Parigi 2012: il Salone parla tedesco

Fabrizio Brunetti
01 Ottobre 2012
40 Foto
Parigi 2012: il Salone parla tedesco

Un salone parigino dominato dai marchi tedeschi che nella sede storica di Port Versailles, culla della malinconica ex-grandeur francese.

Un salone parigino dominato dai marchi tedeschi che nella sede storica di Port Versailles, culla della malinconica ex-grandeur francese.

C’era una volta il Paris Exposition, sede storica del Salon e palcoscenico di un’industria automobilistica francese orgogliosa e fiera della propria diversità, dei suoi tre grandi costruttori: l’originale e geniale Citroen, la seriosa e solida Peugeot e la statalizzata, popolare Renault che comunque produceva auto personali e molto…francesi. Al contempo il mercato interno era quasi impermeabile al fascino delle auto straniere, anche quelle dei forti vicini tedeschi.

Fa tenerezza vedere affisse in sala stampa le foto in bianco e nero dello stand del 1963 di Panhard e Citroen, della presentazione della Simca 1000, di quella della piccola Peugeot 104 Coupé, ricordi di una “festa nazionale” dell’auto francese.

Il Salone di Parigi 2012 capita nel momento più nero della crisi del mercato dell’Unione, che ha travolto e sconvolto il tranquillo mondo dell’auto europea, una volta ombelico del mondo automobilistico e oggi ridotta a mercato comprimario.

Occorre essere realisti. Come ha sottolineato Marchionne solo pochi giorni fa nell’incontro con il “popolo” Fiat di Torino e come ha ribadito in un’intervista al Figaro il boss di Renault, Carlos Ghosh, alla vigilia del Salon, il business dell’auto è cambiato in modo irreversibile e, indipendentemente dalla lontananza della “fine del tunnel” della crisi europea di cui nessuno è in grado di pronosticare attendibilmente i tempi, l’Europa non è e non sarà più il mercato principale di un costruttore globale.

Cina, Brasile, USA, Russia e mercati dell’ex est europeo, India, mercati orientali, Emirati…valgono assai più del tradizionale mercato continentale europeo e i “tradizionali” saloni europei, come Ginevra, Parigi e Francoforte ne sono lo specchio.

Dunque al “Salon” la fanno da protagonisti i forti costruttori tedeschi – Volkswagen, Mercedes e BMW – , che “tengono” sul mercato europeo in crisi ma sono già forti e autorevoli su quelli emergenti, e quelli orientali, con i coreani di Hyundai/Kia in testa.

La lingua più parlata nella “Babele” del salone è il tedesco, se chiudi gli occhi puoi essere convinto di stare a Francoforte; ormai nemmeno gli speach dei produttori tedeschi nelle conferenze stampa sono più in inglese come una volta.

In ogni aspetto, dall’opulenza degli stand, agli spazi espositivi, al tono delle conferenze stampa, alle Audi, Mercedes e BMW che circolano tra i padiglioni nel servizio di cortesia per ospiti VIP,  questa prevalenza, questa superiorità tedesca viene sottolineata, enfatizzata, proprio in casa degli orgogliosi francesi.

Le conferenze stampa di Peugeot, Citroen, Renault, hanno un tono insolitamente prudente e pacato, molto lontano dal trionfalismo a cui Ghosn e Varin ci avevano abituato, anche solo fino all’edizione 2010, quando la crisi era già avvertibile ma non ancora esplosa.

E così anche la palma della novità più importante di Paris 2012 va alla Golf VII che la strappa alla nuova Clio, mentre per Peugeot e Citroen solo aggiornamenti (RCZ), nuove versioni (208 GTI e DS3 Cabrio) e concept, peraltro già visti.

Ma oltre a Volkswagen, all’Audi A3 Sportback, alla concept Porsche Panamera Sport Turismo che trasforma in una filante shooting break  la goffa, orribile berlinona di Zuffenhausen, i tedeschi sparano novità “rivoluzionarie” come la concept BMW Active Tourer , un monovolume compatto che anticipa la prima BMW a trazione anteriore e motore a tre cilindri – che verrà presentata in versione di serie a Francoforte tra un anno e inaugura l’era della condivisione con la futura generazione di Mini attesa per il 2014 – e per Mercedes, tra le altre novità, la versione a cinque porte della classe A, concorrente diretta dell’Audi A3 Sport Back e della BMW serie 1 a cinque porte.

Parigi 2012 parla tedesco e se non fosse per la travolgente ascesa dei coreani di Hyundai e Kia, ben visibile anche questa nella grandiosità degli spazi espositivi e delle novità, nulla riuscirebbe ad attenuare la percezione di questa ingombrante, arrogante presenza.

Stand Mercedes - Parigi 2012

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