L’amministratore delegato di GM, Mary Barra, alle prese con la bufera, anche finanziaria, scatenata dai 3,3 milioni di richiami.
L’amministratore delegato di GM, Mary Barra, alle prese con la bufera, anche finanziaria, scatenata dai 3,3 milioni di richiami.
Appena finite le feste per l’incoronazione della “regina di GM”, come i media hanno subito definito Mary Barra, alla vigorosa e rispettata general manager è piombato subito un grosso macigno sulla testa. Dopo l’annuncio in febbraio dei ritiri programmati, 1,6 milioni di veicoli, per malfunzionamento delle cinture di sicurezza e altri guai su elettronica e sicurezza, la coraggiosa Mary, col capo cosparso di cenere ha ammesso i malfunzionamenti degli Airbag che non si aprivano al momento dell’urto di 1,7 milioni di veicoli prodotti dal 2007 e il loro richiamo.
La storia è una “dirty story” come dicono gli americani, una storia di reticenze volute su problemi noti, che hanno provocato in migliaia di incidenti anche molti morti. I difetti – accensione, colonna dello sterzo, elettronica, air bag… – di numerosi modelli, dalla Saturn alla Cobalt, ai commerciali, alle lussuose Cadillac XTS, a diversi modelli Buick, noti almeno dal 2004 e negli anni seguenti, sono stati sistematicamente ignorati e negati.
“Qualcosa da noi ha funzionato tremendamente male: sono successe cose orribili” la drammatica ammissione, in puro stile Barra, delle colpevoli omissioni, negligenze, ciniche posizioni legali di negazione di qualsiasi responsabilità e di occultamento dei dati statistici in suo possesso che GM ha mantenuto in questi anni.
Ora se c’è una cosa che gli americani non tollerano, con precedenti anche molto noti come il Watergate o il caso Clinton/Levinski, sono le bugie e quindi, oltre alle conseguenze legali e finanziarie, GM deve affrontare un discredito difficile da far dimenticare. GM ha mentito e ignorato consapevolmente per anni i difetti dei suoi veicoli, ingannando i consumatori e giocando sulla loro vita.
Ecco il motivo del tono di profondo rammarico per un comportamento inammissibile e che non si ripeterà più, sottolinea “Mary di ferro”, nella GM trasparente di cui porta la responsabilità. Stanziati da subito 300 milioni di dollari per la campagna di richiamo, ha istituito un call center per i milioni di clienti interessati alle difettosità, ha disegnato nel vertice della Società la figura di un Vicepresidente responsabile della sicurezza dei veicoli.
Afflato sincero e credibile, soldi, organizzazione dedicata; basterà e in quali tempi per ristabilire la fiducia e la credibilità con il mercato e gl’investitori? Difficile dirlo e in particolare ipotizzare quanto costerà alla fine questo “sporco affare” al colosso americano.
Le indagini giudiziarie e quelle del Congresso, con sedute pubbliche che certamente avranno gran seguito mediatico, allungheranno nei tempi e aggraveranno nei costi le conseguenze del pasticcio.
La perdita di credibilità poi avrà tempi di riassorbimento ancora maggiori. Barra si è esposta in prima persona, col suo credito di “preparata, decisa, coraggiosa” per impersonare la GM corretta e trasparente della sua era. I suoi nemici ricordano con perfidia che Mary è da 33 anni in GM e in ruoli di sempre maggiore responsabilità, “non poteva non sapere” dicono, ma non ha fatto nulla sino ad ora per opporsi. Brutta tempesta da affrontare per la capitana coraggiosa, le occorrerà tutto il suo carisma per mantenere la sua corazzata nella giusta direzione.