontare con serenità le sfide di una tecnologia che, pur promettendo molto, ha dimostrato quanto sia importante il giusto equilibrio tra innovazione e affidabilità.

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