Ferrari: Montezemolo… una fine prevista e prevedibile

Fabrizio Brunetti
18 Settembre 2014
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Ferrari: Montezemolo... una fine prevista e prevedibile

Le visioni dei due protagonisti vanno in direzioni diverse, inevitabile e prevedibile la fine dell’era Montezemolo.

Le visioni dei due protagonisti vanno in direzioni diverse, inevitabile e prevedibile la fine dell’era Montezemolo.

Ho atteso che il clamore dell’abbandono di Montezemolo dalla guida della Ferrari fosse scemato prima di dire la mia sull’evento che ha catalizzato l’attenzione di tutti i media e scatenato, come al solito si direbbe quando c’è di mezzo una scelta dell’energico AD di FCA, i commenti più contrastanti e appassionati.

Posso dire con certezza che lo sapevo già, da tempo, e non solo io naturalmente. Vi ricordate l’opinione sull’aria di Parigi che pubblicammo quasi due anni fa al Salone transalpino?

Avevo raccontato la cronaca fedele della “freddezza” per dirla con un eufemismo, del rapporto tra Marchionne e Montezemolo, contrapposta all’entusiasmo e la cordialità mostrati dall’AD Fiat Chrysler con quelli che stima e con cui il feeling è evidente, Olivier Francois tanto per citarne uno.

Allora il momento di contrasto era la “vicinanza”, vera o presunta, tra Della Valle, allora come ora scatenato e livoroso critico del vertice Fiat e di Marchionne personalmente, ed il Presidente delle Ferrari.

C’era l’occasione, ma era appunto solo un’occasione per evidenziare platealmente una divergenza caratteriale, di vedute, di strategia, culturale direi, che mostrava incompatibilità assoluta tra lo stile Sergio e lo stile Luca. I due si sono sempre “tollerati”, mai amati e soprattutto stimati.

Luca rappresentava per “Sergio l’americano”, col maglioncino a giro collo, tanto lontano dal tramontato mondo torinese di Fiat, la tradizione, la storia ma, da subito, dal 2004, anche una visione molto provinciale, molto emiliana, di religioso attaccamento alla tradizione conservativa della Ferrari di Maranello.

Dall’altra parte il manager delle visioni globali, delle scelte audaci, che non tollera le scelte perdenti o lo stare in difesa, tanto più per un brand come il Cavallino che è il più famoso del mondo e che ha di fatto marchiato della sua immagine la Formula 1.

Certo quindi le scelte, tutte di Montezemolo, dei vertici tecnici della gestione sportiva, Domenicali in testa, le figuracce cumulate in sei stagioni consecutive e che quest’anno hanno raggiunto il vertice di fronte alle centinaia di milioni di appassionati, hanno messo la testa di Luca definitivamente sul patibolo.

Punto di rottura, la Ferrari non può non essere vincente, sarebbe contro natura, non si può gestire il simbolo del top brand dell’automobilismo sportivo come una qualunque officina emiliana, troppo snobismo “provinciale” e conservatore, incapacità di reazione e strategia, di scelte audaci così care a “Sergio col maglione” .

Montezemolo, al di là della disastrosa gestione del reparto sportivo, esce con onore sul piano del risultato di business, la Ferrari è solida, ricca, “autolimitata” nelle vendite.

E anche questo non va, è per Sergio un ennesimo errore di visione. Non si può, dice Marchionne, lasciare ai concorrenti di un mercato così elitario – che si chiamano Lamborghini, Aston Martin, McLaren, Porsche – di rubare a Ferrari quei tremila clienti l’anno in più che il rigoroso tetto dei 7.000 pezzi/anno, bandiera del Montezemolopensiero, aveva esclusi sino ad oggi.

E infatti, oltre alla rivoluzione del settore sportivo, il primo passo del nuovo corso, “americano” come lo ha definito con una battuta Luca, sarà proprio l’incremento della produzione fino a 10.000 Ferrari l’anno.

Peraltro da tempo ormai i mercati principali delle Granturismo più famose del mondo sono USA, Cina, Russia, Emirati. Visione globale, dinamismo, cambiamento conservando la diversità genetica del Cavallino, questo vuol dire la presa del timone diretta del vulcanico e spregiudicato AD di Fca.

Che Ferrari sarà allora quella del post MontezemoloNon credo che la personalità e il prestigio del marchio verranno lesi, ma certamente il brusco cambio di vertice e di strategia generano aspettative molto alte che richiedono anzitutto un immediato, visibile riscatto della Ferrari sulle piste, sul suo naturale palcoscenico mediatico.

Addio Luca, ancora una volta ci pensa Sergio, gli appassionati sono ansiosi di vedere cosa saprà fare…    

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