Mercato auto Europa: ad aprile nuovamente in crescita

Francesco Giorgi
17 Maggio 2018
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Il computo delle nuove immatricolazioni nei Paesi UE ed EFTA fa registrare +9,6%, valore che compensa ampiamente il -5,2% di marzo. Segno negativo per i diesel.

La battuta d’arresto subita dalle cifre di immatricolazione del comparto automotive a marzo era soltanto temporanea: il mercato ha ripreso il trend positivo che si protrae da diversi mesi. Più in dettaglio, indicano in queste ore le rilevazioni ACEA (l’Associazione che raggruppa le Case costruttrici europee) il mese di aprile 2018 si è chiuso con un +9,6% nelle vendite in rapporto ad aprile 2017, il che in termini assoluti si traduce in più di un milione 300mila nuove immatricolazioni (1.348.659 unità vendute) nei 28 Paesi UE e nei quattro mercati EFTA, ovvero Islanda, Liechtensitein, Norvegia e Svizzera. Con questo risultato, il totale delle nuove immatricolazioni in Europa relativo ai primi quattro mesi dell’anno ammonta a 5.631.331 unità, e ad un +2,6% sul primo quadrimestre 2017.

Si può definire dunque confermato il parere avanzato, un mese fa, dai principali analisti di mercato, i quali imputavano il -5,2% complessivo del mercato auto di marzo nei Paesi europei anche a causa delle due giornate lavorative in meno effettuate in molti paesi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (in questo caso, l’indicazione era stata avanzata da Centro Studi Promotor), che avrebbero inciso per il 9% circa sulla performance globale.

Riguardo ai cinque principali mercati UE – Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna – che detengono la grande maggioranza delle immatricolazioni in Europa, la crescita è nel complesso anche in questo caso notevole: +8% in Germania, +9% in Francia, +6,5% in Italia, e a doppia cifra rispettivamente in Spagna (+12,3%) e Regno Unito (+10,4%), laddove il mese precedente aveva fatto segnare -15,7% nel Regno Unito e un aumento di molto inferiore in Spagna (+2,1%) se paragonato a quanto verificatosi ad aprile.

L’analisi dei risultati fra i big player automotive vede, al primo posto il Gruppo VAG-Volkswagen Audi: il colosso di Wolfsburg (che detiene sotto il proprio ombrello, fra i “brand” principali, anche Seat e Skoda) fa segnare ad aprile una crescita del 13,1% a livello europeo, con uno share del 25,7% (anche in questo caso la quota è in aumento), e “boost” a due cifre per tutti i marchi che fanno capo a VAG ad eccezione di Audi. Nel dettaglio, Volkswagen mette in archivo un ottimo +19,6%; da rimarcare la performance di vendite mensili fatta registrare da Seat: +25,8%. Complessivamente, nel mese di aprile il Gruppo VAG ha totalizzato 355.518 nuove unità vendute.

Alle spalle di Volkswagen-Audi troviamo PSA Groupe: la “nuova” big holding europea, che dalla scorsa estate detiene nel proprio carnet anche Opel, mette a segno un positivo +12,8% (in termini di cifre assolute, PSA sale da 125.029 autovetture vendute ad aprile 2017 alle 141.088 del mese scorso).

Anche Renault fa segnare, ad aprile, un trend positivo (+10%), anche grazie al notevole incremento registrato da Dacia (+24,5%).

In quarta posizione c’è FCA-Fiat Chrysler Automobiles. L’”asse Torino-Detroit” archivia il mese di aprile 2018 con un totale di 91.279 autovetture vendute in Europa, che dal punto di vista percentuale si traduce in un +2,3% sullo stesso mese del 2017 e, sulla base dei primi quattro mesi 2018, porta il monte-vendite a 381.594 nuove immatricolazioni (risultato, in questo caso, in diminuzione del 2,7% sullo stesso periodo 2017). In leggero calo, peraltro (sulla base delle performance evidenziate dai principali competitor) la quota di mercato, che scende dal 7,3% al 6,8%. Notevolissimo, tuttavia sintomatico della positiva tendenza fatta registrare da diversi mesi, l’aumento di vendite per Jeep: nei principali mercati UE il marchio-simbolo dell’offroad “made in USA” evidenzia, nell’ordine, aumento del 36% in Francia, del 31% nel Regno Unito, meno marcato in Germania (+0,8%) ma a tre cifre in Spagna (+102,5%) e in Italia, dove la lineup Jeep ha messo a segno un clamoroso +124,5%. Aprile “con il segno più” anche per Alfa Romeo, le cui perfromance trovano nel SUV Stelvio (leader di segmento “Sport Utility” in Italia) e nella berlina sportiva di segmento D Giulia le punte di diamante per il “Biscione”: sulla base mensile (aprile 2018), Alfa Romeo fa segnare +6,3%; per il primo quadrimestre 2018, la crescita è del 13,2% sullo stesso periodo del 2017. Fiat, con 500 e Panda, mantiene i primi posti nel segmento A, allo stesso modo di 500X e 500L, ai vertici nelle rispettive “nicchie” di mercato.

Ricordiamo, come evidenziato all’inizio di questo mese, che in Italia il comparto auto ha fatto registrare un incoraggiante +6,47% (in rapporto ad aprile 2017), dopo due mesi consecutivi di “segno meno”: 171.379 le autovetture immatricolate nel nostro Paese, con 46.215 unità appartenenti all’orbita FCA (la citata Jeep guida le danze con un +124,8%, seguita appunto da Alfa Romeo, che chiude l’Aprile in Italia con 4.428 nuove immatricolazioni ed un +11,3%; in calo Lancia, che fa segnare -25,03%; Fiat, -12,22%; e Maserati, -9,5%), PSA Groupe in crescita del 71,75% (25.706 nuove immatricolazioni), e 24.799 del Gruppo VAG-Volkswagen Audi (+23,35%).

Tornando ai principali “brand”, le vendite UE evidenziano +14% per Ford (86.252 unità), Daimler-Benz anch’esso in crescita con una quota di mercato al 6,3% (+6,5%, pari a 82.288 unità vendute, per Mercedes e Smart), +20% per Toyota (61.832 nuove immatricolazioni), Hyundai (44.175 nuove immatricolazioni ed una crescita del 16,0%). Bmw perde leggermente terreno: -1,4% per il Gruppo di Monaco di Baviera.

Da segnalare, come messo in evidenza dai principali analisti, una tendenza di particolare rilievo: i riflettori puntati (in negativo) sull’alimentazione a gasolio (il 37,9% del totale autovetture vendute), che avrebbe causato un calo nell’ordine del 17% sul complessivo nei primi tre mesi di quest’anno in rapporto allo stesso periodo del 2017 e, per converso, un +14,6% messo a segno dagli autoveicoli a benzina e un’incidenza del 6,5% fra le autovetture ad alimentazione alternativa. “In molti Paesi si inizia ad avvertire l’impatto della ‘demonizzazione’ del diesel”, osserva il presidente di Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano. È tuttavia da rilevare il fatto che, per alcuni potenziali acquirenti, il “prendere tempo” a pensare su quale tipo di alimentazione orientarsi – anche se, alla fine, si decida per il diesel – sia sufficiente ad alterare i valori percentuali di vendita.

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