Parigi 2014: il miracolo Dacia non conosce crisi

Fabrizio Brunetti
07 Ottobre 2014
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Parigi 2014: il miracolo Dacia non conosce crisi

Intervista con Arnaud Debouef Direttore del programma entry – Dacia.

Intervista con Arnaud Debouef Direttore del programma entry – Dacia.

Con Arnaud Debouef, l’uomo Dacia di Renault, ci eravamo incontrati giusto un anno fa, al Salone di Francoforte, e in quell’occasione due erano stati sostanzialmente i temi dell’intervista, le ragioni del successo di un marchio low cost, alla faccia del pessimismo di tutti gli analisti finanziari, e il risultato straordinario anche dal punto di vista del cash finanziario, per un margine, non dichiarato ma stimato, ben sopra il 3%. E proprio riprendendo questi temi che fanno di Dacia un fenomeno, un miracolo in positivo, abbiamo iniziato l’intervista di quest’anno al Salone di Parigi.

Mr. Deboeuf la marcia di Dacia sembra proseguire inarrestabile, anche il 2014 un anno positivo?

Si, continua con i nostri mercati di punta che erano tradizionalmente Brasile, Iran, Russia, Francia, Argentina, ma ai quali si sono aggiunti progressi importanti su tutti i mercati.Obiettivo 2014 è chiudere con 500.000 auto a marchio Dacia vendute

Mezzo milione di Dacia è un obiettivo che fa clamore, anche perché, al di là dei numeri di produzione è davvero un risultato stupefacente avere margini, si dice, molto sopra il 3%, vale a dire un risultato che farebbe gola a tutti i costruttori generalisti. Volkswagen, che pure è un generalista quasi premium e leader storico del segmento C con il mito Golf, è impegnata per i prossimi quattro anni a trovare la via di una forte riduzione dei costi, alla luce del risicato 2% di margine che Golf riesce a spuntare.

Lei continua a chiedermi la percentuale esatta del nostro margine, non gliela dico ma le confermo che è molto sopra il 3% e noi siamo naturalmente molto soddisfatti, niente avviene per caso il nostro mix tra gamma, siti produttivi, tecnologie e mercati ha massimizzato i punti di forza della nostra strategia.

Appunto quali sono secondo lei i punti di forza dell’offerta Dacia che realizzano risultati così soddisfacenti?

Niente di segreto nel “miracolo”, ma una combinazione giusta di prezzi da low cost, economie di scala col mondo tecnologico di Renault, logistica adatta ai mercati elettivi – abbiamo 11 impianti di produzione e razionalizziamo la distribuzione, ad esempio per Italia e Sud della Francia il trasporto delle vetture avviene dalla Romania via acqua – , gamma completa ma contenuta nel range e comunque pensata per le esigenze della famiglia (non abbiamo e non avremo una tre porte ad esempio), offerta chiara, con poche versioni e optional, rapporto ottimale qualità/prezi/allestimenti, nessuno stock-Come vede niente segreti ma un attento equilibrio e coerenza tra le varie componenti della nostra offerta.

Qui a Parigi la novità è l’introduzione di una versione Stepway sulla monovolume Lodgy (e Dokker), dopo il successo della relativa versione della Sandero; qualcuno ha ipotizzato che Stepway diventi addirittura un sub brand nella gamma Dacia a spese della soppressione di un modello di minor successo.

Non è così Stepway è una tipologia di allestimento che ha ottenuto gran successo e l’applichiamo oggi anche ad altri modelli.La nostra gamma resterà articolata su meno di 8 modelli e così come estendiamo l’allestimento Stepway, abbiamo al contrario soppresso il pick up che non aveva più una richiesta sostenuta.

Stand Dacia al Salone di Parigi 2014

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