Ginevra: un salone bianco, rosso e verde

Fabrizio Brunetti
10 Marzo 2010
Ginevra: un salone bianco, rosso e verde

Il più importante Salone dell’Auto è stato caratterizzato dal bianco di auto e stand, dal rosso delle sportive e dal “verde” di Ferrari e Porsche

Il più importante Salone dell’Auto è stato caratterizzato dal bianco di auto e stand, dal rosso delle sportive e dal “verde” di Ferrari e Porsche

Ginevra è un salone speciale, tra i pochi sopravissuti alla tempesta che ha spazzato via o ridotto a esposizioni domestiche, tante illustri manifestazioni, come Bologna e Tokio, tanto per citare le ultime.

Paradossalmente proprio il Salone che si tiene in un paese che non ha industria automobilistica è invece quello che non solo è sopravissuto ma che ha registrato in quest’anno di crisi ancora aperta del mondo automobilistico, un successo senza precedenti, per espositori, numero di novità e affluenza di pubblico.

I colori del Salone

Anzitutto il bianco come colore di tendenza. Una massiccia presenza come ambientazione degli stand Fiat e VW, ma soprattutto come colore dominante delle auto esposte. Tutte bianche le Jaguar, quasi tutte le BMW, Mercedes, VW e Audi.

Ancora il bianco protagonista nei contrasti: bianco e nero per Chrysler e Lancia, bianco e rosso, con una stessa singolare scelta, per Alfa e Audi. Con quest’ultima che ha utilizzato uno smagliante “rosso Alfa” per l’A1 e l’Alfa che al rosso metallizzato ha affiancato il bianco, tradizionale colore Audi, per la Giulietta, la Mito Quadrifoglio Verde e la 8C Spider.

Il tema del verde, nel senso di riduzione di consumi e di emissioni, ha avuto un palcoscenico senza precedenti. In ogni stand è possibile ammirare almeno una versione ibrida, a basse emissioni e con consumi ultraridotti come il nuovo Fiat Doblò a metano, e addirittura ad emissioni zero come la Nissan Leaf e le prossime elettriche Peugeot, Citroen e Renault.

Auto con maxi adesivi sulle fiancate a sottolineare ridotte emissioni di CO2 e consumi strabilianti avevano invece l’effetto di sottolineare curiosi confronti da supermercato.

In questo contesto colpiscono le versioni “verdi” delle supersportive, come la show car Porsche 718 e la Ferrari 599 “green”, primo atto – ha precisato Montezemolo – di un progetto che svilupperà una gamma completa di tecnologie di attenzione all’ambiente anche per i purosangue del Cavallino, senza penalizzarne le prestazioni.[!BANNER]

Le novità più interessanti

140 sono le novità esposte a Ginevra molte delle quali avranno sicuramente un forte impatto sul mercato. Quelle che hanno destato il maggiore interesse sono sicuramente la Giulietta, con il difficile compito di sostenere il rilancio dell’Alfa Romeo, e la compatta A1 cui arriderà un sicuro successo, basta vedere la folla che ha assalito lo stand Audi. Senza contare poi il debutto, su una Fiat 500 celeste pastello, del bicilindrico 900 Twin Air: potente (85 cv) e dotato di grande coppia con emissioni e consumi da primato è un gioiello tecnologico che distinguerà tutte le piccole del Gruppo.

Seguono la Citroen DS3 e la concept della DS4, simboli del nuovo corso del Double Chevron, e i concept Peugeot – la futura ammiraglia 508 e la roadster sportiva SR1, che assomiglia anche troppo ad un’Aston Martin – che anticipano lo stile più sobrio che caratterizzerà la miriade di novità dell’ambizioso piano quinquennale.

Fanno sensazione anche le porte a libro della nuova Opel Meriva, oggetto di infinite salite e discese dei curiosi visitatori del Salone.

Il personale crossover Nissan Juke, meno bello dal vivo per le dimensioni anche troppo contenute, si è rivelato comunque interessante nelle scelte di stile. Sempre da Nissan, molto interesse per la compatta Leaf a emissioni zero, ormai prossima alla produzione, con prezzi incentivati e accordi con le amministrazioni delle metropoli urbane.

Le delusioni

Una su tutte, la nuova, attesissima Nissan Micra, banalizzata nello stile (la scelta opposta rispetto all’originale Juke) e impoverita nelle finiture. La motivazione è che sarà una world car e come tale dovrà essere robusta, semplice, adatta a tutti i mercati: una motivazione plausibile che non attutisce però la delusione di  quanti hanno visto l’auto dal vivo.

Stessa considerazione per la seconda generazione della Toyota Auris, incerta e confusa nello stile tanto quanto la prima. Deludente anche la ibrida Lexus Ct200h: la trasposizione dalla concept alla vettura di serie ha tolto grinta ad una linea ora simile a tante altre.

Per motivi opposti non ho apprezzato anche la nuova Ford Focus, che confermerà sicuramente il gradimento delle versioni precendenti ma è sempre carente nella personalità, e la piccola coupè/cabriolet di derivazione Twingo, la Renault Wind.

La più bella

Meritatamente e indiscutibilmente la splendida 2ettottanta, spider proposto per Alfa dalla Pininfarina. Perfetta nelle proporzioni, compatta ed aggressiva nella migliore tradizione della Carrozzeria torinese. E’ uno di quei miracoli del design che riescono una volta su cento, magico come la 500, la Mini o la Lamborghini Miura. Incarna alla perfezione lo spirito dello spider compatto Alfa Romeo, come e più della Giulietta Spider o della Duetto, è bella oggi e lo sarà sempre come i pochi, grandi classici. Da produrre assolutamente con il grintosissimo 1.750 TBi da 235 cv.

E’ un’opportunità che sarebbe un delitto lasciar cadere: sono certo che non si ripeterebbe il misterioso flop della Brera, ma che la 2ettottanta avrebbe un successo e una lunga carriera analoghi a quella delle sue due illustri antenate.

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