Mitsubishi rilancia in Europa con Eclipse Cross EV su base Renault Scenic
In un panorama automobilistico europeo in piena rivoluzione, Mitsubishi decide di rimettersi in gioco con una strategia tanto pragmatica quanto audace, scegliendo la strada della collaborazione tecnologica piuttosto che quella dello sviluppo solitario. La protagonista di questa rinascita è la nuova Eclipse Cross EV, un crossover elettrico che si presenta come la perfetta sintesi tra know-how giapponese e innovazione d’Oltralpe. Un modello che, pur partendo dalla solida base della Renault Scenic E Tech, promette di restituire smalto e visibilità a un marchio che nel Vecchio Continente detiene oggi una quota di mercato di appena lo 0,4%. Eppure, dietro questa cifra apparentemente modesta, si cela una scommessa dal potenziale esplosivo.
A ben vedere, la scelta di Mitsubishi di affidarsi alla piattaforma CMF EV – la stessa che ha dato vita a uno dei SUV elettrici più apprezzati degli ultimi mesi – non è solo una questione di contenimento dei costi. È piuttosto una dichiarazione di intenti: in un settore dove l’innovazione corre veloce e i margini per l’errore si assottigliano, puntare su una base tecnologica già collaudata consente di accelerare i tempi e ridurre i rischi. E così, dopo aver già dato prova di saper reinterpretare modelli Renault come Colt/Clio e ASX/Captur, la casa dei tre diamanti si prepara a rilanciare la sfida con un modello che va ben oltre la semplice operazione di badge engineering.
A un primo sguardo, la parentela tra Eclipse Cross EV e Renault Scenic E Tech è evidente, ma basta soffermarsi sui dettagli per cogliere la volontà di Mitsubishi di imprimere la propria firma. Il frontale è stato completamente ridisegnato: cofano, griglia e paraurti sfoggiano linee decise e moderne, in perfetta sintonia con il nuovo corso stilistico del marchio. Gli esclusivi cerchi da 19 o 20 pollici, insieme alle eleganti modanature metalliche sul montante posteriore, conferiscono un tocco di esclusività che non passa inosservato. Eppure, osservando il profilo laterale, è impossibile non riconoscere l’origine comune della piattaforma, a riprova di come le sinergie industriali siano ormai il vero motore del cambiamento nel settore.
Salendo a bordo, il déjà-vu è ancora più marcato. L’abitacolo riprende fedelmente la configurazione della Scenic, con il doppio schermo – un cruscotto digitale da 12,3 pollici e un display touch verticale da 12 pollici – che domina la plancia. Le versioni più ricche, però, fanno la differenza grazie a finiture esclusive e a un innovativo tetto panoramico dotato di pellicola elettrocromica regolabile, una chicca che farà la gioia di chi cerca quel qualcosa in più in termini di comfort e tecnologia. Dettagli che sottolineano come, pur partendo da una base comune, la personalizzazione resti un valore imprescindibile per chi vuole distinguersi in un segmento sempre più affollato.
Ma è sotto il cofano che la Eclipse Cross EV gioca le sue carte migliori. Il crossover elettrico adotta un motore anteriore da 215 CV, capace di regalare uno scatto da 0 a 100 km/h in appena 8,4 secondi. A fare la differenza, però, è la batteria 87 kWh, vero cuore pulsante del modello, che promette un’autonomia 600 km secondo il ciclo WLTP. Un valore che, se confermato nella guida reale, potrebbe rappresentare un punto di svolta per chi ancora nutre dubbi sulla reale praticità dei veicoli elettrici. E per chi cerca una soluzione più accessibile, all’orizzonte si profila anche una versione entry-level con batteria da 60 kWh, 168 CV e circa 420 km di autonomia: un’offerta che amplia ulteriormente la platea dei potenziali clienti.
Non meno strategica la scelta della produzione Francia, affidata allo stabilimento Renault di Douai. Una decisione dettata non solo da considerazioni logistiche, ma anche dalla volontà di rafforzare la presenza del marchio nel cuore pulsante dell’industria automobilistica europea. Un aspetto, questo, che assume ancora più valore alla luce delle barriere tariffarie che renderebbero complessa – se non proibitiva – l’esportazione del modello verso mercati extraeuropei, come quello statunitense.
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