Fca, Manley: “nuovi partner non più necessari dopo la cessione Magneti Marelli”

Francesco Giorgi
01 Novembre 2018
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“Finanziariamente più forti, potremo portare a termine il piano industriale al 2022 restando indipendenti”. Lo ha dichiarato il CEO Fca all’analisi del terzo trimestre.

La recentissima cessione di Magneti Marelli da parte di FCA alla holding giapponese Calsonic Kansei attraverso il fondo statunitense Kkr, che ne detiene il controllo, rappresenta per i vertici Fiat-Chrysler Automobiles un asset finanziario potenzialmente più solido, e indica la possibilità di procedere verso il completamento del piano industriale al 2022 (illustrato lo scorso 1 giugno da Sergio Marchionne al Capital Markets Day: qui un nostro approfondimento) senza l’ausilio di partner esterni né di alleanze strategiche. Lo ha annunciato, nelle scorse ore, l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler Automobiles, Mike Manley, in occasione della conference call successiva all’illustrazione dei risultati finanziari del Gruppo per il terzo trimestre 2018: una dichiarazione che lascia intendere un concreto “new deal” per Fca, e che – dati alla mano – darà origine a 2 miliardi di euro in dividendi straordinari per gli azionisti.

Oltre alle cifre di performance – utile netto adjusted da 1,396 mld di euro (+51% in rapporto al terzo trimestre 2017), utile netto da 564 mln di euro (-38%), ricavi nel periodo a 28,771 mld (+9%) ed ebitd adjusted a 1,995 mld di euro (+13%), nuovo livello-primato -, il numero uno Fca punta chiaramente i riflettori su una maggiore solidità per il Gruppo, tanto da far avanzare l’ipotesi di completamento del piano industriale senza fare ricorso a partner esterni: “La cessione Magneti Marelli ci consente una posizione finanziaria più forte rispetto al passato: per questo ci sentiamo maggiormente fiduciosi nel portare a termine i nostri progetti quinquennali, anche in un’ottica ‘indipendente’”. C’è quindi un certo scetticismo nei confronti di eventuali alleanze strategiche con altri Costruttori (recentemente si era parlato di un abboccamento da parte di Hyundai).

Una fiducia che, come accennato, deriva al momento dall’ingresso di 6,2 miliardi di euro nelle casse Fiat-Chrysler Automobiles, frutto della cessione Magneti Marelli, nonché dal raggiungimento di un dividendo straordinario (soggetto all’approvazione del CdA e dell’assemblea degli azonisti) di 2 mld di euro da distribuire agli azionisti, e che a sua volta andrà a sommarsi con i dividendi ordinari a favore degli stake holders a primavera 2019 che ammonteranno ad un 20% degli utili secondo le previsioni avanzate al Capital Markets Day del 1 giugno. Dati alla mano, Fca si attende, in un preventivo degli obiettivi finanziari per il 2018, il raggiungimento di un monte-ricavi netti fra 115 mld e 118 mld di euro, un utile netto di circa 5 mld di euro ed un ebitd adjusted fra 7,5 ed 8 mld. Tornando ai risultati del terzo trimestre, il totale delle consegne Fca ammonta ad 1,16 milioni di unità, corrispondente ad un +3% sullo stesso periodo 2017, e in parte anche per la crescita in alcuni mercati-chiave (NAFTA ed America latina). Riguardo al futuro dell’”asse Torino-Detroit” sui mercati europei, le cui attività del Gruppo sono ora affidate a Pietro Gorlier in qualità di responsabile dell’area EMEA per Fca, Mike Manley è dell’avviso che occorra un nuovo asset strategico per Fiat-Chrysler nel “Vecchio Continente”, “Anche qualora ciò potesse andare a discapito dei volumi di vendita”. L’obiettivo sono i margini: “Occorre realizzarne di più, l’attuale 2-3% non è sufficiente”. I “brand” ci sono, ora serve crescere, avverte il CEO Fca. Sotto i riflettori c’è l’attenzione per Alfa Romeo (la stima di Mike Manley parla di un aumento del 20% all’anno nelle vendite ed un aggiornamento completo della lineup di modelli da dopo il 2020 fino al 2022) e nei confronti di Maserati, che potrebbe mettere in evidenza nuovi e più solidi segnali di ripresa dopo la metà del 2019.

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