Parco auto, Fase 2: in Italia troppi veicoli vecchi, servono incentivi

Redazione
22 Maggio 2020
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L’annuale rapporto ACI sulla circolazione fotografa una situazione drammatica: le conseguenze potrebbero essere negative anche per l’ambiente.

La prima parte del 2020 sarà, per l’intero comparto automotive, da dimenticare; oppure, per converso, da tenere ben presente per dare luogo alle misure di sostegno ad un settore che l’emergenza da Covid-19, le drammatiche settimane di lockdown e la difficile ripartenza rendono più che mai necessarie. Le conseguenze, dipinte in maniera nemmeno troppo velata dalle Associazioni di settore e dagli studi statistici (consuntivi e previsioni), potrebbero essere epocali nella loro gravità. E non si tratta soltanto di un impatto sfavorevole sulla bilancia commerciale, sulla produzione e sull’andamento dell’indotto; ma anche in termini di impatto ambientale e minore gettito fiscale.

Al grido d’allarme delle Associazioni della filiera automotive in merito al bisogno di dare una salutare boccata d’ossigeno ad un comparto che forse più di molti altri sta pagando, e rischia di pagare nei mesi a venire, le conseguenze della pandemia da Coronavirus, si aggiunge il poderoso “Autoritratto”: l’annuale fotografia che l’Automobile Club d’Italia scatta, ogni dodici mesi, sulla situazione dei mezzi di trasporto nel nostro Paese. E una considerazione: il rischio che nel 2020, proprio a causa dell’emergenza sanitaria, venga a registrarsi il più basso livello di nuove immatricolazioni mai registrato dall’inizio del nuovo Millennio. Ciò in quanto, fra le conseguenze più probabili dell’emergenza da Coronavirus, molti potenziali clienti rimanderanno l’acquisto di una nuova auto

Nuovi acquisti? Resta l’incognita

Fra marzo e aprile 2020, puntualizza l’indagine ACI, la diminuzione media di nuovi veicoli è stata dell’80%: un crollo (peraltro confermato dai resoconti mensili di mercato) che nell’ottica annuale fa apparire ben lontano il milione e seicentomila nuovi veicoli che venne registrato nel 2013. E, ancora di più, il 2007 anno-record per nuove immatricolazioni (che furono 2.516.276), principalmente in virtù degli incentivi alla rottamazione. È possibile, osserva lo studio effettuato dall’Automobile Club, che a maggio, per effetto della ripartenza, la diminuzione possa rivelarsi maggiormente contenuta. Resta l’incognita di quante persone, effettivamente, decideranno nei prossimi mesi di acquistare un nuovo veicolo. E qui arriviamo alla questione delle misure di supporto al mercato.

Un provvedimento di aiuti ai clienti finali per l’acquisto di nuovi veicoli, fa capire l’ACI, potrebbe rivelarsi cruciale per il rilancio del mercato. E questo dovrebbe attuarsi per mezzo di incentivi da parte del Governo, come richiesto a gran voce da tutti gli operatori del settore, compreso lo stesso Automobile Club.

E che l’importanza del comparto auto sia in Italia fuori discussione, lo indicano alcune statistiche che riportiamo.

  • Media nazionale del rapporto fra autovetture e popolazione: 655 auto ogni 1.000 abitanti
  • Media nazionale del rapporto fra tutti i tipi di veicoli e popolazione: 868 ogni 1.000 abitanti
  • Densità media di circolazione di autovetture nelle città: 643 auto ogni 1.000 abitanti (valore massimo: L’Aquila con 776 auto ogni 1.000 abitanti, davanti a Frosinone con un rapporto 775/1.000; per converso, a Venezia si ha il minimo, con 424/1.000, a Genova il rapporto è di 469 su 1.000 ma dove la densità di motocicli, in particolare scooter, è molto elevata, e a Milano il rapporto è di 501 su 1.000 anche grazie all’efficienza del TPL ed alla ampia diffusione di altre forme di mobilità)

Parco auto fra i più anziani

È altresì da tenere presente come il “via libera” a nuovi aiuti per l’acquisto di veicoli risulterebbe salutare anche per il tanto auspicato ricambio generazionale del parco circolante. Uno degli effetti del “fermo” causato dall’emergenza sanitaria si riflette sull’aumento dell’età media delle auto che attualmente circolano sulle nostre strade, che al momento risulta essere di 11 anni e 5 mesi con una proiezione, mentre lo sviluppo tecnologico delle autovetture è in continua evoluzione, di un’auto su 5 particolarmente vetusta: il 20% risulterebbe Euro 0, Euro 1 ed Euro 2, che è come dire da 18 anni in su. In questo senso, è da segnalare l’elevata percentuale di autovetture da Euro 0 ad Euro 3 nelle regioni meridionali, dove la loro incidenza sul totale ammonta al 44,5%: nettamente superiore rispetto alla pur elevata media nazionale (32,5%).

Le cifre: tante le auto fino ad Euro 4

  • Numero di autovetture in circolazione in Italia: 39.545.232
  • pre-Euro: 3.650.822
  • Euro 1: 1.970.479
  • Euro 2: 3.338.268
  • Euro 3: 4.882.101
  • Euro 4: 10.650.320
  • Euro 5: 6.973.440
  • Euro 6: 9.035.054.

Alimentazione: benzina sempre la preferita

“Le immatricolazioni di auto ibride ed elettriche, agevolate dagli ecoincentivi erogati dal 2015 al 2019 sono anch’esse in frenata – osserva ACI -, soprattutto a causa del prezzo di vendita, generalmente più elevato”. “All’opposto, a dispetto del netto calo delle auto nuove a gasolio riscontrato a partire dal 2018, le prime iscrizioni di marzo ed aprile scorso dicono che questo tipo di alimentazione potrebbe tornare ad essere il preferito dagli acquirenti”.

  • Autovetture a benzina in circolazione: 18.174.338
  • Autovetture a gasolio in circolazione: 17.467.776
  • Autovetture benzina-GPL in circolazione: 2.574.287
  • Autovetture benzina-metano in circolazione: 965.340
  • Autovetture elettriche e ibride in circolazione: 363.491.

Gli italiani e l’auto: facciamo un po’ di conti

Riguardo alle spese che gli italiani sostengono per l’automobile, i dati raccolti dall’Automobile Club sottolineano, anche da questo punto di vista, la notevolissima incidenza che il comparto ha sull’economia nazionale.

  • Costi sostenuti nel 2019: 155 miliardi di euro (+0,3% rispetto al 2018 a prezzi costanti)
  • Costi sostenuti per l’acquisto: 49 miliardi di euro
  • Spese complessive per il carburante: 39 miliardi di euro
  • Spese complessive sostenute per la manutenzione: 26 miliardi di euro (sono aumentate le “voci” relative a pneumatici, manutenzione, parcheggi e pedaggi autostradali; sono leggermente diminuite quelle relative all’acquisto ed ai premi RC Auto)
  • Componente fiscale dei trasporti 2019: 65 miliardi di euro (fra cui ci sono stati circa 35 miliardi di euro determinati dalla vendita dei carburanti, circa 8,5 miliardi di IVA per l’acquisto dei veicoli, e 6,7 miliardi di euro per tasse automobilistiche).

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