Mercato auto Europa: -19,3% nei Paesi UE a febbraio 2021

Redazione
18 Marzo 2021
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La perdurante emergenza sanitaria e le nuove misure decise dai Governi nazionali tra i principali fattori che hanno inciso sul “rosso fisso”: tra i Gruppi automobilistici, Volkswagen si mantiene in testa, seguita da Stellantis.

Sull’onda lunga di un’emergenza sanitaria che non accenna a terminare e lascia tutto il mondo con il fiato sospeso, il 2021 del comparto automotive era partito con il freno a mano tirato. Sarebbe stato dunque poco probabile assistere ad uno stravolgimento di fronte che, in quel caso, avrebbe assunto una connotazione decisamente clamorosa. In effetti, il consuntivo di febbraio relativamente alle nuove immatricolazioni di autovetture rivela un altro (ennesimo) mese in negativo. Nello specifico, e prendendo in considerazione soltanto i Paesi dell’Unione Europea, le unità immesse in circolazione sono state 771.486, cifra che corrisponde ad un -19,3% in confronto a febbraio 2020 in cui era stato registrato un totale di 956.430 unità. E anche il primo bimestre è “in rosso”: a gennaio e febbraio 2021, nei 26 Paesi UE si sono avute 1.498.116 nuove immatricolazioni, cioè il 21,7% in meno rispetto a 1.912.877 dei primi due mesi 2020. Ecco, in sintesi, la consueta fotografia del consuntivo mensile scattata da ACEA, l’Associazione Europea fra le Case costruttrici. Uno scenario che risulta ancora più pesante se si considerano anche i mercati EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) ed il Regno Unito: nella sua globalità, il mercato dell’auto nel “Vecchio Continente” ha, a febbraio, totalizzato 850.170 nuove immatricolazioni, che corrispondono ad un calo del 20,3% in rapporto a febbraio dello scorso anno. La causa della perdurante negatività va ascritta, come si accennava in apertura, alla pandemia da Coronavirus, ed alle restrizioni che i Governi nazionali impongono per arginare l’espansione dei contagi. Va in ogni caso tenuto presente che, sebbene la diminuzione si mantenga su due cifre, essa è leggermente inferiore rispetto a gennaio, che in relazione a dodici mesi prima si era concluso con un -24% nei Paesi UE, -10,95 riguardo ai mercati EFTA e -39,5% nel Regno Unito, ed una diminuzione globale del 25,7%.

Ecco com’è andata

Di seguito il mercato di febbraio 2021 riferito ai mercati UE, EFTA e del Regno Unito.

  • Paesi UE: 771.486 nuove immatricolazioni (-19,3% in meno rispetto a febbraio 2020);
  • Paesi EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera): 27.372 (-9,2%);
  • Regno Unito: 51.312 (-35,5%);
  • Complessivo mercati UE, EFTA e Regno Unito: 850.170 (-20,3%).

Il consuntivo Paese per Paese

  • Austria: -5,7% rispetto a febbraio 2020;
  • Belgio: -21,9%;
  • Bulgaria: -16,5%;
  • Cipro: -13,5%;
  • Croazia: -4,3%;
  • Danimarca: -33,9%;
  • Estonia: -3,6%;
  • Finlandia: -1,2%;
  • Francia: -20,9%;
  • Germania: -19,0%;
  • Grecia: -14,9%;
  • Irlanda: +4,9%;
  • Italia: -12,3%;
  • Lettonia: -18,3%;
  • Lituania: -47,5%;
  • Lussemburgo: -22,0%;
  • Paesi Bassi: -26,3%;
  • Polonia: -2,0%;
  • Portogallo: -59,0%;
  • Repubblica Ceca: -15,5%;
  • Romania: -21,9%;
  • Slovacchia: -23,3%;
  • Slovenia: -12,9%;
  • Spagna: -38,4%;
  • Svezia: +5,3%;
  • Ungheria: -1,7%.

La situazione fra i “Major Market”

Alla Germania resta il primato per numero di nuove immatricolazioni (seppure con una notevole diminuzione in rapporto a gennaio 2020): anche febbraio si è quindi concluso sulla falsariga del mese precedente. Da rimarcare, a questo proposito, il minore segno negativo registrato in Italia, che ha chiuso febbraio a -12,3%. Di seguito le cifre dei principali mercati dell’Unione Europea.

  • Italia: 142.998 nuove autovetture immatricolate a febbraio 2021 (erano state 163.124 a febbraio 2020);
  • Francia: 132.637 nuove immatricolazioni a gennaio “contro” 167.782 di dodici mesi prima;
  • Germania: 194.349 (febbraio 2021) “contro” 239.943;
  • Spagna: 58.279 “contro” 94.618.

Unrae: “Necessario investire nelle infrastrutture”

A commento della non certo felice situazione del mercato automobilistico in Europa, Michele Crisci, presidente Unrae (l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) si dichiara preoccupato in merito ai “Ritardi delle istituzioni nel favorire la transizione verso la mobilità sostenibile”, condizione essenziale per una concreta ripresa del settore ed un solido futuro che sia in grado di accompagnare all’atto pratico (vale a dire premiandoli in termini di vendite) i notevolissimi programmi strategici messi in atto dai “big player” automotive. In effetti, osserva Crisci, “A fronte di ingenti investimenti dei Costruttori verso elettrico e idrogeno, la rete stradale europea risulta ancora in forte ritardo nell’installazione delle infrastrutture di ricarica, che crescono della metà rispetto al mercato”. “Senza un numero adeguato, anche in prospettiva, di impianti di ricarica veloce sulle principali autostrade continentali sarà impossibile raggiungere l’obiettivo ‘zero emission’ entro trent’anni”. A questo proposito, aggiunge il presidente di Unrae, l’Italia si trova sempre in ultima posizione, rispetto alla Spagna, per diffusione di autoveicoli “alla spina”, con una quota del 5,8% a febbraio, laddove in Germania l’incidenza dei veicoli ad elevata elettrificazione ha raggiunto il 20,7% sul totale, in Francia il 13,2% ed il 13% nel Regno Unito. In Italia, una sostanziosa “spinta” verso la diffusione della e-mobility può derivare dalla crescita del comparto delle auto aziendali, che da noi è fermo al 36% del mercato contro quote superiori al 50% nei principali Paesi europei: “Se non si provvede all’allineamento della fiscalità di questo comparto a quella degli altri paesi, e ad adeguare al nuovo ciclo di prova WLTP i valori di CO2 per l’applicazione dei fringe benefit, il mercato delle auto ‘verdi’ in Italia rischia di rimanere fanalino di coda anche nei prossimi anni”.

Case auto: chi sale e chi scende

Se si puntano i riflettori esclusivamente sull’Unione Europea (senza cioè contare i Paesi EFTA ed il Regno Unito, ecco il consuntivo mensile fatto registrare dal Gruppi costruttori. In testa c’è, ben saldo, il Gruppo Volkswagen, seguito a breve distanza (poco più di 10.000 unità di distacco) dalla nuova holding Stellantis, e davanti al Gruppo Renault, al Gruppo Hyundai, a Bmw Group, a Toyota Group, Daimler AG, Ford, Volvo, Nissan, Mazda, Jaguar Land Rover, Mitsubishi e Honda. Rispetto a gennaio, la situazione dei “segni più” è inferiore: se il mese precedente si era concluso “in attivo” (sempre in riferimento alle nuove immatricolazioni nei mercati UE) per Dodge, Maserati, Ram, Alpine, Smart e Volvo, febbraio 2021 ha assegnato un segno positivo soltanto ad Alpine (+59,6%) e Smart (+70,1%).

Le performance dei Gruppi

  • Gruppo Volkswagen: 199.128 nuove unità immatricolate (in calo del 17,4% rispetto a febbraio 2020);
  • Stellantis: 188.491 (-21,7%), con Fiat in calo del 27,8%, Opel a -27,4%, Lancia a -25,0%, Alfa Romeo a -41,8%, DS a -47,0%, Citroen a -22,1%, Peugeot a -12,2%, Jeep a -3,9%;
  • Renault Groupe: 72.132 (-27,9%), con Renault in calo del 34,4%, Dacia a -11,9%, Lada a -53,8%, Alpine a +59,6%;
  • Hyundai Group: -18,7% (55.024 nuove immatricolazioni), con Hyundai a -21,2% e Kia a -16,2%;
  • Bmw Group: 50.509 (-9,1%), con Bmw a -9,6% e Mini a -6,6%;
  • Toyota Group: 47.728 (-11,4%), con Toyota a -10,0% e Lexus a -31,9%;
  • Daimler AG: 42.019 (-19,3%), con Mercedes a -21,7% e Smart a +70,1%;
  • Ford: 37.050 (-19,5%);
  • Volvo: 19.452 (-2,6%);
  • Nissan: 15.472 (-36,5%);
  • Mazda: 7.902 (-22,4%);
  • Jaguar Land Rover: 5.430 (-30,4%), con Land Rover a -22,4% e Jaguar a -48,2%;
  • Mitsubishi: 4.107 (-58,3%);
  • Honda: 2.704 (-43,0%).

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